Due colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo
1914-1918. Il continente più progredito del mondo precipita nella guerra più feroce mai combattuta. Per cinquantatre mesi, milioni di soldati vivono nelle trincee una quotidiana esistenza di degradazione e di orrori, massacrandosi in inutili carneficine di massa. È la catastrofe della modernità.
Dieci milioni di morti, tre imperi secolari annientati, rivoluzioni, guerre civili, nuovi Stati, nuovi nazionalismi, nuove guerre. E la fine del primato europeo nel mondo. Sono queste le conseguenze dei due colpi sparati a Sarajevo il 28 giugno 1914. Un mese dopo esplode la guerra europea: in quattro anni, diventa la prima guerra mondiale. Nel continente che domina il mondo, la modernità trionfante della Belle Époque si trasforma nella modernità massacrante di una guerra totale. La prima guerra mondiale lascia un marchio tragico nella coscienza umana: venti anni dopo, una seconda guerra mondiale, con cinquanta milioni di morti, lo rende indelebile.
Gli storici interrogano la Grande Guerra: perché scoppiò, perché tanti milioni di soldati furono massacrati e perché altri milioni continuarono a combattere per tanto tempo? Conoscere la sua storia è la condizione per trovare una risposta.
Emilio Gentile racconta con parole e immagini l’evento che ha dato origine all’epoca in cui viviamo.
Rassegna stampa
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