Storia dell'IRI
L'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) nasce nel 1933, per volere di Mussolini e su progetto di Alberto Beneduce, con l'intento di evitare il fallimento delle principali banche e imprese italiane e con esso il crollo dell'economia, già provata dalla crisi mondiale esplosa nel 1929. Dal dopoguerra l'Istituto è protagonista prima della ricostruzione e poi del miracolo economico. Dopo le difficoltà emerse negli anni '70 e il programma di ristrutturazione e rilancio degli anni '80, l'IRI conclude la sua attività nel 2002 dopo le operazioni di privatizzazione che contribuiscono in misura significativa al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e all'adesione italiana all'euro.
In questo primo volume viene preso in esame il suo primo e complesso quindicennio, dal pieno della grande depressione ai drammatici frangenti fra la tragedia della guerra e l'ardua opera di ricostruzione post-bellica. L'interrogativo da cui muove la narrazione è «se, durante gli anni Trenta, il nostro sistema economico abbia conosciuto un effettivo mutamento di scenario e di prospettiva, oppure se già recasse ben stampato nella sua fisionomia il marchio di una crescente presenza dello Stato nei suoi gangli. A giudicare da quanto emerge da questa analisi, l'avvento dell'IRI nel 1933 ebbe una duplice valenza all'insegna tanto della continuità che della discontinuità. Da un lato, fu il risultato di una tendenza costante, ossia l'incidenza che avevano seguitato ad avere, sia pur con le debite varianti, dalla seconda metà dell'Ottocento agli anni Venti, determinati fattori di ordine politico sulla tipologia e le direttrici di marcia dell'economia italiana; dall'altro, si trattò, senza dubbio, di uno stacco, di una cesura, sul piano operativo rispetto ai tradizionali strumenti dell'intervento pubblico. In pratica, anche nel caso dell'IRI e dei suoi sviluppi, svolsero un ruolo fondamentale calcoli e obiettivi di politica interna ed estera; quel che invece ebbe a cambiare fu l'adozione, per suo tramite, di modalità e procedure assolutamente inedite nella realizzazione, sul versante economico, dei propositi concepiti e posti in essere a livello politico».