L’invenzione dell’Europa

Lezioni di Storia
“L’invenzione dell’Europa”
Piccolo Teatro di Milano

Teatro Grassi, dal 18 gennaio al 22 marzo 2026

Gli Editori Laterza celebrano i vent’anni delle Lezioni di Storia con un nuovo ciclo a Milano organizzato con il Piccolo Teatro Grassi grazie al prezioso sostegno di Fondazione Monte di Lombardia. Un atteso ritorno dopo l’ultimo appuntamento, nel 2022, nella Basilica di Santa Maria delle Grazie.
Oggi ne diventa cornice la sala di via Rovello, luogo fondativo della storia culturale della città. Il tema scelto, L’invenzione dell’Europa, di cui parleranno, in cinque date – dal 18 gennaio al 22 marzo 2026 – Laura Pepe, Alessandro Barbero, Alberto Mario Banti, Alessandro Vanoli, Simona Colarizi, è intimamente legato alla vocazione tenacemente internazionale del Piccolo, consacrata nel 1991 dal riconoscimento, unico teatro italiano a riceverlo, del titolo di Teatro d’Europa.
La prima volta al Piccolo delle Lezioni di Storia Laterza rimarca, nell’incontro naturale tra teatro e storia, la necessità della comunità di riflettere su se stessa e di farlo in uno spazio, quello della sala teatrale, dove si celebra il più ancestrale dei riti collettivi.

La storia millenaria dell’idea di Europa è fatta di cambiamenti veloci e di permanenze di lungo periodo, di grandi innovazioni e scoperte, di conquiste, di inclusione, di commistioni, di integrazioni; ma anche di intolleranza, di crisi, di guerre e di sopraffazione. C’è dunque bisogno di restituire complessità all’idea di Europa, all’idea di un immenso territorio da sempre costruito sulle diversità più che sulle similitudini.
Ecco allora cinque lezioni che, valorizzando gli aspetti narrativi e simbolici di alcuni momenti chiave, ci raccontano come il nostro continente si sia definito nel tempo come una costruzione ideale ancor prima che politica o finanziaria. Storie di singoli personaggi, di popoli e di Stati, certo; ma vi troveremo il cammino delle idee, le grandi trasformazioni tecnologiche, le riforme religiose, le rivoluzioni politiche e le crisi economiche. Si parleranno il linguaggio delle armi e dell’oscurantismo delle persecuzioni; ma anche quello della scienza e della filosofia, quello della lotta per le conquiste sociali e quello per l’affermazione dei diritti contro gli arbitri del potere. Il nostro passato e, insieme, il nostro futuro.
Perché, prendendo in prestito le luminose parole di Zygmunt Bauman, “l’Europa non è qualcosa che si scopre, bensì una missione, qualcosa da fare, creare, costruire. E occorrono un sacco di inventiva, senso di determinazione e lavoro sodo per compiere quella missione. Forse un lavoro che non finisce mai, una sfida a cui rispondere in toto, una prospettiva per sempre straordinaria. Sebbene le storie divergano, in tutte indistintamente l’Europa è un luogo d’avventure. Avventure come i viaggi interminabili intrapresi per scoprirla, inventarla o evocarla”.

Il pubblico del Piccolo Teatro Grassi assisterà a cinque narrazioni in grado di testimoniare altrettanti momenti che hanno trasformato il volto del nostro continente: dal racconto della percezione, forse per la prima volta, dell’idea di cittadinanza (18 gennaio 2026, Laura Pepe, 480 a.C. la battaglia delle Termopili) a quello dell’acquisizione di una precisa identità per differenza (25 gennaio, Alessandro Barbero, 732 la battaglia di Poitiers); e poi: le implicazioni positive e negative del concetto di nazione (1 febbraio, Alberto Mario Banti, 1848 la stagione delle rivoluzioni), la pretestuosa superiorità manifestatasi col colonialismo (15 febbraio, Alessandro Vanoli, 1494 Tordesillas, la spartizione del mondo), e, infine, il meraviglioso nuovo orizzonte sognato a Ventotene (22 marzo, Simona Colarizi, 1941 Ventotene, la nuova Europa).

Le lezioni saranno introdotte da Maria Luisa Zaltron.

 

 

PROGRAMMA

18 gennaio 2026, ore 11.00
Laura Pepe – CITTADINANZA
480 a.C. la battaglia delle Termopili
Uno degli eventi decisivi per la nascita dell’Europa e dell’idea di Occidente è una battaglia che si risolve in una sconfitta: alle Termopili trecento spartiati guidati da Leonida trovano la morte, massacrati fino all’ultimo uomo dall’esercito persiano. Ma quella disfatta non fu vana: servì ai greci per riflettere sulla loro identità, servì per capire che ciò che li distingueva dall’altro, dal “barbaro”, era in primis il loro essere non sudditi ma cittadini. Ben più che dell’idea di democrazia, ciò di cui l’Europa contemporanea è debitrice nei confronti dei greci è innanzitutto proprio il concetto di cittadinanza, il sentirsi parte di una comunità che niente ha al di sopra di sé, se non la legge.
Laura Pepe insegna Istituzioni di diritto romano e Diritto greco antico all’Università degli Studi di Milano.

25 gennaio 2026, ore 11.00
Alessandro Barbero – IDENTITÀ
732 la battaglia di Poitiers
Quello romano non è un impero europeo: le zone che oggi per noi sono il cuore dell’Occidente, lungo il Reno e il Danubio, non sono per i cittadini di Roma che un’estrema periferia affacciata sul barbaricum. Secoli dopo, a Poitiers Carlo Martello mette fine all’espansione araba e per la prima volta l’evento può essere celebrato da un cronista del tempo come una vittoria degli europeenses. Passano pochi decenni e suo nipote, Carlo Magno, sarà acclamato come il “Re Padre dell’Europa”. Le province perdute dell’Impero, asservite dai barbari, avevano maturato una propria forte identità e presto sarebbero partite alla conquista del mondo.
Alessandro Barbero è professore onorario dell’Università del Piemonte Orientale.

1 febbraio 2026, ore 11.00
Alberto Mario Banti – NAZIONE
1848 la stagione delle rivoluzioni
Nel biennio 1848-1849 l’Europa è attraversata da rivolgimenti che coinvolgono i territori delle potenze fino ad allora garanti della Restaurazione. Palermo, Napoli, Parigi, Vienna, Berlino, Milano, Venezia, Praga e ancora molte altre città sono teatro di avvenimenti inaspettati: manifestazioni politiche, insurrezioni, violente repressioni… È una nuova Europa, un’Europa di popoli che decidono del loro destino, di nazioni che si affermano e conquistano la loro indipendenza, spesso cooperando fraternamente le une con le altre. Grandi speranze si stagliano all’orizzonte, ma brucianti delusioni spazzeranno presto gran parte di quei sogni.
Alberto Mario Banti insegna Storia contemporanea e Storia culturale all’Università di Pisa.

15 febbraio 2026, ore 11.00
Alessandro Vanoli – COLONIALISMO
1494 Tordesillas, la spartizione del mondo
Ci fu un tempo in cui l’idea dello spazio, dei mari e del globo che abitiamo cambiò per sempre. Fu quando, alla fine del Medioevo, gli europei si lanciarono alla conquista dell’Atlantico, quando spagnoli e portoghesi, col beneplacito di Papa Alessandro VI Borgia, decisero di dividersi il mondo. Una linea di demarcazione – immaginaria e insieme concretissima – una raya, una linea di separazione, come la si chiamò nello spagnolo del tempo, tracciata in mezzo all’Oceano Atlantico. Neanche due anni erano passati dal primo viaggio di Cristoforo Colombo e già era cominciata quella lunga, terribile storia di dominio e colonizzazione che avrebbe trasformato il mondo.
Alessandro Vanoli è storico, scrittore e divulgatore.

22 marzo 2026, ore 11.00
Simona Colarizi – ORIZZONTE
1941 Ventotene, la nuova Europa
Nel 1941, l’anno più duro della guerra, quando la vittoria di Hitler e Mussolini sembra ormai vicina, il Manifesto di Ventotene appare per forza un’utopia: indica il futuro nell’unità di tutte le nazioni del continente, di quelle stesse nazioni in quel momento nemiche e che insieme, invece, vengono chiamate ad assicurare pace, democrazia e diritti sociali ai cittadini di un’Europa finalmente riunita in un solo Stato sovrano. Ottantacinque anni dopo, il risorgere del virus antidemocratico tra i popoli dell’Unione Europea pare mettere a rischio questo sogno; ma, come accaduto ieri per i confinati di Ventotene, dobbiamo credere che l’impossibile diventi possibile.
Simona Colarizi ha insegnato Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza.

Info biglietteria
Biglietti: intero 15 €; ridotto (under 25, over 65) 12 €
Abbonamenti: intero 60 €; ridotto (under 25, over 65) 50 €
Abbonamenti in vendita dal 2 al 16 dicembre fino a esaurimento disponibilità e biglietti singoli dal 17 dicembre presso la biglietteria del Teatro Strehler (largo Greppi 1), la biglietteria telefonica 02 21126116 (lunedì-sabato dalle 12.30 alle 18.00) e online su www.piccoloteatro.org

Più Libri Più Liberi 2025: i nostri appuntamenti

Appuntamento a Roma con Più Libri Più Liberi: ti aspettiamo dal 4 all’8 dicembre 2025 allo stand B42, con i nostri libri e un programma ricchissimo.

 

● venerdì 5 dicembre ●

● ore 14.30 – Sala Vega
Libri insieme. Viaggio nelle nuove comunità della conoscenza
Chiara Faggiolani con Francesca Mancini

 

● sabato 6 dicembre ●

● ore 12.30 – Arena Repubblica
Voglio uccidere Mussolini. Vita e trame degli attentatori del Duce
Bruno Manfellotto con Miguel Gotor

● ore 16.00 – Sala Polaris
La guerra della finanza. Trump e la fine del capitalismo globale
Alessandro Volpi con Giuliano Marrucci

● ore 18.00 – Sala Elettra
Gessi White Città in affitto. Un requiem per il diritto all’abitare
Lorenzo Bagnoli, Alice Facchini, Maurizio Franco con Riccardo Staglianò

 

● domenica 7 dicembre ●

● ore 12.30 – Auditorium
Chi ha perso la guerra in Palestina
Anna Foa con Lucia Goracci. Coordina Giuseppe Laterza

● ore 15.30 – Auditorium
San Francesco
con Alessandro Barbero
Introduce Giuseppe Laterza

● ore 18.00 – Sala Polaris
L’America in 18 quadri. Dalle piantagioni a Silicon Valley
Fabrizio Tonello con Oliviero Bergamini

 

● lunedì 8 dicembre ●

● ore 12.30 – Auditorium
Il cantico della terra
con Stefano Mancuso
introduce Giuseppe Laterza

● ore 16.00 – Sala Polaris
La voce delle donne. Pioniere e ispiratrici del giornalismo italiano
Valeria Palumbo con Giorgio Zanchini

 

Zygmunt Bauman | 1925 – 2025

La costruzione del sé nella modernità liquida

Un dialogo straordinario sul sé, un concetto di fondamentale importanza per qualsiasi riflessione sul mondo attuale. Bauman e Raud si muovono lungo un asse che vede a un estremo il destino e la predeterminazione, all’altro la scelta e la libertà di tutti noi.

 

 


Modernità liquida

La metafora della liquidità, da quando Bauman l’ha coniata, ha marcato i nostri anni ed è entrata nel linguaggio comune per descrivere la modernità nella quale viviamo. Individualizzata, privatizzata, incerta, flessibile, vulnerabile, nella quale a una libertà senza precedenti fanno da contraltare una gioia ambigua e un desiderio impossibile da saziare.
Modernità liquida è un classico dei nostri giorni e un bestseller in Italia e all’estero.

 


Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi

La solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. In una relazione puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. Cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia. Finché dura, l’amore è in bilico sull’orlo della sconfitta. Man mano che avanza dissolve il proprio passato; non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di guai. E non sa cosa lo attende e cosa può serbargli il futuro. Non acquisterà mai fiducia sufficiente a disperdere le nubi e debellare l’ansia. L’amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile.

 


Vita liquida

Stress, paura sociale e individuale, città alienanti, legami fragili e mutevoli: la vita liquida è precaria, vissuta in condizioni di continua incertezza, con la paura di essere colti alla sprovvista e rimanere indietro. Ciò che conta è la velocità, non la durata.

La vita nella società liquido-moderna non può mai fermarsi. Deve modernizzarsi o perire. Ciò che bisogna fare è correre con tutte le forze semplicemente per rimanere allo stesso posto, a debita distanza dalla pattumiera dove altri sono destinati a finire.

 


L’arte della vita

Nel nostro mondo liquido-moderno, siamo felici finché non perdiamo la speranza di essere felici in futuro. Ma la speranza può rimanere viva solo a condizione di avere davanti a sé una serie di nuove occasioni e nuovi inizi in rapida successione, la prospettiva di una catena infinita di partenze. Dobbiamo porci sfide difficili; dobbiamo scegliere obiettivi che siano ben oltre la nostra portata. Dobbiamo tentare l’impossibile. È una vita emozionante e logorante: emozionante per chi ama le avventure, logorante per chi è debole di cuore. «Lascio ai lettori di decidere se la coercizione a cercare la felicità nella forma praticata nella nostra società dei consumatori, renda felice chi vi è costretto.»

 


Consumo, dunque sono

Viviamo nella ‘società dei consumatori’, il cui valore supremo è il diritto/obbligo alla ‘ricerca della felicità’ – una felicità istantanea e perpetua che non deriva tanto dalla soddisfazione dei desideri quanto dalla loro quantità e intensità. Eppure, dice Bauman, rispetto ai nostri antenati noi non siamo più felici: più alienati semmai, isolati, spesso vessati, prosciugati da vite frenetiche e vuote, costretti a prendere parte a una competizione grottesca per la visibilità e lo status, in una società che vive per il consumo e trasforma tutto in merce. Ciononostante stiamo al gioco e non ci ribelliamo, né sentiamo alcun impulso a farlo. Acuto, lucido, profetico, Zygmunt Bauman chiama ognuno di noi a ripensare al senso di impotenza che ci attanaglia.

 


Paura liquida

Criminalità, stranieri, precarietà del lavoro e della vita, imprevedibilità del futuro e guerra al terrorismo. Dalle pagine di Bauman esce una società impaurita e impotente; ma anche più docile, più assoggettata all’esistente, incapace di immaginare alternative. Dietro (o sotto) l’apparenza della ‘liquidità’ sembra nascondersi la società più ‘pesante’ mai realizzata.
Lelio Demichelis, “Tuttolibri”

 


Il disagio della postmodernità

Chi altri, se non Zygmunt Bauman, ancora a metà degli anni Novanta, poteva avere uno sguardo così penetrante da anticipare cosa sarebbe accaduto parecchio più tardi? Se c’è qualcosa che caratterizza l’intera opera del grande sociologo è la straordinaria capacità di cogliere il negativo che percorre ogni fase della civilizzazione. Esso ne costituisce insieme il motore e il rischio, la sfida e la potenziale deriva. Di questa capacità diagnostica il libro di Bauman, Il disagio della postmodernità, fornisce un’ennesima testimonianza esemplare.
Roberto Esposito, “la Repubblica”

 


Sesto potere. La sorveglianza nella modernità liquida

Siamo costantemente registrati, controllati, catalogati. E il paradosso è che siamo proprio noi a fornire il più grande volume di informazioni personali, caricando contenuti sui social network, usando la carta di credito, facendo ricerche on line. «Oggi i professionisti del controllo, molto diversi dai sorveglianti vecchio stile, si dedicano a dare la caccia agli schemi estremamente volatili dei desideri e dei comportamenti ispirati da quei desideri.» La collaborazione volontaria, anzi entusiastica, dei sorvegliati è la loro grande risorsa.

 


Voglia di comunità

Il bel libro di Bauman, già noto in Italia come acuto interprete della società e dell’etica postmoderna, offre un mezzo per riconsiderare le motivazioni profonde della resistenza alla globalizzazione.
Gianni Vattimo, “L’Espresso”

Nel mondo della insicurezza globale torna con forza il bisogno di comunità.

 


Retrotopia

Abbiamo invertito la rotta e navighiamo a ritroso.

Abbiamo invertito la rotta e navighiamo a ritroso. Il futuro è finito alla gogna e il passato è stato spostato tra i crediti, rivalutato, a torto o a ragione, come spazio in cui le speranze non sono ancora screditate. Sono gli anni della retrotopia.

 

 

 

> Tutte le opere di Zygmunt Bauman

Bookcity Milano | 10-16 novembre 2025

 

Gli appuntamenti con gli autori e le autrici Laterza a Bookcity Milano:

martedì 11 novembre

ore 10.30 | Palazzo di Giustizia
Carcere e suicidi: testimonianze
Alessandro Trocino con Stefania Borghetti e Don David Maria Riboldi. Modera Paolo Foschini. Saluti introduttivi di Antonino La Lumia ed Eliana Zecca

mercoledì 12 novembre

ore 18.30 | Avvocatura comunale di Milano
Conoscere le mafie e l’antimafia
Rocco Sciarrone con Lorenzo Frigerio

giovedì 13 novembre

ore 12.30 | Università degli Studi di Milano-Bicocca
Il carcere degli invisibili
Alessandro Trocino con Loredana Garlati e Francesco Zacchè

ore 18.30 | Teatro Dal Verme
San Francesco
con Alessandro Barbero

venerdì 14 novembre

ore 18.30 | FLA FlavioLucchiniArt Museum
Amiche: voci, vite, visioni al femminile
Valeria Palumbo con Vera Montanari

sabato 15 novembre

ore 15.00 | Piccolo Teatro Grassi – Chiostro Nina Vinchi
Magister. La scuola la fanno i maestri, non i ministri
Ivano Dionigi con Claudio Longhi e Donatella Sciuto

ore 16.30 | Museo Nazionale Scienza
e Tecnologia Leonardo da Vinci – Auditorium

Il cantico della terra
con Stefano Mancuso

ore 18.00 | Libreria Hoepli
Alla conquista di Galileo
Massimo Bucciantini con Germano Maifreda

ore 18.00 | Casa Manzoni, Il Circolo dei Lettori di Milano
Gli antichi greci in guerra, tutti i giorni
Giuseppe Zanetto con Pier Luigi Vercesi

domenica 16 novembre

ore 11.00 | Cascina Cuccagna – Officina 5
Dall’Alaska alla Patagonia. La natura che resiste
Valeria Barbi con Giorgia Bollati

ore 16.30 | Museo Nazionale Scienza
e Tecnologia Leonardo da Vinci – Auditorium

Ai confini dell’universo. Dalle sfere celesti all’esplorazione spaziale
con Paolo Ferri

ore 18.00 | Cascina Nascosta – Parco Sempione
Verso un nuovo sistema energetico e economico
Gianluca Ruggieri con Paolo Cacciari e Giuseppe Palazzo

ore 18.30 | Palazzo Clerici – Sala Corte
Donne, giornalismo e conflitti
Giuliana Sgrena con Gabriella Simoni. Modera Paola Rizzi

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BCM Fuori Milano

martedì 11 novembre

Cremona | ore 18.00 | Palazzo Affaitati Sala Manfredini
La voce delle donne
con Valeria Palumbo

giovedì 13 novembre

Monza | ore 21.00 | Libri e Libri
Gli anni Settanta in Italia:
le donne e la parabola della violenza politica

Daniela Bini con Giovanni Bianconi. Modera Graziella Rotta. A cura di Associazione Zefiro

sabato 15 novembre

Monza | ore 17.00 | Elsa Libreria Creati
Me la sono andata a cercare
con Giuliana Sgrena

Cernobbio | ore 17.00 | Villa Bernasconi
La voce delle donne
con Valeria Palumbo

 

Utilità dei classici, con Luciano Canfora

Utilità dei classici è il nuovo ciclo di incontri curati e condotti dal professor Luciano Canfora.
La rassegna nasce dall’idea di rileggere alcuni classici della letteratura mondiale ribadendone l’intramontabile valore oltre che letterario anche di guida e strumento di riflessione sul nostro presente.

 

Episodio 1: Lev Tolstoj, «Guerra e pace» 

 

Episodio 2: Victor Hugo, «I miserabili» 

 

Episodio 3: Senofonte, «Anabasi» 

 

Episodio 4: Karl Marx e Friedrich Engels, «Manifesto del Partito Comunista»

 

Episodio 5: Tacito, «Annali»

Agorà Festival: a Cesena dal 24 al 26 ottobre 2025

A CESENA NASCE AGORÀ FESTIVAL

“Fragilità: le sfide del presente”

dal 24 al 26 ottobre 2025 

 

WWW.AGORAFESTIVAL.IT

 

Dal 24 al 26 ottobre 2025 si svolgerà a Cesena la prima edizione di Agorà Festival, ideato, progettato e organizzato dagli Editori Laterza e promosso dal Comune di Cesena, con la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena e della Camera di Commercio della Romagna, e con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

Agorà Festival vuole essere una grande piazza delle idee, uno spazio di incontro trasversale e inclusivo, una manifestazione rivolta ad un pubblico ampio e diversificato per età, interessi, appartenenze. Un cantiere aperto di analisi, di confronti, di idee e di progetti. Senza steccati, senza confini disciplinari, con la partecipazione di molti protagonisti della vita pubblica italiana, dei più qualificati studiosi di varie discipline, di giornalisti e divulgatori. Gli appuntamenti si svolgeranno tra il Teatro ‘A. Bonci’, la sala Sozzi del palazzo del Ridotto e la Biblioteca Malatestiana.

Questa prima edizione del Festival è dedicata al tema: FRAGILITÀ: LE SFIDE DEL PRESENTE. L’etimologia della parola “fragilità” ci rimanda al verbo latino frangere, che indica un processo di rottura e di perdita di unità, l’andare in frantumi, la scomparsa di integrità e identità. Ed è curioso come sia proprio questa parola dalle radici così antiche a descrivere bene che cosa siamo diventati in questo avvio di millennio.

Fragile è oggi il singolo individuo su cui in questo tempo ci si ripiega sempre più e fragili sono le collettivitàle organizzazioni sociali, le economie, le democrazie.

Fragili sono i legami familiari, incerte sono le definizioni di appartenenza, meno scontate sono le scelte legate al più tradizionale ciclo di vita: siamo più liberi, e questo è un bene, ma il moltiplicarsi delle opzioni possibili rischia di farci vivere in uno stato di perenne incertezza. Se allarghiamo lo sguardo dal livello individuale e familiare a quello delle più ampie comunità a cui apparteniamo, assistiamo a una accelerazione dei processi che stanno mandando in frantumi l’ordine del mondo per come lo avevamo conosciuto: sul fronte dell’economia, la globalizzazione ha mostrato segnali di arresto e in pochi anni si è stravolta la geografia dei poteri economici. I rapporti tra Paesi e blocchi di Paesi sono in mutamento costante, e la parola “guerra” non è più – purtroppo – un ricordo del passato o il riferimento a mondi lontani.

Ancora, lo sviluppo tecnologico e l’affermazione dell’Intelligenza Artificiale stanno minando alla radice non solo il nostro modo tradizionale di produrre e di lavorare, ma anche una certa idea di unicità dell’essere umano. Infine, fragili sono i delicati equilibri climatici e ambientali del nostro Pianeta, che rischia di diventare un luogo inospitale per noi umani.

Per tutte queste ragioni fragilità è, dunque, la chiave di lettura con cui al Festival Agorà di Cesena abbiamo scelto di guardare la nostra contemporaneità, in un programma coerente declinato in diversi format: NELLA STORIA, COSE DELL’ALTRO MONDO, PRO E CONTRO, READING, PAROLE PERICOLOSE, ALL’ORIZZONTE, INTERVISTE. Tra gli ospiti confermati Alessandro Barbero per il format NELLA STORIA e Vera Gheno per il format PAROLE PERICOLOSE.

“Per tre giorni – commenta il Sindaco Enzo Lattuca – Cesena sarà al centro della scena culturale nazionale grazie a questo grande festival, organizzato insieme alla casa editrice Laterza e con il prezioso supporto dei partner locali, che ringraziamo per aver creduto sin dall’inizio in questo progetto. La nostra città può vantare una straordinaria tradizione culturale, alimentata da tutte le discipline e le arti, e rappresentata dalla Biblioteca Malatestiana: un luogo voluto da Malatesta Novello per essere tramandato ai cesenati, e da cui ancora oggi traiamo ispirazione. Cultura significa dialogo, confronto, apertura a prospettive diverse. Cultura significa anche capacità di com-prendere, cioè mettere insieme e comporre. Per questo la prima edizione dell’Agorà Festival – pensato come un appuntamento annuale che proseguirà nei prossimi anni – vuole partire dalla comprensione delle fragilità del contemporaneo come base per costruire un progetto per il futuro che sappia ricucire il sentire e i bisogni di molti.”

Per capire un mondo sempre più complicato – dichiara l’Editore Giuseppe Laterza – abbiamo bisogno di uno sguardo largo e di mettere in dialogo idee e discipline diverse. Per affrontare le sfide del presente abbiamo bisogno di una prospettiva a lungo termine, sulla quale costruire progetti collettivi. Questa è la proposta di Agorà Festival: un’occasione per mettere a disposizione di tutti il sapere di questo tempo e di quello passato.”

In questo contesto la sfida del presente è mantenere salda la convinzione che non ci sia un destino segnato, che le alternative siano sempre possibili, e che le tante fragilità che ci descrivono e descrivono il nostro mondo siano altrettante sfide che vanno affrontate con consapevolezza e coraggio. Insieme.

 

Città mondo: le Lezioni di Storia a Roma

 

CITTÀ MONDO

Ventesima edizione delle Lezioni di Storia 
all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone

A Roma, dal 9 novembre 2025 al 12 aprile 2026

 

È “Città mondo” il titolo del nuovo ciclo di Lezioni di Storia, in partenza il 9 novembre 2025 all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, ideato dagli Editori Laterza e realizzato in coproduzione con la Fondazione Musica per Roma.

Una grande città, un avvenimento epocale. Filo conduttore di questa edizione saranno nove vicende – politiche e militari, sociali ed economiche – che hanno avuto luogo in altrettante città mondo.

I relatori e le relatrici che si alterneranno sul palcoscenico della Sala Sinopoli racconteranno – a partire dall’anno in cui si sono svolti i fatti – la città di quell’epoca, con la sua ricchezza e la sua complessità urbanistica e culturale. Un lungo viaggio nel tempo e nello spazio, dall’antichità a oggi, a varie latitudini e longitudini.

“Le Lezioni di Storia – commenta l’AD di Fondazione Musica per Roma, Raffaele Ranucci – sono ormai un appuntamento imprescindibile della nostra stagione e un orgoglio per la Fondazione Musica per Roma. Con “Città mondo”, che celebra la ventesima edizione del progetto, il viaggio nella storia si intreccia a quello nelle grandi capitali del passato e del presente, offrendo al pubblico nuove prospettive sul nostro tempo. Raggiungere questo traguardo significa festeggiare una proposta culturale e un format che, negli anni, ha saputo rinnovarsi senza mai perdere la sua forza originaria: portare la grande storia al centro della vita culturale della città, al centro dell’attualità. La straordinaria risposta del pubblico, che continua a seguirci con entusiasmo, conferma il valore di una collaborazione duratura con gli Editori Laterza e la capacità dell’Auditorium di essere non solo un luogo di spettacolo, ma anche di conoscenza e di riflessione civile”.

“A vent’anni dalla prima lezione di storia tenutasi all’Auditorium – dichiara l’editore Giuseppe Laterza – siamo fieri di un format che continua ad appassionare e che ha ormai creato una comunità coesa e sempre più larga di pubblico e autori. Siamo convinti che quest’edizione incentrata sulle città ci sorprenderà e ci arricchirà com’è stato fin qui, grazie alla sapienza dei relatori e delle relatrici e alla garanzia dell’eccellente guida di Paolo Di Paolo”.

In questo anniversario così speciale, è importante ricordare quanto lungo e fortunato sia il viaggio delle Lezioni di Storia. Da un’idea di Giuseppe Laterza, sposata dall’allora sindaco Walter Veltroni e messa in pratica dall’Auditorium Parco della Musica allora diretto da Carlo Fuortes,  l’iniziativa, che il primo anno era gratuita, ebbe un tale successo che alla prima lezione di Andrea Carandini si presentarono ai cancelli dell’Auditorium 2000 persone e i giornali paragonarono il fenomeno ai grandi concerti rock. Da lì in poi nelle domeniche dedicate alle lezioni si sono formate lunghe code a partire dalle otto del mattino. Negli anni successivi è stato introdotto un biglietto rendendo così le lezioni, sostenute inizialmente dagli sponsor, autonome dal punto di vista economico e si è registrato sempre il sold out.

Fin dalla prima data romana, lo scrittore Paolo Di Paolo ha introdotto gli storici, ha dialogato con gli ospiti e guidato sapientemente il pubblico alla scoperta di mondi complessi e affascinanti.

Iniziate a Roma, le lezioni hanno trovato casa in oltre trenta città italiane ma anche fuori dai confini nazionali, con il coinvolgimento di più di 200 relatori. Un progetto ambizioso divenuto per molti un appuntamento fisso ma anche un ventennio di sperimentazioni come la commistione con la musica e il teatro, lo streaming, i podcast e il canale TikTok.

“Prima di tutto mi pare incredibile avere partecipato a questa avventura per venti anni consecutivi. Un piccolo record. Ma ciò che forse più conta – riflette Paolo Di Paolo – è la costruzione di una comunità che, dal 2006, si è consolidata, è cresciuta, si è allargata. Prima del grande exploit della divulgazione storica, portare studiosi e studiose su un palcoscenico teatrale davanti a oltre mille persone era tutto fuorché scontato. Parlare di storia la domenica mattina, interrogare passato e presente… tutto in una gigantesca aula scolastica intergenerazionale, per venti lunghi anni”.

 

 

INFO BIGLIETTERIA

Biglietto singolo: 14 euro; biglietto singolo studenti under 30: 5 euro.

In vendita:

  • Presso il botteghino dell’Auditorium Parco della Musica, in orario continuato, tutti i giorni a partire dal 10 ottobre dalle ore 11:00 alle 20:00.

Vista l’alta percentuale di rinnovo, la disponibilità dei posti è limitata. Sarà possibile acquistare un massimo di due biglietti a persona, per un numero massimo di 6 lezioni su 9.

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PROGRAMMA

 

9 novembre 2025
Laura Pepe
Olimpia 776 a. C. I primi giochi

Da piccola città, Olimpia diventa mondo molto presto grazie alle Olimpiadi, meta agognata da spettatori e da atleti, consapevoli, gli uni e gli altri, che la città ospita la più illustre e importante tra tutte le manifestazioni atletiche del loro tempo. Ma se nell’antichità il mondo aveva confini ristretti – la Grecia prima, Roma poi –, sul finire dell’‘800 Pierre de Coubertin trasforma le Olimpiadi in un fenomeno globale. Mettere le une accanto alle altre le Olimpiadi antiche e moderne permette di confrontare due modelli sportivi e, quel che più importa, etici, tra loro inconciliabili.

Laura Pepe insegna Istituzioni di diritto romano e Diritto greco antico all’Università degli Studi di Milano.

 

30 novembre 2025
Andrea Giardina
Roma 9 a.C. La pace di Augusto

«Quando tornai a Roma dalla Gallia e dalla Spagna, sotto il consolato di Tiberio Nerone e Publio Quintilio [9 d.C.], portate felicemente a termine le imprese in quelle province, il senato decretò che si dovesse consacrare un’ara alla Pace augustea nel Campo Marzio e ordinò che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero ogni anno un sacrificio». Nelle Res Gestae, il resoconto delle sue imprese civili e militari, Augusto ricordò con queste parole il tema che più caratterizzò, nella percezione dei contemporanei e dei posteri, l’epoca che da lui prese il nome. Celebrato per le vittorie nelle guerre civili e in quelle esterne, egli fu celebrato soprattutto come il pacificatore universale che aveva dato tranquillità e benessere all’ecumene.

Andrea Giardina ha insegnato Storia romana alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

 

14 dicembre 2025
Anna Foa
Gerusalemme 70 d.C. La distruzione del tempio e la diaspora

La caduta e la distruzione di Gerusalemme, capitale del regno di Giuda, nella guerra contro i romani nel 70 d.C., è un evento chiave della storia.

Nata come marginale per l’Impero romano, in una lontana e ininfluente provincia, questa guerra si è trasformata in un evento pesantissimo sia per i giudei – da quel momento sparsi nella diaspora e costretti a mutare le modalità stesse del loro culto – sia per i romani. La scomparsa del piccolo regno di Giuda ha infatti mutato nel profondo e nel lunghissimo periodo non solo Roma ma l’Occidente tutto.

Anna Foa ha insegnato Storia moderna all’Università di Roma “La Sapienza”.

 

11 gennaio 2026
Amedeo Feniello
Cairo 969 d.C. Una nuova capitale per l’impero Fatimide

6 luglio 969: il generale Jawhar traccia le mura della nuova capitale fatimide e la battezza al-Qāhira, “la Vittoriosa”: più che un nome, è tutto un programma. A nord di Fustat, fra il Nilo e le rotte del Mar Rosso, la città diventa formidabile polo di attrazione per merci, denaro e idee. Qui si incrociano carovane e navi, botteghe e scuole come l’al-Azhar: un hub che collegò e collega Africa e Asia al Mediterraneo, accendendo un’economia urbana brillante e un laboratorio culturale cosmopolita.

Amedeo Feniello insegna Storia medievale all’Università dell’Aquila.

 

8 febbraio 2026
Alessandro Vanoli
Istanbul 1453. La conquista ottomana

Costantinopoli cadeva in mano ottomana nel maggio del 1453. Finiva la storia secolare e grandiosa di una grande capitale e cominciava il tempo di quella città che un giorno sarebbe stata chiamata Istanbul. Il racconto di quei giorni attraverso le tracce delle mura, dei palazzi e delle strade è un modo per raccontare anche la storia millenaria di una delle più importanti città del mondo.

Alessandro Vanoli è storico, scrittore e divulgatore.

22 febbraio 2026
Jacopo Veneziani
Parigi 1900. La bella Époque

All’inizio del Novecento, Parigi è una metropoli in fermento: l’Esposizione Universale ne ridisegna il volto, le soffitte di Montmartre accolgono giovani artisti squattrinati, i caffè di Montparnasse brulicano di lingue e culture diverse, le gallerie d’arte lanciano nuove avanguardie. Nelle strade della città, si intrecciano le vite di Picasso, Matisse, Modigliani, Chagall, Brâncuși, poeti come Max Jacob, Apollinaire, Cocteau, figure meno celebrate ma decisive come Fernande Olivier, Berthe Weill e Jeanne Hébuterne. Tra entusiasmi e rivalità, passioni e tradimenti, prende forma una stagione irripetibile che trasforma Parigi nella capitale mondiale dell’arte.

Jacopo Veneziani è storico dell’arte e divulgatore.

 

8 marzo 2026
Alessandro Barbero
Mosca 1941. L’operazione Barbarossa

Nel Maestro e Margherita Michail Bulgakov immagina che il diavolo venga in visita a Mosca, curioso di vedere come sono cambiati i moscoviti dopo la Rivoluzione. Nel novembre 1941, il diavolo stava davvero per arrivare: Hitler aveva scatenato l’Operazione Barbarossa, e la Wehrmacht era alla periferia di Mosca. Nella città in stato d’assedio, Stalin fece tenere egualmente, il 7 novembre, la parata per l’anniversario della Rivoluzione; pochi giorni dopo l’inverno più freddo del XX secolo e i rinforzi provenienti dalla Siberia permisero di respingere i tedeschi e salvare la capitale. Si accresceva così nella memoria russa quella sacralità di Mosca che ne fa una città-mondo per tutto l’immenso continente che dall’Ucraina arriva al Mar del Giappone.

Alessandro Barbero ha insegnato Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale.

 

22 marzo 2026
Paola Rivetti 
Teheran 1979. Rivoluzione

“Punto di svolta per il mondo”: così studiosi e testimoni la descrissero. La rivoluzione del 1979 fu sognata e desiderata da generazioni di militanti che aspiravano a fondare un mondo nuovo e di giustizia. Nel giro di pochi mesi, però, Teheran si trasformò dalla capitale politica ideale per gruppi e collettivi di ogni genere al centro di un governo autoritario, in una spirale di chiusura e repressione. Con conseguenze rilevanti per la politica mondiale.

Paola Rivetti è professoressa presso la Dublin City University di Dublino.

 

12 aprile 2026
Massimo Gaggi
New York 2008. La crisi della globalizzazione

Nel cuore della globalizzazione, i masters of the universe della finanza trasformano l’ottimismo dei mercati in esposizione a rischi enormi per incassare profitti giganteschi. Ma nel 2008 Wall Street crolla in seguito al fallimento di Lehman Brothers. Il governo salva la grande finanza per evitare guai peggiori mentre per milioni di americani è la rovina: fine della fiducia negli esperti, è l’alba del populismo. Se un po’ di banchieri fossero stati sbattuti in galera, scriverà il Financial Times, non avremmo avuto Trump.

Massimo Gaggi è editorialista del “Corriere della Sera”.

 

I semi di un massacro

Alla vigilia del secondo anniversario dei tragici avvenimenti del 7 ottobre, gli Editori Laterza, con il supporto di Roma Capitale e della Fondazione Musica per Roma, promuove I semi di un massacro, un incontro di informazione e di analisi e insieme un appello per una pace giusta. Appuntamento lunedì 6 ottobre alle 18.30 all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma.

L’incontro, che sarà aperto dai saluti dell’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Massimiliano Smeriglio, ruoterà intorno al dialogo tra Anna Foa – la maggiore esperta italiana di storia degli ebrei e autrice de Il suicidio di Israele, Premio Strega Saggistica 2025 – e lo scrittore Paolo Di Paolo.

Al dialogo si uniranno interventi di esperti e testimoni, in presenza e in video, su diversi aspetti del conflitto. Davide Lerner, ricercatore del Reuters Institute di Oxford, parlerà dell’informazione in Israele; Catherine Cornet, giornalista e ricercatrice di Sciences Po a Parigi, si occuperà dell’informazione nei Paesi arabi; Martina Marchiò, operatrice sanitaria coordinatrice di Medici Senza Frontiere in partenza per Gaza, racconterà la situazione sanitaria attuale; Maurizio Melani, già ambasciatore in Medio Oriente, approfondirà il tema degli accordi con Israele e del riconoscimento dello Stato palestinese; Loris De Filippi, operatore UNICEF, in collegamento da Gaza, si concentrerà sui rischi della denutrizione infantile; Omer Bartov, dalla Brown University, parlerà dell’uso del termine ‘genocidio’; il contributo di Manuela Consonni, docente alla Hebrew University di Gerusalemme, riguarderà l’uso politico della memoria; in collegamento da Berlino, Chantal Meloni, docente di diritto penale internazionale all’Università degli Studi di Milano, analizzerà il ruolo della Corte Penale Internazionale; l’intervento in collegamento dello storico Alessandro Barbero sarà dedicato all’interpretazione del conflitto come scontro tra civiltà e barbarie; Francesca Caferri, giornalista di Repubblica, racconterà da Tel Aviv la convivenza tra palestinesi e israeliani nella comunità di Neve Shalom; è prevista anche la lettura di un breve testo di Rashid Khalidi, già professore alla Columbia University e storico del Medio Oriente.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul canale youtube degli Editori Laterza e sulla homepage di Repubblica.it

 

INFO BIGLIETTERIA

L’evento è a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili. È necessario scaricare il biglietto dal sito www.auditorium.com o presso il botteghino dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Il biglietto è valido per l’ingresso con fila prioritaria entro e non oltre 10 minuti dall’orario di inizio dell’evento. Trascorso tale termine il biglietto perde la sua validità, e priorità in ingresso viene data a chi sia eventualmente in fila d’attesa.

Pianeta Terra Festival 2025

PIANETA TERRA FESTIVAL

Sistemi instabili

Da giovedì 2 a domenica 5 ottobre 2025 a Lucca

www.pianetaterrafestival.it

 

Anche quest’anno Lucca si prepara ad accogliere una nuova edizione di Pianeta Terra, Festival diretto da Stefano Mancuso, ideato e organizzato da Editori Laterza e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

La manifestazione si terrà da giovedì 2 a domenica 5 ottobre 2025, nei luoghi più suggestivi della città: la Chiesa di San Francesco, la Cappella Guinigi, la Sala Vincenzo da Massa Carrara, Palazzo Ducale, l’Orto Botanico, l’Auditorium del Suffragio, la Libreria Civica Agorà, la Sala Convegni di Confindustria Toscana Nord.

Questa quarta edizione avrà come titolo Sistemi instabili e partirà dall’osservazione che mai prima abbiamo assistito a un’accelerazione dei cambiamenti così significativa e, di conseguenza, a un’instabilità paragonabile all’interno del sistema Terra e di qualsiasi sistema complesso – politico, economico, geopolitico, tecnologico – solo per fare degli esempi macroscopici e attuali.

Nei giorni del Festival, saranno oltre 90 gli eventi che chiameranno a raccolta più di 100 ospiti italiani e internazionali attraverso confronti diretti, lectio, incontri, interviste, spettacoli. Scienziati, filosofi, psicoanalisti, economisti, esperti di geopolitica, scrittori, giornalisti e artisti indagheranno l’inedita instabilità del nostro tempo: dall’innalzamento delle temperature ai fenomeni meteorologici estremi, dalla trasformazione degli ecosistemi alla questione energetica, dall’instabilità democratica a quella geopolitica ed economica, fino a comprendere quella valoriale ed esistenziale.

Tutte le informazioni su www.pianetaterrafestival.it

Meno 20% più idee!

 

Dal 20 settembre al 19 ottobre 2025

sconto del 20% su tutto il catalogo* Laterza

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Questi gli store online che aderiscono all’iniziativa:

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 *escluse le novità degli ultimi sei mesi e le collane universitarie