Dall’epoca romana alla piccola era glaciale di età moderna i mutamenti climatici hanno avuto più effetti di quanto si possa credere, con influssi che hanno condizionato fenomeni migratori, collassi e ascese politiche, crisi e riadattamenti di sistemi sociali ed economici.
Ancora una volta nella storia l’energia diventa protagonista di una fase di rottura del capitalismo: una grande trasformazione si fa strada, accompagnata dalla rivoluzione tecnologica digitale.
Il Novecento è stato il secolo del petrolio. Il petrolio è potere, immensi profitti, materia prima per i trasporti e gli scambi globali. Non solo. Ha trasformato l’economia e la società; ha contribuito a rafforzare la centralità del dollaro; in suo nome si sono avuti conflitti cruenti in Medio Oriente, nei paesi del Golfo, in America Latina, in Africa. Oggi quest’era mostra la corda. Da un lato desta sempre maggiore preoccupazione la speculazione globale. Dall’altro, sono ormai comprovati i rischi del riscaldamento del pianeta prodotto dalle emissioni delle fonti fossili. Una grande trasformazione energetica si fa strada nonostante la resistenza dei soggetti contrari al cambiamento, da Trump alle compagnie petrolifere. La nuova filiera energetica si basa su fonti rinnovabili decentrate – eoliche, fotovoltaiche, geotermiche e biomasse – affiancate dal gas, il meno inquinante tra i combustibili fossili. Parte dalla Cina, oggi sulla frontiera tecnologica delle rinnovabili, attraversa l’Africa, per i minerali delle batterie elettriche, e restituisce una nuova centralità al Mediterraneo, per gli scambi e per le grandi riserve di gas scoperte di recente. Un libro importante sulla trasformazione che sta rivoluzionando l’economia, l’industria e la geopolitica.
Il 26 gennaio 2021 Valeria Termini ha presentato il suo Energia. La grande trasformazione alla Casa della Cultura di Milano. Insieme all’autrice sono intervenuti Emanuele Felice e Elly Schlein. Ha coordinato la presentazione Ferruccio Capelli.
Alessandro Barbero disegna un ritratto di Dantea tutto tondo, come uomo del suo tempo di cui condivide valori e mentalità, avvicinando il lettore alle consuetudini e ai costumi di una delle più affascinanti epoche della storia: il Medioevo.
Ecco dunque, in questa serie di video, le parole di Barbero a raccontare il mondo di Dante attraverso cinque particolari chiavi di lettura: i suoi antenati, la politica, ma anche gli amici, l’amore, la guerra.
Dante e gli antenati
“Il papà non era cavaliere, il papà era un uomo d’affari, un usuraio. Il nonno stessa cosa, il bisnonno non se ne sa molto. Ma il trisnonno? A Dante bambino in casa di sicuro hanno raccontato: “Il trisnonno era cavaliere!”, “Lo ha fatto cavaliere l’imperatore!”, “È andato alle crociate!”. Ci sarà qualcosa di vero? Noi non lo sappiamo. Ma di sicuro era questo che si raccontava in casa Alighieri.”
Dante e la politica
“Ebbene, il suo viaggio nell’oltretomba è collocato tra il marzo e l’aprile dell’anno 1300, cioè nel momento in cui lui era immerso fino al collo nella politica fiorentina […]. Insomma, non andiamo forse tanto lontano dalla verità dicendo che Dante, quando scrive la Commedia, sta anche pensando che se avesse continuato a far politica in quella città rischiava davvero di dannarsi l’anima.”
Dante e gli amici
“Avere tanti amici, per Dante, come per chiunque a quell’epoca, ha voluto dire anche sperimentare il dolore della morte delle persone care. Perché si moriva spesso, si moriva facilmente, si moriva giovani. Quando Dante scrive la Commedia, tanti dei suoi amici di giovinezza sono già morti. E lui fa di tutto per incontrarli nell’altro mondo.”
Dante e l’amore
“Dante per anni ha sognato Beatrice senza più rivederla. E poi la rivede: son sui diciotto anni, tutti e due. La incontra per la strada. Hanno più o meno la stessa età, lei un pochino più giovane, però la loro condizione sociale è cambiata enormemente. Perché Dante […] è pur sempre un adolescente, forse brufoloso, certo imbranato – perché lo racconta lui che era imbranato – e incontra per la strada Beatrice, che invece, alla stessa età, è una donna sposata […]. La incontra per la strada, lei è con altre gentildonne, più anziane, e lui quando vede che c’è Beatrice che gli viene incontro va nel panico, “io cercavo di non farmi vedere”. E invece lei lo vede, e lo riconosce, e lo saluta. E a lui sembra di toccare il cielo con un dito.”
Dante e la guerra
“Ci riesce difficile immaginare Dante a cavallo, con la cotta di maglia di ferro addosso, col grande elmo calato a nascondergli tutta la faccia e il nasone […]. Eppure Dante in vita sua ha indossato l’armatura e imbracciato lo scudo molto più spesso di quanto non gli sia capitato di mettersi in testa una corona d’alloro – cosa che probabilmente nella realtà non gli è capitata mai.”
“Quella dell’Eneide è la storia dell’essere umano in quanto tale, con tutta la fatica che è richiesta per vivere e per esserlo. Quante energie si possono spendere per tutto questo? Quante volte è dato, in una singola esistenza, di restare delusi e di dover reagire? Esiste un fallo che segna il limite, un contraccolpo non plus ultra, una caduta dopo la quale è concesso di non reagire più? Nell’Eneide questa storia non è affatto quella divina di Enea. È la storia umana e poetica di Virgilio.”
Se in tempo di pace e di prosperità chiediamo a Omero d’insegnarci la vita, a ogni rivolgimento della Storia dovremmo deporre Iliade e Odissea e affrettarci a riprendere in mano l’Eneide. Andrea Marcolongo ci fa scoprire l’essenza vera di Enea. L’eroe che cerca un nuovo inizio con in mano il bene più prezioso: la capacità di resistere e di sperare.
“Ogni volta che si racconti una storia che riguarda la vita su questo pianeta, è impossibile che le piante non siano protagoniste.”
Le piante costituiscono la nervatura, la mappa sulla base della quale è costruito l’intero mondo in cui viviamo. Non vederla, o ancora peggio ignorarla, credendo di essere al di sopra della natura, è uno dei pericoli più gravi per la sopravvivenza della nostra specie.
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