I confini del mondo: le Lezioni di Storia a Roma

 

I CONFINI DEL MONDO

Ritorna l’attesissimo appuntamento con le Lezioni di Storia
all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone

A Roma, dal 12 novembre 2023 al 7 aprile 2024

[PRESS KIT]

 

Si rinnova l’appuntamento con le Lezioni di Storia all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma con un programma inedito di nove incontri sul tema “I confini del mondo”. Il ciclo di Lezioni di Storia è ideato dagli Editori Laterza e realizzato in coproduzione con la Fondazione Musica per Roma.

Per tutti noi, che fin da piccoli abbiamo appreso a scuola una divisione del mondo universalmente ammessa, sarà affascinante scoprire cosa ha rappresentato nei secoli la continua ricerca dei limiti del mondo.

Confini da difendere, confini da superare, confini da esplorare, confini da ridisegnare: tutta la storia dell’umanità ha a che fare con l’idea e con la pratica del “limite”. Nel nome dei confini si sono infatti strette alleanze, combattute guerre, avviate esplorazioni. Ma i confini non sono solo quelli geografici: siamo esseri umani anche nella misura in cui da sempre ci siamo chiesti che cosa ci sia “oltre”: oltre la vita terrena, oltre le conoscenze fin qui acquisite, oltre lo spazio conosciuto.

In questo nuovo e suggestivo ciclo di Lezioni di storia con l’aiuto di autorevoli storici e storiche e di studiosi di altre discipline andremo alla scoperta di importanti snodi politici, commerciali, militari che hanno ridisegnato il mondo e anche dei modi in cui la letteratura, la religione, la scienza hanno allargato i nostri orizzonti nei secoli.

 

Le lezioni si apriranno il 12 novembre con l’egittologo Christian Greco che si soffermerà sul tema “Gli antichi egizi e l’aldilà” oltrepassando tutti i luoghi comuni sull’ossessione degli antichi egizi per la morte e sulla loro idea di immortalità. Proseguiranno il 26 novembre con Laura Pepe che parlerà, a partire dall’Odissea, dei confini del mondo secondo i greci. Il 17 dicembre Giusto Traina proporrà, nella sua lezione “Roma e l’Oriente”, un lungo viaggio tra il 114 e il 116 d. C., periodo in cui i Romani giunsero fino alle rive del Caspio e del Golfo Persico dovendo ridisegnare l’identità stessa del loro impero. Amedeo Feniello il 21 gennaio 2024 racconterà la bellezza rivoluzionaria del capolavoro di Marco Polo Il Milione, che aprì agli uomini del Medioevo le porte di un mondo fino ad allora ignoto, oltre qualunque immaginazione. Il 4 febbraio David Salomoni svelerà al pubblico i mille volti di Francis Drake – il corsaro della regina destinato a cambiare per sempre la storia d’Inghilterra – che a metà del Cinquecento circumnavigò la terra per colpire l’impero spagnolo. “Diaspora e Sionismo. Ritrovare i confini perduti” è il titolo della lezione di Anna Foa che salirà sul palco il 18 febbraio e spiegherà come alla fine del XIX secolo il progetto sionista cambiò l’intero mondo ebraico. Il 3 marzo il fisico teorico Paolo Ferri ricostruirà, attraverso gli ultimi quattro secoli, i progressi dell’astronomia, continui e sorprendenti, che hanno permesso di scoprire e studiare, in modo sempre più dettagliato, “i confini del sistema solare”. Simona Colarizi dedicherà il suo intervento del 17 marzo alla Guerra Fredda e al mondo diviso in blocchi per quasi mezzo secolo. Il 7 aprile concluderà il ciclo Franco Farinelli con un’ampia riflessione tra passato, presente e futuro “Dalle mappe al web. Il destino dei confini”.

 

Tutte le lezioni sono introdotte da Paolo Di Paolo.

 

INFO BIGLIETTERIA – I confini del mondo

Abbonamento: 95 euro; biglietto singolo: 14 euro; abbonamento studenti: 45 euro; biglietto singolo studenti: 5 euro.

Per la vendita dei biglietti e abbonamenti: presso il botteghino dell’Auditorium Parco della Musica, in orario continuato tutti i giorni dalle ore 11:00 alle 20:00. Online sul sito www.ticketone.it

 

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IL PROGRAMMA

 

12 novembre 2023

Christian Greco

GLI ANTICHI EGIZI E L’ALDILÀ

Abbiamo una conoscenza approfondita di come la civiltà egizia intendesse i destini dell’uomo dopo la morte: i Libri dell’Aldilà – in una mirabile combinazione di testo e immagini strettamente correlati – descrivono il mondo sotterraneo; forniscono al sovrano defunto la conoscenza necessaria per sopravvivere in compagnia degli dei e ricordano a noi come gli Antichi Egizi intendessero il viaggio del Sole e come guardassero all’intero universo.

Christian Greco è Direttore del Museo Egizio di Torino.

 

 

26 novembre 2023

Laura Pepe

I CONFINI DEL MONDO SECONDO I GRECI

Se si fosse messo per mare e, con pazienza e fortuna, ne avesse percorso un lungo tratto, un uomo greco vissuto ai tempi di Omero sarebbe giunto ai confini di Oceano, in un luogo perennemente avvolto dalla nebbia e dalle nubi, mai riscaldato dai raggi del sole. Nel profondo Nord, forse, ma chissà: difficile, se non impossibile, individuare con precisione la geografia omerica. Attraverso il filo rosso della letteratura (a partire naturalmente dall’Odissea) un viaggio per scoprire i confini del mondo secondo i Greci.

Laura Pepe insegna Istituzioni di diritto romano e Diritto greco antico all’Università degli Studi di Milano.

 

 

17 dicembre 2023

Giusto Traina

ROMA E L’ORIENTE

Agli inizi del II secolo d.C., l’imperatore Traiano si lanciò in una serie di spettacolari conquiste e annessioni, direzione Oriente. Tra il 114 e il 116, i Romani giunsero fino alle rive del Caspio e del golfo Persico. Non rimasero però a lungo in Armenia e Mesopotamia: già nel 117, prima della morte dell’Optimus Princeps, le legioni si erano dovute ritirare, vanificando il cospicuo sforzo economico e militare investito nell’impresa. Con buona pace di chi, ancor oggi, continua a esaltarsi davanti a una carta della massima espansione dell’impero.

Giusto Traina insegna Storia romana a Sorbonne Université e all’Università del Salento, e Storia militare a Sorbonne Université Abu Dhabi.

 

 

21 gennaio 2024

Amedeo Feniello

MARCO POLO E LA NUOVA IDEA DI CONFINE DEL MEDIOEVO

Quanto spazio c’è per il ricordo e la memoria nel chiuso di una cella? Davvero poca. Eppure è proprio in questo spazio minuscolo che Marco Polo elabora tutto il racconto del suo Milione: la storia di uno spazio infinito e pressoché senza confini, oltre qualunque immaginazione per ogni uomo del Medioevo; e di un viaggio da rivivere, e su cui fantasticare, ben oltre il mondo conosciuto d’allora.

Amedeo Feniello insegna Storia medievale al Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila.

 

 

4 febbraio 2024

David Salomoni

FRANCIS DRAKE, UN CORSARO AI CONFINI DEL MONDO

Il Cinquecento è stato un secolo di cambiamento radicale e traumatico. Tra le sfide più vertiginose di quei decenni vi fu l’espansione europea verso i nuovi continenti: America, Asia e Africa. Furono tanti gli attori coinvolti in questa esperienza: missionari, esploratori, mercanti, soldati. Il corsaro Francis Drake incarnò molte, se non tutte queste figure: mercante di schiavi, guerriero al servizio della regina Elisabetta I, fervente predicatore protestante, ma anche esploratore, scienziato, geografo, la sua figura è tra le più affascinanti della storia europea.

David Salomoni è storico modernista e – dopo una lunga esperienza di ricerca a Lisbona – insegna attualmente all’Università per Stranieri di Siena.

 

 

18 febbraio 2024

Anna Foa

DIASPORA E SIONISMO. RITROVARE I CONFINI PERDUTI

Alla fine del XIX secolo, il progetto sionista cambia l’intero mondo ebraico, non solo immaginando e creando il nuovo Stato degli ebrei, ma anche, in opposizione o in confronto, ridefinendo i confini materiali, culturali e ideali della diaspora, il luogo di duemila anni di vita degli ebrei. Nulla sarà più come prima, nel nuovo confronto fra i due universi ebraici.

Anna Foa è professoressa emerita di Storia moderna all’Università di Roma La Sapienza.

 

 

3 marzo 2024

Paolo Ferri

I CONFINI DEL SISTEMA SOLARE

Quando, Il 7 gennaio 1610, Galileo puntò il telescopio verso Giove e vide tre misteriose stelline vicino al pianeta, comprese presto l’enormità di questa scoperta: Giove aveva delle lune che gli orbitavano attorno, così come la nostra Luna fa con la Terra. I confini del mondo si erano spostati di colpo dalla Terra ai pianeti. Nei quattro secoli successivi i progressi dell’astronomia sono stati continui, arrivando a costruire un modello dettagliato del Sistema solare. Cinquant’anni fa, con l’inizio dell’era spaziale, si è verificato un nuovo, grande balzo: oggi possiamo viaggiare nel Sistema solare. Abbiamo scoperto una fascia di milioni di nuovi corpi celesti a distanze enormi dal Sole, e poi ancora più lontano, abbiamo raggiunto il limite della tenue ma turbolenta atmosfera solare. Abbiamo trovato il nuovo confine del mondo.

Paolo Ferri, fisico teorico, ha lavorato per quasi 40 anni al centro spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea a Darmstadt, in Germania e nella sua carriera ha vissuto direttamente gran parte della storia dell’esplorazione spaziale europea.

 

 

17 marzo 2024

Simona Colarizi

LA GUERRA FREDDA E IL MONDO IN BLOCCHI

All’inizio il confine era un “cordone sanitario”, così lo avevano definito le potenze vincitrici della prima guerra mondiale nel 1919, nel timore che il virus della rivoluzione bolscevica del 1917 in Russia si propagasse a Occidente, trasformandosi in una pandemia incontrollabile. Dopo la seconda guerra mondiale quel “cordone sanitario” diventava una “cortina di ferro”, destinata per quasi mezzo secolo a dividere l’Europa dove le due massime potenze del mondo USA e URSS si confrontavano in un “equilibrio del terrore” definito “guerra fredda”.

Simona Colarizi è professoressa emerita di Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza.

 

 

7 aprile 2024

Franco Farinelli

DALLE MAPPE AL WEB. IL DESTINO DEI CONFINI

Lo stato moderno è strettamente legato al concetto di “mappa”: si definisce infatti a partire da confini lineari e obbedisce rigorosamente alla logica della geometria classica, in funzione di un territorio inteso come estensione continua e omogenea. Che cosa succede quando al sistema euclideo delle mappe si sostituisce una forma di rappresentazione – quella del web – che obbedisce ad una logica opposta? Siamo di fronte a un assetto inedito della faccia della Terra?

Franco Farinelli, geografo, è professore emerito all’Università degli Studi di Bologna.

La forza delle idee: le Lezioni di Storia a Bari

 

  “LA FORZA DELLE IDEE”

Ritornano le Lezioni di Storia al Teatro Petruzzelli di Bari

Dal 15 ottobre al 10 dicembre 2023

(sempre di domenica alle ore 11.00)

 

Si rinnova l’appuntamento con le Lezioni di Storia al Teatro Petruzzelli con un programma di sei incontri sul tema “La forza delle idee”.

Il ciclo, ideato dagli Editori Laterza, organizzato in coproduzione con la Fondazione Teatro Petruzzelli, con il patrocinio della Regione Puglia e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bari, è realizzato con il sostegno di Exprivia, Masmec e SDR.

 

In un celebre passo delle Lezioni sulla filosofia della storia Hegel fa riferimento a quelli che chiama gli “individui cosmico-storici”. Ovvero, i protagonisti che segnano con il loro agire lo spirito del loro tempo. Uomini e donne, insomma, che “fanno la storia”. Il filosofo tedesco cita ad esempio Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone. Ma siamo sicuri che a “fare la storia” siano stati e siano solo i grandi condottieri, o i re e le regine, gli imperatori e i papi? Certo, a costoro dobbiamo cambiamenti radicali nei destini dei popoli. Ma dobbiamo cambiamenti radicali – i cui effetti possono durare nei secoli e nei millenni – anche a uomini e donne che non hanno comandato eserciti, emanato leggi e governato imperi. Sono coloro che hanno imposto una nuova visione della società, dei valori, dell’umanità. Sono gli uomini e le donne che hanno interpretato la realtà in modo nuovo, e con la forza delle loro idee (e a volte con il prezzo del sacrificio di sé) hanno cambiato – nel bene e nel male – mentalità, leggi, vite. A questi protagonisti del loro tempo e alle visioni del mondo che sono stati in grado di generare, è dedicato questo ciclo delle Lezioni di Storia.

Le Lezioni si apriranno domenica 15 ottobre con Laura Pepe che affronterà il tema della giustizia attraverso la figura mitica di Antigone la cui parabola tragica induce ancora oggi a riflettere sul reale significato di questa parola. Proseguiranno il 29 ottobre con Alessandro Vanoli che si interrogherà sull’idea di Occidente e sul senso che ha per noi, in questo momento storico, la figura di Cristoforo Colombo, fra statue da abbattere e leggende da riscoprire. Emma Goldman − filosofa, anarchica e paladina delle donne − sarà al centro della lezione di Valeria Palumbo del 19 novembre. Il 26 novembre sarà la volta di Guido Barbujani, il genetista condurrà il pubblico alla scoperta di Cesare Lombroso e del concetto di ‘razza umana’. Il 3 dicembre Stefano Mancuso proporrà un viaggio nel complesso e affascinante mondo dell’evoluzione, a partire dagli otto libri dedicati da Darwin alle piante. Infine, Alessandro Barbero, nella lezione di chiusura del 10 dicembre, racconterà il perché la povertà non deve essere combattuta ma amata, attraverso l’esempio e la forza di Madre Teresa di Calcutta.

Tutte le lezioni saranno introdotte da Annamaria Minunno.

 

PREVENDITA
AVVIO IL 22 SETTEMBRE ORE 11:00 (on line e botteghino)

  • dal 22 al 28 settembre solo campagna abbonamenti
  • dal 29 settembre in poi sia abbonamenti che biglietti dei singoli appuntamenti

 

INFO BIGLIETTERIA

POSTI NUMERATI Posto in platea, palchi di I e II ordine intero 12 euro / ridotto 10 euro • Abbonamento intero 60 euro / ridotto 50 euro • Posto palchi a partire dal III ordine intero 7 euro / ridotto 5 euro • Abbonamento intero 35 euro / ridotto 25 euro • Riduzioni per under 26 e over 65.

In vendita presso il botteghino del Teatro Petruzzelli e online su www.vivaticket.com • infoline tel 080 9752 810 • e-mail botteghino@fondazionepetruzzelli.it

 

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PROGRAMMA

15 ottobre 2023
LAURA PEPE
ANTIGONE E LA GIUSTIZIA

29 ottobre 2023
ALESSANDRO VANOLI
CRISTOFORO COLOMBO E L’OCCIDENTE

19 novembre 2023
VALERIA PALUMBO
EMMA GOLDMAN E L’AMORE

26 novembre 2023
GUIDO BARBUJANI
CESARE LOMBROSO E LE RAZZE UMANE

3 dicembre 2023
STEFANO MANCUSO
CHARLES DARWIN E L’EVOLUZIONE

10 dicembre 2023
ALESSANDRO BARBERO
MADRE TERESA DI CALCUTTA E LA POVERTÀ

Pianeta Terra Festival 23

 

Immaginare un futuro più sostenibile è possibile: è questa la convinzione di Pianeta Terra Festival che torna a Lucca, dopo il successo della prima edizione, da giovedì 5 a domenica 8 ottobre, occupando alcuni dei luoghi più suggestivi della città – la Chiesa di San Francesco, Palazzo Ducale, L’Orto Botanico, l’Auditorium del Suffragio – solo per citarne alcuni.  La manifestazione è diretta da Stefano Mancuso, ideata, progettata e organizzata dagli Editori Laterza, e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

La rete della vita sarà il tema della seconda edizione di Pianeta Terra Festival. Come spiega il direttore del Festival Stefano Mancuso, “Il filo conduttore degli incontri sarà l’esplorazione della fitta, ingegnosa rete che tiene insieme tutti gli esseri viventi. Comprendere l’interdipendenza di ciascun elemento della lunga catena di ciò che è vivo significa comprendere che non ci si salva da soli”.

L’obiettivo è guardare al nostro Pianeta con la consapevolezza che siamo un’unica sola vita: è questo l’orizzonte in cui dobbiamo operare se vogliamo costruire un futuro solido e sostenibile.

“La straordinaria partecipazione che ha visto la prima edizione di questo Festival ci fa ben sperare per il futuro – dice Giuseppe Laterza. Significa che si è radicato, soprattutto nelle giovani generazioni, il rispetto per il Pianeta, per ogni specie vivente, che stiamo finalmente abbandonando l’idea di essere noi il centro della Terra”.

“Il tema della ‘rete’ al centro di questa seconda edizione – commenta Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – è di fondamentale importanza. Siamo estremamente soddisfatti di promuovere un festival costruito da Laterza con il coinvolgimento di realtà di Lucca e del territorio che da anni sosteniamo”.

 

IL PROGRAMMA

Durante i quattro giorni di festival, in oltre 80 appuntamenti, i molti ospiti italiani e internazionali esploreranno la straordinaria trama della vita nelle sue diverse declinazioni. Attraverso dialoghi, lezioni magistrali, workshop e spettacoli, con scienziati, antropologi, filosofi, economisti, storici, scrittori, artisti e innovatori si parlerà dei fenomeni climatici estremi, degli effetti su larga scala della riduzione del ghiaccio artico, della crescita esponenziale della popolazione mondiale, del rapporto di interdipendenza tra salute del pianeta e salute umana e animale, dei nuovi sistemi di salvaguardia della biodiversità animale e alimentare, di agricoltura, di cucina ambientale, di inquinamento luminoso, di come fare impresa e turismo sostenibile. Conosceremo la voce delle foreste primordiali e la loro resilienza, la natura della materia terrestre e di quella celeste, il legame inscindibile tra libertà e solidarietà, la nostra arroganza e fragilità, scopriremo che la coscienza non è un privilegio esclusivo di noi umani, e che la letteratura, l’arte, il cinema sono strumenti preziosi per porci in ascolto diretto dei dati allarmanti che il nostro pianeta ci sta lanciando ormai da tempo.

 

ASSOLI

Molti gli assoli in cui esperti italiani e internazionali approfondiranno le tematiche centrali del festival. In ordine sparso: Yadvinder Malhi, professore di Ecosystem Science all’Università di Oxford, ci farà capire perché il nostro pianeta è un organismo vivente con un suo metabolismo conoscibile e misurabile; un vero e proprio progetto di rigenesi che vede al centro il suolo con un ruolo primario e inedito è quanto illustrerà George Monbiot, giornalista del Guardian e attivista di fama internazionale; sarà invece un viaggio in giro per il mondo quello con Dan Saladino che ci racconterà degli alimenti a rischio di estinzione e le ragioni per cui dobbiamo impegnarci a salvaguardarli. Giorgio Vallortigara ci porterà alla scoperta della coscienza animale, scalzando l’idea che appartenga solo a pochi “animali superiori”; Massimo Recalcati proporrà una riflessione sul vincolo che unisce la libertà e la solidarietà e perché è necessario non comprometterlo; Simone Pollo ci inviterà a riflettere sulla responsabilità etica che abbiamo nei confronti degli animali; mentre con Piero Papik Genovesi scopriremo cosa sono le specie aliene e perché sono pericolose per l’ecosistema. A partire dalla significativa etimologia del termine, il fisico Guido Tonelli ci introdurrà al concetto sfuggevole di materia e alle sue variegate forme. Dopo averci portato dentro la sua ultima spedizione nei paleotropici del Borneo, David Monacchi ci renderà partecipi di un’inedita esperienza acustica del suono puro, inalterato, di un coro del crepuscolo, registrato nell’area di foresta pluviale probabilmente più vecchia del Pianeta. Massimo Livi Bacci, autorevolissimo demografo, ci metterà di fronte alla questione dell’aumento smisurato della popolazione mondiale e della quantità sostenibile dal nostro Pianeta. Di un’altra dismisura, quella dell’azione umana, si occuperà Umberto Galimberti, ponendo il problema di quale etica sia necessaria nell’età della tecnica.  Andremo a lezione dagli alberi con Giorgio Vacchiano con cui scopriremo perché hanno molto da insegnarci; di disboscamento illegale, traffico di rifiuti e commercio di specie protette ci parlerà invece Lorenzo Colantoni. E infine, in occasione del decennale della riapertura della Chiesa e del Convento di San Francesco, Lucca dedica alla figura del santo cui si è attribuito un rapporto esclusivo con la natura, una lectio di Alessandro Barbero che ne ricostruisce un profilo storico dai tratti inediti.

 

INNESTI

Straordinari, imprevedibili e preziosi sono i risultati degli innesti tra discipline all’apparenza assai distanti. Dell’alleanza virtuosa tra arte e scienza discute con Stefano Mancuso l’artista Thijs Biersteker che con le sue installazioni immersive rende emotivamente tangibili a ciascuno di noi fenomeni piccoli e grandi che stanno distruggendo il pianeta. Per parte sua, la letteratura ha da sempre cantato la natura, benigna, maligna, misteriosa e il suo rapporto con l’uomo. A ripercorrerne la storia sarà Giulio Ferroni con Edoardo Camurri. Molto hanno da dire sulla fragilità delle creature viventi e sull’arroganza umana la religione e la psicoanalisi ed è ciò che indagheranno Vincenzo Paglia e Luigi Zoja. Infine un confronto corale è quello proposto da Leonardo Caffo, Giorgio De Girolamo e Giacomo Moro Mauretto sui limiti e i traguardi della disobbedienza climatica.

 

ALLA RADICE

Molti i dialoghi e le interviste per approfondire tematiche più specifiche e tuttavia assolutamente centrali. Nevralgico è senz’altro il tema affrontato da Peter Wadhams, uno tra i massimi esperti a livello mondiale di ghiaccio marino e oceani polari, che ci porterà nell’Artico per spiegarci i molteplici e disparati effetti a catena che si stanno producendo a causa della riduzione dei ghiacci. Attualissimo il tema che affronterà Carlo Cacciamani, fisico e meteorologo, che spiegherà le ragioni della moltiplicazione degli eventi climatici estremi e cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro. Altrettanto attuale il tema della repentina diminuzione della disponibilità idrica affrontato da Edoardo Borgomeo e Stefano Mariani. Un viaggio a ritroso nel tempo è quello proposto da Elisabetta Erba, una micropaleontologa tra le più autorevoli al mondo, che ci porterà indietro di milioni di anni per scoprire i climi del passato attraverso i sedimenti degli oceani. Conosceremo il mondo invisibile sotto i nostri piedi con Paola Bonfante, biologa vegetale, pioniera degli studi sul rapporto tra piante e microorganismi, ed esploreremo i rapporti di collaborazione tra piante, funghi e batteri. Quanto le culture di diverse comunità siano attive e determinanti nell’interpretazione e nelle scelte nei confronti dell’ambiente naturale è ciò che scopriremo con il noto antropologo Francesco Remotti, che ci farà entrare nel vivo del rapporto fattuale e simbolico con la grande foresta equatoriale dei BaNande del Nord Kivu. Ci condurrà altrettanto lontano nella comunità degli Alpaqueros anche Alessandro Cinque che, a partire dal suo pluripremiato reportage fotografico, ci mostrerà quanto la cultura e l’identità di un popolo siano profondamente intrecciate con l’ambiente. Di inquinamento luminoso su scala nazionale e internazionale e delle sue ripercussioni parleranno Irene Borgna e Fabio Falchi; mentre l’infettivologo Stefano Vella discuterà di salute e spiegherà perché adottare un punto di vista che tiene insieme salute umana, animale e del pianeta intero, l’approccio denominato One Health. Manuela Monti e Carlo Alberto Redi discuteranno dei cambiamenti che la nostra alimentazione subirà nel futuro, mentre la cheffe stellata Chiara Pavan ci parlerà di cucina ambientale a partire dalla sua esperienza.

 

SEMI

Tante le attività che coinvolgono bambini e ragazzi: in primo luogo, gli studenti di ogni ordine e grado saranno chiamati a immaginare, discutere e raccontare nuove soluzioni e buone pratiche per rispondere alle sfide del cambiamento climatico. È inoltre previsto un fitto calendario di letture e laboratori nonché due mostre rivolte ai ragazzi; il tutto, a cura dell’associazione Talea APS, in luoghi speciali come l’Orto Botanico e la Biblioteca Agorà. Ancora rivolta ai bambini si segnala l’iniziativa dedicata al tema del mare organizzata da Ecopol.

 

FOCUS

Molti gli apporti del mondo produttivo che racconta progetti in corso o realizzati per la sostenibilità ambientale. Giulio Grossi, Massimo Pasquali, Fabia Romagnoli e Mario Giorgio Valori  si confronteranno sul ruolo che il settore bancario può avere nell’accompagnare le imprese verso un futuro sostenibile. Emanuela Evangelista e Riccardo Balducci ci parleranno del progetto di bioeconomia e restauro ambientale Together we plant the future che coinvolge 1400 famiglie della foresta amazzonica col fine di sostenere lo sviluppo della popolazione locale e di creare un corridoio di biodiversità in grado di collegare aree isolate tra loro. Del modo in cui operare per rendere non utopica la transizione ecologica parleranno Luigi Lazzareschi, Matteo Leonardi e Chiara Mio. Leonello Benedetti, Lorenzo Matteucci, Tiziano Pieretti e Fabio Reali si concentreranno sul rapporto tra acqua e industria sottolineando l’intenso impegno per la depurazione e il riuso, con particolare riferimento alle realtà di Lucca, Pistoia e Prato. Silvio Gentile, Evarist Granata, Giovanni Lo Storto e Alessia Montani affronteranno il tema della relazione tra sostenibilità e profitto, relazione possibile solo in un nuovo quadro di rapporti tra investitori, imprenditori e centri di ricerca. Sulla capacità reale dell’agricoltura italiana di affrontare transizione energetica, tecnologia e innovazione parlerà Massimiliano Giansanti insieme a Paolo Mascarino. Della gestione dei rifiuti discuteranno Daniele Fortini e Marco Frey partendo dal presupposto che il rifiuto non appartiene concettualmente alla natura e di come l’economia circolare, da questo punto di vista, offre reali possibilità di soluzione al problema.

Con Fabio Iraldo e Fabia Romagnoli scopriremo quali criteri seguire se vogliamo consumare in modo consapevole e, al contempo, quali strategie e pratiche debba mettere in atto un’impresa per essere sostenibile. Dalla testimonianza di chi da anni si dedica con passione alla cura e alla coltivazione delle erbe capiremo le loro virtù e i loro benefici con Alessandra Viola, Reto Raselli e Luca Morari. Si parlerà di biodiversità, con un focus specifico sulle api, con Simona Alberti, Davide Briganti e Marco Miglioranza. Sul Green Deal Europeo, cioè sul piano per rendere sostenibili l’economia, la società e i territori dell’UE, si confronteranno Arianna Censi, Luca Menesini e Giustino Piccolo. Ci si focalizzerà sul futuro sostenibile e sicuro del lavoro con Luisa Corazza, Pietro Curzio, Valeria De Lucia e Edoardo Zanchini; e si confronteranno sulle interconnessioni tra il lavoro della terra e le condizioni dei lavoratori Marco Omizzolo e William Chiaromonte. Della storia del disastro della Xylella e del piano di recupero ci racconteranno Luigi De Vecchi e Daniele Rielli. Il grande apporto del lavoro delle donne all’agricoltura sarà il tema trattato nel dialogo tra Deborah Piovan e Amedeo Alpi. È possibile calcolare l’impatto ambientale dei modelli di consumo e misurare quanto i cambiamenti di stile di vita possono migliorare l’impronta ambientale di ciascuno di noi? È quanto discuteranno Fabrizio Natale, Serenella Sala e Fabiana Scapolo.  Infine le nostre città: con Rainer Winter e Luca Lanini si parlerà di edilizia sostenibile; con Robert Kropfitsch e Rico Maggi della possibilità di un turismo virtuoso dal punto di vista di chi viaggia, di chi ospita e di chi opera nel settore.

 

LECTURES

Come sempre, è dalle istituzioni in cui si fa ricerca come IMT, la Scuola Superiore Sant’Anna e l’Università di Pisa, che possono venire le idee più brillanti. Gli incontri in programma, rivolti a un pubblico più generale, ne sono l’espressione più diretta. Pietro Pietrini, psichiatria e studioso di neuroscienze, ci mostrerà l’intreccio tra Natura – biologia, genetica – e ambiente – clima, cultura, eventi di vita; di intreccio si tratta anche nel caso del rapporto tra religioni monoteistiche e sensibilità ecologica ed è quanto emergerà dal dialogo tra Noemi Di Segni, Mons. Paolo Giulietti e Yassine Lafram; infine Claudia Chiozzotto e Fabio Iraldo mostreranno come produrre e consumare in modo sostenibile, superando la pratica del greenwashing.

 

WORKSHOP 

Quest’anno sono previsti anche due nuovi formati: WORKSHOP: in collaborazione con L’Università di Pisa, in cui Marco Raugi, titolare della Cattedra UNESCO su Comunità Energetiche, insieme ad altri esperti dell’Università di Pisa e dell’ENEA, fornirà ai partecipanti gli strumenti di base per progettare la propria comunità energetica; PITCHDAY: a cura di A11 Venture, in cui sei delle più promettenti start up italiane presenteranno il loro progetti e il loro potenziale impatto sul futuro della sostenibilità.

 

CINEMAVERDE 

Anche quest’anno Pianeta Terra Festival, in collaborazione con Lucca Film Festival e Green Cross Italia, assegna il Green Tree Award, premio rivolto al film europeo più attento e sensibile alle tematiche ambientali. I cinque film selezionati come finalisti verranno proiettati nella Sala Vincenzo da Massa Carrara e una giuria premierà, in occasione del Festival, il film vincitore.

Ecco la cinquina selezionata: Bentu (2022), diretto da Salvatore Mereu; Utama. Le terre dimenticate (2022), diretto da Alejandro Loayza Grisi; As bestas (2022), diretto da Rodrigo Sorogoyen; Le otto montagne (2022), diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch; Siccità (2022), diretto da Paolo Virzì.

In compagnia di Alberto Crespi, grande esperto di cinema e conduttore di Hollywood Party, si parlerà di quella che possiamo definire la linea verde del grande schermo.

 

SPETTACOLI

Non mancheranno concerti, spettacoli e dialoghi in musica: l’Orchestra del Conservatorio “Luigi Boccherini” eseguirà le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi; il poeta Valerio Magrelli e il pianista Simone Soldati si esibiranno insieme in uno spettacolo intitolato La poesia della natura illuminato dalla sola luce delle candele dell’installazione di Gregorio Botta; Edoardo Camurri porterà di nuovo a Lucca il format di Rai Radio 3 “Tutta l’umanità ne parla” insieme a tanti ospiti; Lorenza Zambon accompagnata da Ilide Carmignani, con le melodie di Gianpiero Malfatto, leggerà l’adattamento teatrale del libro Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett, tradotto in italiano da Pia Pera; lo scrittore Antonio Pascale si produrrà in un monologo divertente sul destino nostro e del pianeta. Chiuderà il festival il direttore scientifico Stefano Mancuso e il Duo Bandini – Chiacchiaretta, che già dal titolo Evoluto come un tango! Promette uno spettacolo da non perdere!

 

LA SQUADRA DEL FESTIVAL 

Pianeta Terra Festival è ideato, progettato e organizzato dagli Editori Laterza, con la direzione scientifica di Stefano Mancuso, e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

La Città di Lucca e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea sono partner istituzionali dell’evento.

La manifestazione è realizzata grazie anche alla compartecipazione della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest / The Lands of Giacomo Puccini e Confindustria Toscana Nord.

Il Festival deve inoltre moltissimo al supporto di numerosi sostenitori: a Banco BPM che è partner dell’evento, a Sofidel, main sponsor, a Confagricoltura, Ecopol, EOS IM, Findus Italia, Green Utility, Retiambiente, Ricola, tutti sponsor del progetto, e al supporter Toscotec.

Hanno conferito il loro patrocinio: la Regione Toscana, la Provincia di Lucca, la Scuola IMT Alti Studi di Lucca, la Scuola Superiore Sant’Anna, l’Università di Pisa, l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Lucca e Massa Carrara, la Fondazione Campus, l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Rai per la Sostenibilità ESG.

Hanno partecipato attivamente al progetto anche A11 Venture, l’Associazione Musicale Lucchese, l’Associazione Talea, la Biblioteca civica Agorà, la Fondazione Giuseppe Pera, Green Cross Italia, il Conservatorio di Musica “Luigi Boccherini”, Lucca Comics&Game, il Lucca Film Festival, Lucense, l’Orto Botanico di Lucca e Photolux Festival.

Media partner dell’iniziativa sono Rai Radio 1, Rai Radio 3 e Rai News 24.

Trenitalia è vettore ufficiale del Festival.

Hanno collaborato anche Audi – Center Terigi e Gli Orti di Elisa. Giorgio Tesi Group ha garantito il verde per l’allestimento delle sale.

 

Gli incontri di Pianeta Terra Festival sono a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti. Il programma completo e tutte le informazioni pratiche sono disponibili e costantemente aggiornati sul sito pianetaterrafestival.it e sui canali social Facebook, Instagram, Twitter e Youtube.

Roma Storia Festival

 

ROMA STORIA FESTIVAL
“Lo spazio di Roma”

28 settembre − 1 ottobre 2023 a Roma

 Riscoprire la storia dei luoghi-simbolo dell’Urbe e dei suoi quartieri

 

 

Dopo il successo dello scorso anno, dal 28 settembre al 1 ottobre 2023 torna il grande racconto della storia nella Capitale. Questa edizione del Roma Storia Festival sarà ancora più ricca e si svolgerà in quattro giornate: sono previsti 23 incontri inediti e gratuiti, tra cui 14 lezioni magistrali, con la partecipazione dei più autorevoli storici italiani, di scrittori e giornalisti.

Il tema di questa edizione è “Lo spazio di Roma”; la suggestiva cornice di Piazza di Pietra, la Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano e la Sala del Consiglio della Camera di Commercio ospiteranno gli appuntamenti in programma.  

L’evento è promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma, ideato e progettato dagli Editori Laterza con il patrocinio di Roma Capitale Assessorato alla Cultura.

 

“Studiare la Storia – afferma Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – è fondamentale per interpretare correttamente il presente e prepararsi al futuro. Per cogliere a fondo la complessità della Roma contemporanea, è indispensabile conoscere la Roma del passato. Il Roma Storia Festival è un viaggio nel tempo e rende evidente che la nostra città è, da sempre, palcoscenico della Storia del mondo. La Camera di Commercio di Roma sostiene e promuove con convinzione il Roma Storia Festival, insieme alla Casa Editrice Laterza e con il patrocinio di Roma Capitale: una collaborazione che ci rende orgogliosi, intrapresa l’anno scorso con la prima edizione che, per prudenza, denominammo “Anteprima”: il grande successo di pubblico e di critica ci ha portato ad ampliare e arricchire il programma che presentiamo oggi.

L’attenzione della Camera di Commercio sul fronte della cultura è massima. In sinergia con le altre Istituzioni del territorio, abbiamo garantito un forte impegno per valorizzare la cultura a Roma. Nel complesso, in questi 20 anni – conclude Tagliavanti – abbiamo investito in grandi infrastrutture e manifestazioni culturali oltre 100 milioni di euro. Una scelta che la nostra Istituzione intende portare avanti con ancora più forza”.

“L’esperienza delle Lezioni di Storia – dichiara Giuseppe Laterza –  mostra che la storia appassiona e coinvolge, ma crea anche una grande comunità attiva. Sono grato a tutti gli storici che regaleranno a questa comunità l’emozione di scoprire “Lo spazio di Roma” attraverso la sua storia, la letteratura, l’arte, il cinema”.

Roma è da sempre un meraviglioso museo a cielo aperto: le piazze, i palazzi, i giardini, le fontane e i resti del suo passato più lontano sono frequentati ogni anno da milioni di persone di ogni parte del mondo. Ogni luogo della Città Eterna merita molto più di una rapida visita. Questa edizione del Roma Storia Festival sarà l’occasione per fermarsi e scoprire le tante storie che “Lo spazio di Roma” custodisce e racconta: l’Urbe è stata al centro della politica occidentale, ma anche della religione e non solo. È stata meta e fonte di ispirazione nei secoli di pittori e scultori, di scrittori e cineasti, di scienziati e architetti. Della loro opera la città porta tracce significative nei suoi edifici, nelle strade, nei vicoli ma anche nelle tante istituzioni culturali in essa attive. E i luoghi, naturalmente, saranno lo spunto per parlare anche delle date storiche che hanno cambiato il corso della Storia, dei personaggi di epoche, mondi e culture diverse che qui si sono incontrati e hanno fatto la Storia, della città e talvolta del mondo intero.

Questa maratona della Storia potrà ricordarci che i siti di Roma sono stati e sono in continua trasformazione e potranno insegnarci ancora molto.

I protagonisti delle lezioni magistrali sono: Antonio Forcellino “La Cappella Sistina. Cuore della cristianità, trionfo del genio”, Alessandro Barbero “Le Terme di Caracalla. Roma e il diritto di cittadinanza”, Costantino D’Orazio “Piazza Navona. Metamorfosi nel cuore di Roma”, Maria Giuseppina Muzzarelli “San Giovanni in Laterano. San Francesco dal Papa”, Corrado Augias “Porta San Pancrazio e la Repubblica romana”, Paolo Di Paolo “San Lorenzo. Roma sotto le bombe nelle pagine di Elsa Morante”, Alessandro Vanoli “Musei Vaticani. La mappa del mondo nella Roma moderna”, Francesca Cenerini “Il Portico di Ottavia. Il ruolo delle donne a Roma”, Laura Pepe “Il Colosseo. Il mondo dei gladiatori”, Luciano Canfora “Dal Tempio della Concordia al Carcere Mamertino. La congiura di Catilina”, Giovanni Brizzi “L’Ara Pacis. Il saeculum di Augusto”, Emilio Gentile “Il Campidoglio – Gabriele D’Annunzio e la chiamata alle armi”, Sandra Petrignani “Il rione Monti. Ettore Petrolini e le anime di Roma, Francesco Rutelli “L’EUR, da scenario del Duce a centralità contemporanea”.

Nella sezione Roma Lontano da Roma ci saranno gli interventi di Golo Maurer su “Palazzo Caffarelli – La presenza tedesca sul Campidoglio” e quello di Fernando Garcia Sanz su “Il Gianicolo degli spagnoli” realizzati in collaborazione rispettivamente con le ambasciate tedesca e spagnola.

Nella sezione Confronti è in programma l’incontro “Nerone e la Domus Aurea”, un dialogo tra Andrea Carandini e Paolo Conti sulla Roma di ieri e di oggi e sarà interessante assistere alle sfide storiche “Atene contro Roma” e “Crociati contro Saraceni” che vedranno protagonisti gli studenti del liceo “Giulio Cesare” coordinati dal Professore Roberto Contessi.

Alle 22.30 di tutte le giornate si terrà Roma Scomparsa una rassegna di incontri dedicati alla storia del cinema con alcuni film iconici che raccontano la città, selezionati e commentati da Alberto Crespi.

Tutti gli incontri del festival saranno introdotti dall’attrice Marta Bulgherini.

 

Il programma completo è disponibile sul sito www.romastoriafestival.it.

Tutti gli eventi sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per un ingresso prioritario, è possibile registrarsi sul sito www.romastoriafestival.it e presentarsi nei luoghi del Festival con un anticipo di almeno 15 minuti.

Per aggiornamenti e informazioni si possono consultare anche i canali social Instagram, Facebook, TikTok e YouTube degli Editori Laterza, delle Lezioni di storia Laterza e della Camera di Commercio di Roma.

Trenta giorni a meno venti!

 

Dal 9 settembre all’8 ottobre 2023

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 *escluse le novità degli ultimi sei mesi e le collane universitarie

I Greci e i Romani ci salveranno dalla barbarie

Stiamo lasciando volontariamente aperte le porte della nostra civiltà ai barbari, dimenticando le nostre radici greche e romane? O forse siamo noi i barbari, quando utilizziamo il nostro passato per giustificare il peggio della nostra civiltà? Ecco un piccolo ‘libro nero’ sull’uso politico dell’antichità, che ci aiuta a comprendere cosa c’è di vivo e cosa c’è di morto nel nostro legame con i Greci e i Romani.

Giusto Traina e Laura Pepe dialogano a partire da I Greci e i Romani ci salveranno dalla barbarie.

 

La teologia politica è inestinguibile

Teodoro Klitsche de la Grange | L’Opinione | 25 maggio 2023

L’espressione “teologia politica” è polisensa. Di solito denota l’influenza della religione nell’ordinamento delle comunità umane; in altri casi la corrispondenza tra rappresentazione dell’ordine metafisico-teologico e quello politico; in altri quello della somiglianza tra concetti della teologia con quelli del diritto pubblico. Il tutto in un’epoca in cui la secolarizzazione appare compiuta, il cielo si è eclissato e ha lasciato la terra, onde parlare di teologia politica sembra un’attività di archeologia culturale. Geminello Preterossi, nel suo saggio Teologia politica e diritto ritiene, invece, che: “La tesi fondamentale di questo libro è che la teologia politica sia inestinguibile. Anche al tempo della sua negazione, qual è quello presente. L’obiettivo che ci proponiamo è di scavare dentro questa insuperabilità. Sia facendone la genealogia, in modo da illuminare il nucleo teologico-politico della modernità e la costante riemersione di domande di senso in ambito secolare. Sia evidenziando le forme rovesciate che la teologia politica assume nel contesto ideologico neoliberale, cioè come teologia economica e teologia giuridica”. Al posto della teologia politica appaiono quindi quelle economica e giuridica, “ma interpretare quella crisi come tramonto o scomparsa sarebbe ingenuo. Piuttosto, con la teologia economica e quella giuridica si assiste alla riproposizione in forme rovesciate, spesso ostili al primato del politico, dei problemi di legittimazione e delle esigenze ordinative che sono alla base del nucleo teologico-politico moderno e del suo lascito paradossale”. Per teologia economica (il termine è anch’esso polisenso), Preterossi intende in primo luogo “una proposta ermeneutica sul neoliberalismo che non si limiti a sottolinearne gli aspetti ideologici e le conseguenze sociali, ma individui in esso un paradigma di razionalità e di governo basato su altre logiche (e altri “assoluti”) rispetto alla costellazione di senso propria della trascendenza politica sovrana”: il tutto senza alcuna trascendenza (almeno apparentemente). Mentre con la formula “teologia giuridica” si intende sottolineare la tendenza alla moralizzazione della normativa giuridica”. Come la teologica economica è rivolta contro la sovranità degli Stati, ma, non è riuscita a eliminare quello che Gianfranco Miglio chiamava “regolarità della politica” e, in un diverso discorso, Julien Freund “i presupposti del politico”, e ancor meno le situazioni eccezionali. Che anzi si sono ripresentate in modi (la pandemia) e in teatri (la guerra in Europa) dove sembravano estinte. Segno che i quattro cavalieri dell’apocalisse non sono stati pensionati dalla “fine della storia”.

L’inconveniente fondamentale del neo-liberalismo è di andare “in direzione di un modello di società che escluda qualsiasi dimensione di trascendimento simbolico del piano di immanenza. Non solo non riesce più a fare ordine, ma per arginare illusoriamente tale ingovernabilità si finisce per revocare. Tutti gli elementi costitutivi del “politico”, senza tuttavia la possibilità di istituzionalizzarli, renderli produttivi, travolgendo così anche la funzione della mediazione giuridica e sociale”. Guerra e stati d’eccezione (da anni nell’Occidente globalista viviamo per lo più tra l’uno e l’altra) mostrano come “tutti i tentativi di aggirare o rimuovere la teologia politica ne subiscono la nemesi, pagando il prezzo della mancata assunzione delle sfide alle quali essa corrispondeva. Così che, in un quadro disarmante di inefficienza ordinativa, si finisce per replicarla surrettiziamente in forme compensative e politicamente inefficaci”. In effetti, caratteristica della modernità “grazie a una serie di passaggi che siamo abituati a denominare “secolarizzazione”, (e che) la politica e la mediazione giuridica si sostituiscono alla religione come forza coesiva mondana. Ma non si tratta di una liberazione del religioso, cioè delle aspettative che in esso erano riposte. Quella sostituzione carica la politica della funzione simbolica istitutiva che era stata propria della religione”, e produttiva di coesione sociale perché esercita la funzione di mediare e decidere i conflitti. Per cui il riemergere del “politico” (e del teologico-politico) ai tempi dell’antipolitica, ne prova l’insostituibilità. La stessa “teologia economica” neoliberale “è una teologia politica “antipolitica” perché fa dell’immanenza un assoluto, cioè una forma di trascendenza sacrale che nega se stessa. Infatti il neoliberalismo non è, se si guarda alla sua logica profonda, solo una teoria “economica”, ma una filosofia della spoliticizzazione dell’agire umano”. Analogamente la sua opposizione dialettica, ossia il “populismo”, non rinuncia al “fondo” teologico. Scrive l’autore che “ne deriva che o c’è Dio o c’è il popolo: nelle società secolarizzate, è inevitabile che la fonte sia quest’ultimo. Il popolo prende il posto di Dio come soggetto costituente. Il populismo, evocando il popolo, si ricollega a questo passaggio decisivo della tradizione democratica moderna, che è un passaggio teologico-politico in senso schmittiano, quindi come sostituzione di una “trascendenza politica” moderna, emergente sul piano dell’immanenza a una trascendenza sacrale, in sé “trascendente”.

Preterossi conclude sostenendo (cosa ormai evidente) che la “teologia economica” alla lunga, non ha funzionato: al deficit di eccedenza politica non ha sostituito alcun surplus ordinante. “Ciò ha causato una profonda crisi di legittimazione”, né ha suscitato legami comunitari. La “teologia giuridica” neppure: la tesi dell’autore è che “la saldatura di un diritto sempre meno preoccupato dell’effettività e della certezza con la morale neoliberale sia non solo il segno di una generale crisi del “giuridico”, ma allo stesso tempo il tentativo, disperato e fallimentare, di individuare una sfera legale eticamente immunizzata, che compensi la perdita di auctoritas delle istituzioni e l’inaridimento della sfera pubblica”. La teologia politica è così inestinguibile “in quanto esprime la struttura di fondo della metafisica politica moderna. L’unico modo per tenerla sotto controllo è riconoscerla, non contrapporvisi direttamente, o negarla. Se, come credo, la modernità può essere concepita come una forma di “auto -trascendenza dell’immanenza”, ciò significa che la teologia politica è un movimento interno alla modernità secolare”. Non è necessario che il fondamento sia di natura religiosa: “Può essere anche di natura etico-politica, ideale (nella modernità matura è stato prevalentemente tale). Ma il punto è che il contenuto etico non può risolversi in compensazione soggettivistica, moralistica del vuoto d’identità collettiva”.

Così “la teologia politica si ripropone oggi nella forma del simulacro. Non produce risposte politiche, ma surrogati di verticalità e di sicurezza”. Resta il dubbio se vi siano forme di soggettività politica collocabili “oltre” la teologia politica, che l’autore ritiene auspicabili “di visioni politiche ambiziose, che non temano di confrontarsi con le cose ultime. La politica come amministrazione va bene, forse, per tempi tranquilli. Non quando lo spirito torna a calzare gli stivali delle sette leghe”. Un saggio assai interessante ed esauriente, nel solco pensiero di Thomas Hobbes, Georg Wilhelm Friedrich Hegel e Carl Schmitt. Una notazione del recensore a un libro così articolato e del quale ho cercato di rendere l’essenziale. E noto che a partire da Louis de Bonald, continuando per Juan Donoso Cortés e arrivando a Maurice Hauriou la correlazione tra concezioni teologiche e forme politiche (non solo statali) è stato variamente affermato.

Così per de Bonald il deismo era la concezione teologica sottesa al costituzionalismo liberale (il re che regna, ma non governa), il teismo cattolico allo Stato assoluto; per Donoso Cortés il nocciolo del liberalismo era sempre deista, quello del socialismo ateo. Per Maurice Hauriou lo Stato borghese era uno dei possibili esiti della dottrina teologica del diritto divino provvidenziale, mentre lo Stato assoluto lo era del diritto divino soprannaturale; il decano di Tolosa riteneva anche come questo fosse un intervento (intervention) della metafisica sul diritto. Il quale ricopre come un guscio (couche) il fondo (fond) teologico, ma non può sfuggire a questa costante (o regolarità). La quale si manifesta chiaramente quando il diritto viene a mancare, come nel caso dei governi, di fatto, fondati sulla “giustificazione teologica” e non sulla legalità delle procedure. Il fond teologico è così creatore di forme giuridiche. Resta da vedere quali forme possa creare il “pilota automatico” (versione tecnocratica della “mano invisibile”) tecno-globalista. Probabilmente nessuna (se coerente); ove apocrifo (e ipocrita) la consegna del destino delle comunità a poteri indiretti ed opachi. Colla prospettiva di avere un governo né visibile né responsabile.