Il crollo del noi
Smettiamo di chiederci «Chi sono io?» e chiediamoci invece «Per chi sono io?». Solo così possiamo ragionare su una nuova forma di prossimità. Se vogliamo ritessere il ‘noi’ del convivere contemporaneo, sfidato e indebolito dalla globalizzazione, dobbiamo porci con forza e intelligenza questa domanda che apre la nuova frontiera della libertà. Una libertà che non è sinonimo di autonomia ma di pienezza di legami, la sola che può riportare al centro un contenuto essenziale del testo biblico: «non è bene che l’uomo sia solo».
Una delle voci più autorevoli e rispettate della Chiesa italiana. Un’analisi lucida ma non rassegnata sulla più grave emergenza del presente: il crollo dei legami umani.
Connessi gli uni agli altri, non per questo siamo davvero interessati ai destini di chi ci è prossimo. Al contrario, l’umanità sta attraversando una gravissima crisi di solidarietà. Ciascuno pensa a se stesso. Si è passati dal giusto riconoscimento dei diritti dell’uomo a una sorta di ‘egocrazia’. Il risultato è un vuoto insostenibile. Tanti sono i sintomi di un malessere esteso, che testimoniano la richiesta di ascolto e di aiuto. Attraverso una lettura del presente che trae spunto dalla ricca esperienza pastorale e intellettuale dell’autore, questo libro ci parla di una nuova cultura, di un nuovo sogno, di una nuova visione fondata sul riconoscimento dell’importanza del bene comune.