Indice Estratto

Edizione: 1995, V rist. 2010
Pagine: 254
Collana: Biblioteca Universale Laterza [424]
Serie: Teatro e Spettacolo
ISBN carta: 9788842045878
ISBN digitale: 9788858134290
Argomenti: Teatro: storia e saggi

Teatro e spettacolo nel Settecento

Roberto Tessari

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La prima storia generale del teatro inteso non tanto come scrittura drammatica quanto come rappresentazione e spettacolo.
Attraverso le grandi esperienze innovative di Marivaux e Goldoni, Gozzi e Rousseau, Lessing, Diderot e Goethe, il Settecento europeo si rivela il laboratorio sperimentale del teatro moderno e della odierna società dello spettacolo.

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Edizione: 2010
Pagine: 254
Collana: Biblioteca Universale Laterza
ISBN: 9788842045878

L'autore

Roberto Tessari

Roberto Tessari insegna Storia del teatro all’Università di Torino. Si è occupato di commedia dell’arte, fenomenologie e teorie teatrali del Settecento e del Novecento, drammaturgia pirandelliana. Tra le sue numerose pubblicazioni: La Commedia dell’Arte nel Seicento (Firenze 1969); Il mito della macchina (Milano 1973); Commedia dell’Arte: la Maschera e l’Ombra (Milano 1981); Pinocchio. ‘Summa atheologica’ di Carmelo Bene (Firenze 1982); Teatro del corpo, teatro della parola (con G. Chiarini, 1983); Da Goldoni a Ronconi (con S. Ragni, 1987); Teatro italiano del Novecento. Fenomenologie e strutture (Firenze 1996); Maschere di cera. Riforme, giochi, utopie (Genova 1997); Maschere musiche. Saggi materiali e studi sul Simbolismo teatrale (con M. Lenzi, 2000); Teatro e antropologia (Roma 2003); Teatro e antropologia (Roma 2004); Come un angelo di fuoco. Verità, immaginario e scenotecnica in Pirandello (Acireale-Roma 2012).

Scopri l'autore

¹ Ricordiamo che il Settecento è il secolo in cui, nelle principali culture europee, si affaccia e si afferma una moderna coscienza storiografica dei fenomeni teatrali. In questo settore, accanto all’opera pionieristica di Riccoboni (non solo le Réflexions, ma ancora l’Histoire du Théâtre Italien: cfr. Riccoboni, 1728), andranno menzionati almeno: per la Francia, i monumentali quindici volumi dell’Histoire du Théâtre français depuis son origine jusqu’à present, pubblicati da François e Claude Parfait tra il 1735 e il 1749; per l’Inghilterra, The History of the English Stage from the Restoration to the Present Time (1741), edita sotto il nome di Thomas Betterton, ma probabilmente compilata, su appunti di Betterton, da Edmund Curll e William Oldis (cfr. Loftis et al., 1976, p. 77); per i paesi germanici, dopo i Beiträge zur Historie und Aufnahme des Theaters (1749-50) di Lessing, la Geschichte des deutschen Theaters (1763) di J.F. Löwen.

² Riccoboni, 1738, pp. 19-20 (trad. it. in Taviani-Schino, 1982, p. 307).

³Ivi, pp. 21-25 (trad. it. in Taviani-Schino, 1982, pp. 307-308).

⁴ «Duvignaud ha giustamente messo in rilievo come – fino alla Rivoluzione Francese – la maggior parte della borghesia resti estranea al fatto teatrale [...]; la borghesia può offrire dei transfughi al palcoscenico, ma mai un pubblico di massa come sarà nell’Ottocento in tutta Europa. Anche il parterre [...] non è facilmente riconducibile a un pubblico borghese, come spesso si è pensato. Duvignaud preferisce parlare di chierici, bottegai, studenti, militari: un coacervo, ma non una classe» (Alonge, 1989, p. 72). Nel caso dei teatri veneziani, l’osservazione dello studioso francese (cfr. Duvignaud, 1965, pp. 99-105) andrebbe integrata – o modificata – comprendendo nel «coacervo» della platea categorie simili a quelle cui fa riferimento un Pier Jacopo Martello (vedi p. 8): «artegianelli», «barcaiuoli» ecc.

⁵ Martello, 1723, pp. 156-59.

⁶Ivi, p. 155.

⁷ Barbieri, 1636, pp. 24-25.

⁸ Martello, 1723, p. 155.

⁹ Riccoboni, 1721-43, p. 6.

¹⁰ Sui rapporti tra Cotta e Riccoboni, si vedano: Bartoli, 1781-82, vol. I, pp. 190-91; Rasi, 1897, vol. II, pp. 727-30; Alberti, 1990, p. 48.

¹¹ Riccoboni, 1738, pp. 34-36 (trad. it. in Taviani-Schino, 1982, p. 305).

¹² Riccoboni, 1721-43, p. 30.

¹³ Sannia Nowé, 1988, pp. xxxiii-xxxiv.

¹⁴ Maffei, 1723, pp. 33-34.

¹⁵ Riccoboni, 1721-43, p. 7.

¹⁶ Si pensi, per quanto concerne l’esigenza di pubblicare ‘antologie’ di testi esemplari al costituirsi d’una drammaturgia nazionale, all’attività editoriale d’un Gottsched (cfr. p. 55). Anche in Francia, quando, sulla scorta delle indicazioni di Voltaire, si tratterà di aprire i repertori locali ai contributi della tradizione e della modernità inglese, P. De Laplace riterrà opportuno offrirne una campionatura significativa dando alle stampe, tra il 1745 e il 1749, gli otto volumi del Théâtre Anglais, comprendenti opere di Shakespeare, Jonson, Addison, e altri autori del primo Settecento.

¹⁷ Lettera a Bertoldo Pellegrini, Modena, 13 giugno 1713 (in Maffei, 1700-55, vol. I, p. 110).

¹⁸ Lettera a Bartolo Pellegrini, Venezia, 24 gennaio 1714 (in Maffei, 1700-55, vol. I, p. 157).

¹⁹ Riccoboni, 1728, p. 82.

²⁰ Cfr. Ringerr, 1977.

²¹ Sannia Nowé, 1988, p. xxx. A proposito dei caratteri innovativi di Merope che sembrano anticipare il gusto psicologico del dramma borghese, si veda Senardi, 1982.

²² Riccoboni, 1745a, pp. 79-80.

²³ Riccoboni, 1745b, p. 96.

²⁴ Sannia Nowé, 1988, p. xxxii.

²⁵ Per una rievocazione più diffusa della vicenda, si vedano De Courville, 1943, t. I, pp. 235-38, e Alberti, 1990, pp. 53-54.

²⁶ Riccoboni, 1721-43, pp. 8-9.

²⁷ Becelli, 1737-38, p. 394, n. 1.

²⁸ Riccoboni, Lettre à Desfontaines sur le Mérite vengé (1738), cit. in De Courville, 1943, t. I, p. 111.

²⁹ Becelli, 1737-38, p. 394.

³⁰ Maffei, 1710, vol. I, p. 53.

³¹ Alberti, 1990, p. 60.

³² Si vedano, tra l’altro, le considerazioni (Maffei, 1723, pp. 45-49) addotte dal marchese per combattere l’«eresia Teatrale, fomentata da certuni studiosamente e promossa, che non si debba recitare in versi, ma in prosa».

³³ «Mercure de France», maggio 1722, p. 146 e p. 150 (si precisa che le traduzioni dei testi in lingue straniere – salvo diversa indicazione – devono intendersi a cura dell’autore del presente volume).

³⁴ Cfr. D’Alembert, 1785, p. 580, che riferisce l’aneddoto in termini analoghi, commentandone così la conclusione: «da quel momento, Silvia, sulla scena, fu Marivaux, e non ebbe più bisogno dei suoi consigli».

³⁵ Lesbros de La Versane, 1769, p. 15.

³⁶ La puntualità con la quale il celeberrimo «Mercure de France», dopo il 1720, registra gli spettacoli parigini, pur risolvendosi di preferenza in un resoconto delle trame rappresentate e in una svelta indicazione degli umori del pubblico, è comunque un segnale significativo del graduale manifestarsi, nel corso del Settecento, d’un giornalismo modernamente attento alla recensione e alla critica teatrale. Anche nelle altre culture europee assistiamo, in forme e in tempi diversi, a fenomeni che testimoniano in questo senso: si pensi, per l’Italia degli anni Sessanta, alla «Gazzetta veneta» di Gasparo Gozzi. Nei paesi germanici, nel 1753, l’attore Konrad Ekhof tenta addirittura l’impresa d’un periodico tutto dedicato al teatro, il «Theaterjournal». Mentre in Inghilterra – dove, a partire dal 1705, appaiono regolarmente annunci di spettacoli sulle pagine del «Daily Courant» e di altri quotidiani londinesi – dopo le benemerite iniziative pionieristiche di Richard Steel, da solo o in collaborazione con Addison («The Tatler», 1709; «The Spectator», 1711; «The Theatre», 1720), viene pubblicato, tra il 1734 e il 1736, il bisettimanale «The Prompter», quasi interamente dedicato agli spettacoli, e diretto da Aaron Hill e William Popple, che possono essere considerati a buon diritto i primi critici teatrali di professione.

³⁷ Per quanto concerne storia e problematiche dell’antica Comédie Italienne, rimandiamo a Guardenti, 1990, e Gambelli, 1993.

³⁸ Cfr. D’Origny, 1788, p. 28.

³⁹ Taviani-Schino, 1982, p. 296 e p. 446.

⁴⁰ Cfr. Spaziani, 1966, p. 39.

⁴¹ Il testo francese di Visentini è riferito da M.I. Aliverti nel suo intervento al dibattito conclusivo al Convegno di Studi di Pontedera, Alle origini del teatro moderno. La Commedia dell’Arte (cfr. AA.VV., 1980, p. 144).

⁴² Cit. in Taviani-Schino, 1982, p. 303.

⁴³ Cfr. Lurcel, 1983, pp. 9-10. In particolare, sui rapporti tra attori provenienti dalla Comédie Italienne e Foire, si veda Vinti, 1989.

⁴⁴ Taviani-Schino, 1982, pp. 302-303.

⁴⁵ Cfr. Riccoboni, 1730.

⁴⁶ De Courville, 1961, col. 941.

⁴⁷ Ricordiamo che le regole relative al ‘diritto d’autore’ teatrale furono fatte proprie e sancite da un decreto reale del 1697.

⁴⁸ Riccoboni, 1738 (trad. it. in Taviani-Schino, 1982, p. 304).

⁴⁹ Marivaux, 1720, pp. 63-69.

⁵⁰ D’Origny, 1781, pp. 58-59.

⁵¹ Cfr. Jones, 1965.

⁵² Pseudonimo di Catherine Bédacier.

⁵³ Deloffre, 1980, I, p. 81.

⁵⁴ Deloffre (ivi, p. 85) nota giustamente come molti «editori moderni» pubblichino Arlecchino dirozzato dall’amore praticando – fatto che si commenta da solo – «larghi tagli» proprio sulle «indicazioni sceniche» che Marivaux aveva intrecciato con le battute dei personaggi.

⁵⁵ Marivaux, 1723, p. 92.

⁵⁶ Deloffre, 1980, p. ii.

⁵⁷Ibid.

⁵⁸ Marivaux, 1723, p. 108.

⁵⁹ Deloffre, 1980, p. 177 (le parole tra virgolette appartengono alle Lettres historiques à M.D*** sur la Nouvelle Comédie italienne, riguardanti gli anni 1717-19, e attribuite a Nicolas Boindin; cfr De Courville, 1943, t. II, pp. 44-45).

⁶⁰ Lycée, t. XII, pp. 548-49 (cit. in Deloffre, 1980, p. 83).

⁶¹ Cfr. Gueullette, 1938, p. 105.

⁶² Cfr. Neri, 1913.

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