Come nasce una dittatura
«Matteotti procedeva a passo svelto. All’improvviso due uomini interruppero il corso dei suoi pensieri. Lo afferrarono bruscamente, cercando di trascinarlo a forza verso la strada. Ad attenderli, un’elegante auto scura»: è il 10 giugno 1924 quando il parlamentare socialista Giacomo Matteotti viene rapito in pieno giorno. I giornali seguono passo passo le indagini, dalle quali emergerà chiaramente come i mandanti dell’agguato siano da ricercare nelle alte sfere del potere politico. Ci sono tutte le premesse di un terremoto istituzionale: l’Italia è percorsa da un sentimento d’indignazione nei confronti delle violenze fasciste. Ma lo sdegno dell’opinione pubblica e lo scandalo delle forze politiche non basteranno a proteggere la democrazia.
Giovanni Borgognone racconta quei mesi convulsi. Da quel 10 giugno 1924 al 3 gennaio 1925 quando Mussolini, parlando alla Camera, si assume, lui solo, la responsabilità politica, morale, storica di quanto è avvenuto. Sono passati sei mesi e l’Italia si scopre sotto una dittatura.