Vedere e costruire il mondo
Dei sette libri che hanno iscritto Nelson Goodman tra i giganti della filosofia del Novecento, questo può a buon diritto considerarsi il più fortunato ma anche il più discusso, il più scomodo. Per la verità Goodman era perfettamente consapevole della portata eversiva delle sue tesi. Già nella sua Prefazione leggiamo che «quel che emerge può forse essere chiamato un relativismo radicale [.], che si risolve in qualcosa di assai prossimo all'irrealismo». In una frase, la tesi del libro è: non c'è un mondo; ci sono tanti mondi, nessuno dei quali onnicomprensivo. Più precisamente c'è un mondo per ogni diverso modo di combinare e costruire sistemi simbolici.
Dall'Introduzione di Achille C. Varzi