Legenda. Libri per leggere il presente

10- 16 luglio 2021: la settimana in libri

Legenda è una piccola rassegna stampa, uno sguardo rapido ai fatti che hanno scandito la settimana e un invito a leggere il presente togliendo il piede dall’acceleratore.

Legenda è un tentativo di legare il mondo che corre alle parole che aiutano a capirlo.

 

Fit for 55: il clima secondo l’UE. La Commissione Europea ha presentato un piano di riforme, il “Fit for 55”, contro il cambiamento climatico. Le tredici iniziative di cui è composto mirano a ridurre entro il 2030 le emissioni del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, fino a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Il piano, presentato come molto ambizioso, è stato definito invece insufficiente da Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, che sul manifesto scrive: «L’annuncio con le fanfare dell’approvazione del pacchetto clima “FitFor55” dell’Unione Europea stride con la inadeguatezza degli obiettivi che si pone. […] l’UE si presenterà alla prossima Conferenza delle Parti di Glasgow con un obiettivo di riduzione e un relativo pacchetto di misure non coerente con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Il taglio del 55 per cento delle emissioni di CO2 al 2030, infatti, non è sufficiente. Si tratta di un pacchetto clima che ricalca la legge tedesca sul clima del 2019, impugnata da giovani attivisti e alcune organizzazioni, tra cui i FridaysForFuture e Greenpeace. Quella norma è stata parzialmente bocciata dalla Corte Costituzionale tedesca che ha riconosciuto che gli obiettivi da essi fissati non sono sufficienti».
Oltre cento persone, intanto, sono morte a causa delle alluvioni che negli ultimi giorni hanno sconvolto la Germania occidentale e il Belgio. Come riporta il Post, «sia le autorità della Germania sia quelle del Belgio hanno attribuito la causa delle insolite forti piogge degli ultimi giorni al cambiamento climatico».

→ Levantesi, I bugiardi del clima
→ Mio, L’azienda sostenibile
→ Una selezione delle nostre proposte a tema Ambiente

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Terza dose.   Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha chiesto ai paesi più ricchi di donare le proprie riserve di vaccini contro il Covid-19 alle popolazioni più povere, anziché dibattere sull’eventualità di una terza dose. «Stiamo consapevolmente scegliendo di non proteggere chi ne ha bisogno», ha affermato.

→ AAVV, Il mondo dopo la fine del mondo
→ Florio, “Brevetti sui vaccini: le (tante) ragioni di Biden”
→ Gli interventi della seconda edizione del Festival della Salute Globale (novembre 2020)

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Didattica a distanza.   Ciò che emerge dalle ultime prove INVALSI è un sensibile peggioramento dell’apprendimento dell’italiano e della matematica rispetto al 2019, «mentre il livello dell’inglese è rimasto ai livelli simili a quelli registrati prima dell’introduzione della didattica a distanza». Come ricostruisce il Post, «oltre al prevedibile peggioramento generale, è stato confermato lo storico squilibrio di apprendimento tra le aree del Nord del paese e le regioni del Sud, così come le difficoltà tra gli studenti che provengono da famiglie svantaggiate. […] C’era una certa attesa per gli esiti: nel 2020 i test non sono stati organizzati a causa delle misure restrittive e per questo le prove del 2021 sono state presentate come un’occasione per valutare le conseguenze della didattica a distanza sull’apprendimento degli studenti».

→  Bruschi – Perissinotto, Didattica a distanza

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Afghanistan.  Come riportato dal Wall Street Journal, secondo l’intelligence statunitense il governo afgano potrebbe collassare entro sei mesi dal ritiro delle truppe, che dovrebbe simbolicamente concludersi l’11 settembre 2021. Previsioni che paiono però perfino ottimistiche: secondo il Corriere della Sera l’esercito filo-governativo non è più in grado di rispondere alle offensive talebane. Di oggi intanto la notizia della morte del reporter e fotografo Reuters Danish Siddiqui, ucciso mentre seguiva gli scontri tra le forze di sicurezza afghane e i talebani al confine con il Pakistan. Con il team Reuters, Siddiqui  aveva vinto il premio Pulitzer per la fotografia nel 2018.

→  el-Baghdadi, Il triangolo vizioso

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Cuba.   Migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il paese. Sulla gravissima crisi economica pesano sicuramente gli effetti del Covid-19, ma non solo: sul manifesto si parla di responsabilità “del potente vicino del nord” ma anche della necessità, sostenuta da intellettuali soci­ali­sti, di accelerare riforme strutturali. «”Le inedite proteste di domenica scorsa erano prevedibili – sostiene la storica Ivette García González -. Vi sono stati fattori detonanti, però le cause sono profonde”. Ovvero stanno nella lentezza di un processo di riforme iniziato dall’allora presidente Raúl Castro, gli investimenti concentrati nel settore turistico a scapito di agricoltura e assistenza sociale.»

→  Fidel Castro e la rivoluzione cubana: la lezione di Loris Zanatta
→  Zanatta, Storia dell’America Latina contemporanea

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Petrolio. Cosa non torna nella leggenda di Cefis e della morte di Pasolini. Paolo Morando interviene nel dibattito ospitato da Domani su Petrolio, l’opera di Pasolini pubblicata postuma.
«I buchi dell’inchiesta sulla morte di Pasolini e le due contraddittorie sentenze che condannarono Giuseppe Pelosi (con l’ipotesi di complici sancita dall’assise ma sbrigativamente esclusa in appello) consentono di immaginare che quella notte le cose siano andate diversamente. Lasciare però intendere che la ragione del delitto sta nella sola volontà di impedire a Pasolini di concludere Petrolio, significa imboccare ancora la strada che porta a Eugenio Cefis, l’allora presidente di Montedison la cui figura Pasolini intendeva porre al centro della propria opera: letteralmente, lo ricorda anche Benedetti, poiché a dividere in due Petrolio dovevano essere tre suoi discorsi pubblici.
Una tesi da anni alimentata da saggi, articoli, interviste, addirittura inchieste giudiziarie: anzi, proprio dal lavoro dell’allora sostituto procuratore di Pavia Vincenzo Calia sulla morte di Enrico Mattei la vulgata ha preso piede. Ma non è una tesi, al massimo un’ipotesi tra mille: tant’è che Calia non solo non indagò Cefis per la morte del presidente dell’Eni (il cui “svelamento” da parte di Pasolini ne avrebbe provocato l’assassinio), ma neppure mai lo convocò come teste. Vuoi mettere però la fascinazione dell’uccisione del poeta perché sul punto di svelare l’indicibile?
L’indicibile: cioè Cefis. E i suoi discorsi.»

→ Morando, Eugenio Cefis