
Pagine: 160
Collana: Sagittari Laterza [213]
ISBN carta: 9788858158739
Argomenti: Attualità politica ed economica, Diritto: teoria e storia, Filosofia politica: storia e saggi
Critica della ragione bellica
Dobbiamo difenderci! Dobbiamo armarci per difendere la nostra democrazia, la nostra cultura, la nostra civiltà, la nostra pace. Negli ultimi mesi lo sentiamo ripetere continuamente, precipitando di nuovo nel clima forgiato dall’antico adagio «se vuoi la pace, prepara la guerra». E se invece iniziassimo a pensare la pace a partire dalla pace e non dalla guerra? Non è forse la guerra l’interruzione della pace?
Solo pochi anni fa, nessuno avrebbe potuto immaginare che ci saremmo ritrovati all’improvviso in un clima di guerra. Politici, intellettuali e giornalisti fanno a gara per trovare argomenti a favore del riarmo e per convincerci che dobbiamo riscoprire il nostro ‘spirito bellico’. In un mondo in cui il motto più ripetuto è «si vis pacem, para bellum» è diventato allora particolarmente urgente domandarsi se si possa pensare la pace a partire dalla pace e non dalla guerra. È possibile solo se mettiamo la pace al principio e non alla fine, così da impedire di giustificare in suo nome atti e comportamenti che la rendono sempre più precaria, se non addirittura irraggiungibile. Occorre ragionare sui mali del mondo, e sulla guerra in particolare, cambiando il nostro punto di vista e muovendo da un presupposto diverso rispetto a quello che ci vuole nemici gli uni degli altri. Perché è la guerra a essere l’interruzione della pace, e non viceversa. E perché non è affatto vero che la guerra appartenga alla ‘natura’ degli esseri umani. Occorre quindi contrastare la ‘narrazione’ che relega la pace nell’‘utopia’ o nell’‘ideale’.
Non c’è nulla di naturale nella guerra, e nemmeno nella pace. Ci sono solo le scelte che vengono compiute dai governanti e da chi li sostiene.
Pagine: 160
Collana: Sagittari Laterza
ISBN: 9788858158739