Indice Estratto

Edizione: 2021
Pagine: 200
Collana: Biblioteca Universale Laterza [718]
ISBN carta: 9788858147016
ISBN digitale: 9788858147238
Argomenti: Metodologia e storiografia

Lezioni di metodo storico

Federico Chabod

a cura di L. Firpo

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Le Lezioni costituiscono una preziosa testimonianza sull’uomo Chabod e sul suo modo di educare i giovani all’impegno critico rigoroso.
Il libro, ricostruito da Luigi Firpo con il titolo Lezioni di metodo storico, è lo strumento didattico e di lavoro ancora oggi insostituibile che Chabod ebbe carissimo negli ultimi vent’anni della sua attività di maestro degli studi di storia.

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Edizione: 2021
Pagine: 200
Collana: Biblioteca Universale Laterza
ISBN: 9788858147016

L'autore

Federico Chabod

Federico Chabod (Aosta, 1901 - Roma, 1960) è stato uno dei più grandi storici italiani del Novecento. Nel catalogo Laterza anche Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, Storia dell’idea di Europa e Lezioni di metodo storico.

Scopri l'autore

¹ Su Pietro Egidi (1872-1929): In memoria di P. Egidi, «Rivista storica italiana», XLVI, 1929, pp. 353-66. Su Friedrich Meinecke (1862-1924): Uno storico tedesco contemporaneo, «Nuovarivista storica», XI, 1927, pp. 592-603; Necrologio, «Rivista storica italiana», LXVII, 1955, pp. 272-88. Su Benedetto Croce (1866-1952): Croce storico, «Rivista storica italiana», LXIV, 1952, pp. 473-530.

¹ A B (1941-1943) leggevano: «da Hegel in poi, e giù giù sino all’idealismo e all’attualismo italiano, a Croce e a Gentile». Corretto in C (1947).

² Cicerone, De oratore,II, 9, 36: [«La storia invero, testimone dei tempi, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita,araldo dell’antichità, con qual voce si affida all’immortalità, se non con quella dell’oratore?»].

³ Paolo Orosio, Historiae adversus paganos,I, 6 (ed. K. Zangemeister, Leipzig 1889, p. 15): [«giudice dei secoli»].

⁴ S. Agostino, Decivitate Dei,IV, 2 (ed. B. Dombart, Leipzig 1909, p. 148): [«per qual causa l’Iddio vero, che ha in suo potere tutti quanti i regni, si sia degnato di porgere il suo aiuto all’incremento dell’Impero»].

⁵ Paolo Orosio, Historiae adversus paganos,prologo: [«in modo che opportunamente si riveli attraverso questa indagine come la morte avida di sangue trionfasse, finché siignorava la religione che vieta di versare il sangue; e che, quando questa cominciò a risplendere, quella si oscurò; quella declina mentre questa già si afferma; quella si annienterà del tutto, quando questa regnerà da sola»].

⁶ Ottone di Frisinga, Chronica,dedica (ed. A. Hofmeister, Hannover-Leipzig 1912, p. 2): [«sarà dunque onorevole ed utile per l’Eccellenza Vostra la conoscenza della storia, grazie alla quale, meditando sulle gesta degli uomini valorosi e sulla virtù e potenza di Dio, che trasmuta i regni, e li affida a suo arbitrio, e permette la mutazione delle cose, vi conserviate sempre nel suo timore e, procedendo con felici successi, possiate regnare per lungo corso di tempo»].

⁷ Cicerone, De oratore,II, 12-15, 51-62: [«Orsù – disse Antonio – non credi tu che per scrivere storia si debba essere grande oratore e molto abile nell’esprimersi? – Per scrivere come i Greci – rispose Catulo – bisognerà esser grandissimo, ma per scrivere come i nostri non occorre affatto essere oratore, basta non esser bugiardo [...] Infatti la storia non era altro che una compilazione di annali, e per questo e per conservare il ricordo degli eventi pubblici, dai primi tempi di Roma fino aquando Publio Mucio divenne pontefice massimo, ogni anno appunto il pontefice registrava i singoli avvenimenti, li faceva scrivere in una tavola bianca e la teneva esposta in casa sua, così che il popolo potesse prenderne visione: sono questi che ancor oggi son chiamati annali massimi. Questo modo di notazione èstato imitato da molti, che senza ornamento di sorta ci hanno solo lasciato testimonianza di tempi, di persone, di luoghi e di imprese [...] Nessuno dei nostri infatti si dà allo studio dell’eloquenza, se non per brillare nelle cause e nel Foro; tra i Greci invece gli uomini più eloquenti, lontani dalle cause forensi, si applicano soprattutto, fra altre occupazioni gloriose, allo scrivere storia [...] Non vedete quanto è importante la storia per l’oratore?»].

⁸ Cicerone, De oratore,II, 14, 59: [«Leggo di solito questi libri non per trarne qualche vantaggio nell’arte del dire, ma per divertimento»].

⁹ Cicerone, Epistolae ad familiares,V, 12 (ed. H. Sjögren, Leipzig 1925, p. 141): [«nulla infatti è più idoneo a dilettare il lettore, della varietà dei tempi e delle vicissitudini della sorte»].

¹⁰ [«il gradevolissimo piacere della lettura»; «mescolare l’utile col dilettevole» (Orazio, Ars poëtica,343).]

¹¹ Quintiliano, Institutionis oratoriae libri XII,X, 1, 31 (ed. L. Radermacher, vol. II, Leipzig 1935, p. 239: [«la storia [...] infatti èmolto affine alla poesia, è in un certo qual modo una specie di poesia in prosa, e viene scritta per narrare, non per provare, totalmente rivolta com’è non all’agire pratico e ad una contesa attuale, bensì a tramandare ricordi ai posteri e a diffondere la fama del proprio ingegno»].

¹² Isidoro di Siviglia, Etymologiarum,I, 41, 2 (ed. W.M. Lindsay, Oxford 1911): [«fa parte della grammatica, perché si affida alla scrittura qualsiasi cosa degna di memoria»].

¹³ Ivi, I, 43: [«dell’utilità della storia»].

¹⁴ Cfr. A. Viscardi, Le origini,Milano 1939, p. 397: [«la scienza che guida a interpretare i poeti e gli storici e la regola per scrivere e parlare correttamente». La citazione è tratta da Rabano Mauro, De clericorum institutione,III, 18, in Migne, Patrol. lat.,vol. 107, col. 595].

¹⁵ Cicerone, De oratore,II, 15, 62: [«Chi infatti ignora che la prima legge della storia consiste nel non osar mentire? poi nell’osare dir la verità per intero? e nell’evitare qualunque sospetto di indulgenza? e di favoritismo?»; «fondamenti ben conosciuti [...] da tutti»].

¹ R. Sabbadini, Il metodo degli umanisti,Firenze 1920, pp. 80-81: [«la storia èprossima alla poesia e, in certo qual modo, poesia senza metro»].

² R. Sabbadini, op. cit.,p. 72: [«La storia dev’essere ben distinta dalla poetica. Questa infatti per suo costume porge lodi magari immeritate, e narra senza ritegno cose inverosimili, e non si fa scrupolo di inventare cavalli alati e di trasformare gli uomini in dèi [...] La storia invece, quasi matrona austera, non si azzarda a profferire cosa che tu possa confutare, respingere, tacciare di mendacio»].

³ Luciano di Samosata, Come deve essere scritta l’istoria,c. 8 (trad. di G. Manzi, ripubblicata da R. Bianchi Bandinelli in: Luciano, Quattro opuscoli morali,Firenze 1943, pp. 146-7). Lo scritto di Luciano è, probabilmente, del 165 d.C.

⁴Op. cit., c. 9, pp. 149-50.

⁵ R. Sabbadini, op. cit.,pp. 80-1.

⁶ F. Patrizi, Della istoria. Diece dialoghi,Venezia 1560, p. 1.

⁷Op.cit.,dialogo VIII, Il Valerio,p. 45.

⁸Op. cit.,dialogo IX, Il Donato, ovvero dell’utilità dell’istoria,p. 50 v.

⁹Op.cit.,p. 51.

¹⁰ J. Bodin, Methodus ad facilem historiarum cognitionem,ed. Strasburgi 1599, pp. 1-2 [«che la chiamò maestra di vita [...] occorre dirigere l’intera vita dell’uomo con le sacre leggi della storia, quasi si trattasse di una regola di Policleto [...] si spiegano agevolmente le situazioni presenti, ma si deducono anche quelle future [...] Questo èforse il più cospicuo frutto delle storie, che esse consentono a taluni di infiammarsi per la virtù, ad altri di venir distolti dai vizi»].

¹¹ Citato in R. Sabbadini, op. cit.,p. 76: [«Questa è, se non m’inganno, la finalità utile dello storico, cioè occuparsi di ciò che i lettori debbono imitare o fuggire»].

¹² J. Bodin, op. cit., p. 4: [«ritrovatrice e custode di tutte le arti, e di quelle soprattutto che consistono nell’agire»].

¹³Op.cit.,p. 5: [«quel piacere che si coglie nel seguire il racconto di cose molto attraenti»]; p. 6: [«che si pascono di racconti di cose futilissime, quasi si cibassero di companatico e di condimenti, tralasciando vivande più sode»].

¹⁴ Cfr. F. von Bezold, Zur Entstehungsgeschichte der historischen Methodik,in: Aus Mittelalter und Renaissance,München-Berlin 1918, p. 366.

¹⁵ Cfr. per esempio A. Mascardi, Dell’arte istorica,tratt. V, cap. IV, ed. Firenze 1859, p. 346.

¹⁶ Aristotele, Poetica,9, 1451.

¹⁷ J. Bodin, Methodus cit., p. 59: [«la storia non dev’essere altro che un’immagine della verità e quasi un dipinto degli avvenimenti, che viene sottoposta al giudizio di tutti nella piena luce del popolo»].

¹⁸ [Cfr. sopra la nota 2 al cap. I: «la storia [...] testimone dei tempi, luce di verità»].

¹⁹ J. Bodin, Methodus cit., p. 51.

²⁰Op. cit., pp. 51-53: [«sembrano comportarsi da oratori, non da storici»].

²¹Op. cit., p. 59: [«la fanno da retori o da filosofi»).

²²Op. cit., p. 63, e cfr. p. 64: [«piuttosto che alla maniera dell’oratore, perché in nessun modo si addice allo storico amplificare la storia»].

²³ A. Mascardi, op. cit.,tratt. III, cap. II, pp. 174 sgg., 186-7.

²⁴ J. Bodin, op. cit.,p. 13: [«le storie divine e naturali differiscono da quelle umane, in primo luogo, soprattutto per questo: che sono conchiuse non soltanto da cause, ma anche da finalità determinate, dato che quelle naturali soggiacciono ad una causalità necessitante e perenne [...] Invece la storia umana, che per gran parte deriva dalla volontà degli uomini, che è sempre mutevole, non ha sbocco determinato [...] Ogni giorno si hanno nuove leggi, nuovi costumi»]. E cfr. p. 16, in cui ai tre generi di storie suddette si aggiunge la storia matematica.

²⁵ F. Patrizi, op. cit.,p. 29 v.

²⁶ J. Bodin, op. cit.,p. 56: [«Nei punti in cui v’è dissenso fra gli scrittori, direi che si deve prestar fede ai più recenti, qualora si valgano di argomenti o risolutivi, o sicuramente probabili e persuasivi. Tale è infatti la forza e la natura della verità, che essa non viene alla luce se non dopo un lungo lasso di tempo»].

²⁷Op. cit.,p. 54: [«Meritano minor fiducia le narrazioni di coloro, che riferiscono soltanto cose udite da altri [...] e non hanno consultato i documenti ufficiali»].

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