Il mio nemico è l'indifferenza
Le parole e i gesti di papa Francesco sembrano essere un riferimento importante su molte grandi questioni sia per i credenti sia per i non credenti. Tuttavia, dietro l’adesione di facciata al corso del nuovo pontificato, si perpetua troppo spesso il vizio di strumentalizzare Dio per legittimare le proprie posizioni senza voler cambiare nulla. Non ci si può dichiarare cristiani e prendere parte alle ingiustizie. Non ci si può dichiarare cristiani e accettare la discriminazione di omosessuali, nomadi, carcerati, migranti. Non ci si può dichiarare cristiani ed essere complici della distruzione e dell’usurpazione dell’ambiente. Non ci si può dichiarare cristiani e professare il razzismo. Il libro racconta in prima persona le difficoltà incontrate a tutti i livelli nel proporre l’accoglienza di chi sta ai margini, nei trent’anni dedicati al Centro Balducci per immigrati e profughi (a Zugliano, vicino Udine). Accanto allo sdegno morale per una colpevole indifferenza diffusa dentro e fuori la Chiesa, così come per una politica ritardataria, attendista, autoreferenziale, c’è anche spazio per le esperienze positive e per una speranza. Quella che ciascuno impari a prendersi cura, per quanto può, delle sorti degli altri.