
Opere filosofiche
Premessa di Pietro B. Rossi
Introduzione di Sofia Vanni Rovighi
Aggiornamento bibliografico
Cronologia della vita e delle opere
Monologio
Prologo - Capitolo I. Vi è un ente ottimo e massimo e più alto di tutto ciò che esiste - Capitolo II. Ancora sul medesimo argomento - Capitolo III. Vi è una natura in virtù della quale esiste tutto ciò che è, natura che è per se stessa, ed è lente più grande di tutto ciò che esiste - Capitolo IV. Sul medesimo argomento - Capitolo V. Come la somma natura è per sé, e le altre cose sono in virtù di lei, così è da sé, e le altre cose derivano da lei - Capitolo VI. La somma natura non fu condotta allessere in virtù di una causa, e tuttavia non è dal nulla o in virtù di nulla. Come si può intendere che essa è per sé e da sé - Capitolo VII. Come tutte le cose esistano in virtù della somma esistenza e derivino da lei - Capitolo VIII. Come vada intesa laffermazione che fece ogni cosa dal nulla - Capitolo IX. Le cose fatte dal nulla, prima di essere create, non erano nulla quanto alla loro causa efficiente - Capitolo X. Lidea delle cose è una espressione delle cose stesse, analoga a quella con la quale lartefice dice prima a se stesso che cosa intenda fare - Capitolo XI. Nella similitudine con lartefice vi è tuttavia molta dissomiglianza - Capitolo XII. Questo dire della somma essenza è identico alla stessa somma essenza - Capitolo XIII. Tutte le cose, come furono create dalla somma essenza, così sussistono per virtù di lei - Capitolo XIV. La somma essenza è in ogni cosa e per ogni cosa, e tutto ciò che è, è da lei, per lei ed in lei - Capitolo XV. Quali sono gli attributi sostanziali del sommo ente - Capitolo XVI. Per il sommo ente è identico esser giusto ed essere la giustizia, e così degli altri attributi; e nessuno degli attributi designa sue qualità e quantità, ma sempre la sua essenza - Capitolo XVII. La somma sostanza è così semplice che tutto ciò che si può dire della sua essenza è uno e identico in lei, e tutto ciò che di lei si predica sostanzialmente esprime la sua essenza - Capitolo XVIII. La somma essenza non ha principio né fine - Capitolo XIX. In che modo nulla fu prima di lei o sarà dopo di lei - Capitolo XX. La somma essenza è in ogni luogo e tempo - Capitolo XXI. La somma essenza non è in nessun luogo e in nessun tempo - Capitolo XXII. Come essa è in ogni luogo e in nessun luogo, in ogni tempo e in nessun tempo - Capitolo XXIII. Come si possa meglio intendere che essa è dappertutto piuttosto che in ogni luogo - Capitolo XXIV. Come si possa meglio intendere che è sempre, piuttosto che in ogni tempo - Capitolo XXV. La somma essenza non è soggetta a mutamento accidentale - Capitolo XXVI. In che modo la somma natura debba essere detta sostanza, e che è fuori della categoria di sostanza, e che è singolarmente tutto ciò che è - Capitolo XXVII. La somma natura non è contenuta nella comune categoria di sostanza, e tuttavia è sostanza e spirito individuo - Capitolo XXVIII. Questo spirito è assolutamente, e le cose create, paragonate a lui, non sono - Capitolo XXIX. La sua parola è identica a lui e non sono due, ma un unico spirito - Capitolo XXX. Il dire del sommo spirito non consta di molte parole, ma è una parola sola - Capitolo XXXI. La parola non è similitudine delle cose create, ma verità della loro essenza; le cose create invece sono una imitazione della verità. Quali siano le nature più reali e migliori delle altre - Capitolo XXXII. Il sommo spirito dice se stesso con una parola coeterna - Capitolo XXXIII. Con una sola parola egli dice se stesso e la creatura - Capitolo XXXIV. Come può dire la creatura col suo verbo - Capitolo XXXV. Tutto ciò che è stato creato è vita e verità nel verbo e nella scienza del creatore - Capitolo XXXVI. Il sommo spirito dice o sa le cose create in modo a noi incomprensibile - Capitolo XXXVII. Il rapporto fra il sommo spirito e la creatura è lo stesso di quello fra il suo verbo e la creatura, e tuttavia non vi sono due rapporti diversi - Capitolo XXXVIII. Non si può dire che cosa siano quei due, sebbene ci sia fra loro una dualità - Capitolo XXXIX. Il verbo nasce dal sommo spirito - Capitolo XL. È verissimo che il sommo spirito è genitore e il verbo è figlio - Capitolo XLI. Il sommo spirito genera nel modo più vero, e il verbo nel modo più vero è generato - Capitolo XLII. È proprio del sommo spirito, e nel modo più vero, lesser genitore e padre; del verbo lesser generato e figlio - Capitolo XLIII. Riesame della comunione fra il padre e il figlio e delle proprietà di ciascuno - Capitolo XLIV. In che modo luno sia lessenza dellaltro - Capitolo XLV. È più esatto dire: il figlio è lessenza del padre che non viceversa; e similmente: il figlio è la virtù, la sapienza del padre e altri attributi simili - Capitolo XLVI. Alcune delle proposizioni dette possono anche essere intese diversamente - Capitolo XLVII. Il figlio è intelligenza dellintelligenza e verità della verità e così degli altri attributi - Capitolo XLVIII. Il padre si intende come memoria, il figlio come intelligenza. In che modo il figlio sia intelligenza o sapienza della memoria, e memoria del padre e della memoria - Capitolo XLIX. Il sommo spirito ama sé - Capitolo L. Lo stesso amore procede parimenti dal padre e dal figlio - Capitolo LI. Il padre e il figlio con uguale amore amano sé e laltro - Capitolo LII. Lamore è grande quanto il sommo spirito - Capitolo LIII. Lamore è identico al sommo spirito, e tuttavia è un solo spirito col padre e col figlio - Capitolo LIV. Lamore procede interamente dal padre e interamente dal figlio, e tuttavia vi è un unico amore - Capitolo LV. Lamore non è figlio del padre e del figlio - Capitolo LVI. Solo il padre è genitore ingenito, solo il figlio è generato, solo lamore non è né generato né ingenito - Capitolo LVII. Lamore è increato e creatore come il padre e il figlio, e tuttavia insieme con essi non costituisce tre increati e creatori, ma uno solo. Egli può esser detto spirito del padre e del figlio - Capitolo LVIII. Come il figlio è lessenza e la sapienza del padre, nel senso che ha la medesima essenza e sapienza del padre, così lo spirito è lessenza e la sapienza e altri simili attributi del padre e del figlio - Capitolo LIX. Il padre, il figlio e lo spirito di entrambi sono uguali fra loro - Capitolo LX. Nessuno dei tre ha bisogno dellaltro per esser memore, per conoscere, per amare, poiché ognuno dei tre è memoria, intelligenza, amore, ed è tutto ciò che appartiene necessariamente alla somma essenza - Capitolo LXI. E tuttavia padre, figlio e il loro spirito non sono tre, ma uno solo - Capitolo LXII. Sembra così che nascano più figli - Capitolo LXIII. Nella somma essenza da uno deriva uno solo - Capitolo LXIV. Questo mistero, sebbene sia inesplicabile, deve tuttavia esser creduto - Capitolo LXV. E tuttavia sono state argomentate cose vere di questa ineffabile realtà - Capitolo LXVI. Lo spirito razionale è quello attraverso il quale più ci si avvicina a conoscere la somma essenza - Capitolo LXVII. La mente è specchio e immagine della somma essenza - Capitolo LXVIII. La creatura razionale è fatta per amare la somma essenza - Capitolo LXIX. Lanima che ama sempre la somma essenza avrà anche la beatitudine - Capitolo LXX. La somma essenza dona sé come premio a chi lama veramente - Capitolo LXXI. Lanima che disprezza il sommo bene sarà eternamente infelice - Capitolo LXXII. Ogni anima umana è immortale - Capitolo LXXIII. Lanima o sarà sempre infelice o un giorno sarà veramente beata - Capitolo LXXIV. Nessunanima è privata ingiustamente del sommo bene, e ad esso bisogna tendere con tutte le forze - Capitolo LXXV. Si deve sperare nella somma essenza - Capitolo LXXVI. Si deve credere in lei - Capitolo LXXVII. Si deve credere ugualmente nel padre, nel figlio e nel loro spirito: in ciascuno e in loro tre insieme - Capitolo LXXVIII. Qual sia la fede viva e quale la fede morta - Capitolo LXXIX. Come possono essere nominati i tre che sono la somma essenza - Capitolo LXXX. La somma essenza domina tutto, governa tutto ed è il solo Dio
Proslogio
Proemio - Capitolo I. Esortazione della mente a contemplare Dio - Capitolo II. Dio esiste veramente - Capitolo III. Dio non può esser pensato non esistente - Capitolo IV. Come lo stolto disse in cuor suo ciò che non può essere pensato - Capitolo V. Dio è tutto ciò che è meglio essere che non essere; è il solo che esista per sé e crea tutte le altre cose dal nulla - Capitolo VI. In che modo Dio sia sensibile, non essendo corpo - Capitolo VII. In che modo sia onnipotente, mentre non può molte cose - Capitolo VIII. Come Dio sia misericordioso e impassibile - Capitolo IX. In che modo colui che è totalmente e sommamente giusto perdona ai cattivi; e giustamente ha misericordia dei cattivi - Capitolo X. In che modo Dio punisca giustamente e giustamente perdoni i cattivi - Capitolo XI. Come «tutte le vie del Signore siano misericordia e verità», e tuttavia «il Signore sia giusto in tutte le sue vie» - Capitolo XII. Dio è la stessa vita di cui vive, e così degli altri attributi - Capitolo XIII. In che modo tu solo sei illimitato ed eterno, mentre gli altri spiriti sono pure illimitati ed eterni - Capitolo XIV. In che modo e perché Dio è visto e non è visto da chi lo cerca - Capitolo XV. Dio è più grande di tutto ciò che possa essere pensato - Capitolo XVI. Questa è «la luce inaccessibile che Dio abita» - Capitolo XVII. In Dio è armonia, odore, sapore, dolcezza, bellezza, in un modo ineffabile - Capitolo XVIII. In Dio e nella sua eternità, che si identifica con lui, non vi sono parti - Capitolo XIX. Dio non è nello spazio e nel tempo, ma piuttosto tutto è in lui - Capitolo XX. Dio è prima e oltre ogni cosa, anche oltre le realtà eterne - Capitolo XXI. Se voglian dir questo le espressioni «il secolo del secolo» o «i secoli dei secoli» - Capitolo XXII. Dio solo è quello che è e colui che è - Capitolo XXIII. Questo bene è ugualmente il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; questo è il solo necessario, che comprende ogni bene, è il solo bene e il bene totale - Capitolo XXIV. Tentativo di congetturare quale e quanto sia questo bene - Capitolo XXV. Quali e quanto grandi siano i beni di coloro che godono di lui - Capitolo XXVI. Se questo sia «il gaudio pieno» che il Signore promette
Gaunilone in difesa dello stolto
Risposta di santAnselmo
In che senso «grammatico» sia sostanza e qualità
La verità
Prefazione - Capitolo I. La verità non ha né principio né fine - Capitolo II. La verità del significato e le due verità dellenunciazione - Capitolo III. La verità dellopinione - Capitolo IV. La verità della volontà - Capitolo V. I due tipi di verità dellazione naturale e libera - Capitolo VI. La verità dei sensi - Capitolo VII. La verità dellessenza delle cose - Capitolo VIII. I diversi significati di «dovere» e «non dovere», «potere» e «non potere» - Capitolo IX. Ogni azione significa il vero o il falso - Capitolo X. La somma verità - Capitolo XI. La definizione della verità - Capitolo XII. La definizione della giustizia - Capitolo XIII. Vi è ununica verità in tutte le cose vere
La libertà di arbitrio
Capitolo I. Il potere di peccare non appartiene alla libertà di arbitrio - Capitolo II. Langelo e luomo, tuttavia, peccarono per questo potere e per il libero arbitrio: e, sebbene potessero servire il peccato, tuttavia non poterono esser dominati dal peccato - Capitolo III. In che modo langelo e luomo ebbero il libero arbitrio dopo che si furono fatti schiavi del peccato, e cosa sia il libero arbitrio - Capitolo IV. In che modo abbiano il potere di serbare quella rettitudine che non hanno - Capitolo V. Nessuna tentazione costringe a peccare chi non lo voglia - Capitolo VI. In che modo la nostra volontà abbia forza contro le tentazioni, sebbene sembri impotente - Capitolo VII. In che modo la volontà sia più forte della tentazione, anche quando ne è vinta - Capitolo VIII. Neppure Dio può toglierci la rettitudine della volontà - Capitolo IX. Nulla è più libero della volontà retta - Capitolo X. In che modo il peccatore sia schiavo del peccato, e comem Dio fa un miracolo più grande quando ridona la rettitudine a chi lha abbandonata che non quando rende la vita a un morto - Capitolo XI. Questa schiavitù non toglie la libertà di arbitrio - Capitolo XII. Perché luomo che non ha la rettitudine si dice libero per la ragione che quando lha non gli può essere tolta, e invece non si dice schiavo quando lha, per la ragione che quando non lha non può ricuperarla da sé - Capitolo XIII. La definizione della libertà di arbitrio come «potere di serbare la rettitudine della volontà per amore della rettitudine stessa» è una definizione perfetta - Capitolo XIV. Divisione della libertà
La caduta del diavolo
Capitolo I. Anche agli angeli si rivolge la frase: «Che coshai che tu non abbia ricevuto?»; e da Dio non viene se non il bene e lessere, e ogni bene è essere, ogni essere è bene - Capitolo II. Perché sembra che il diavolo non abbia ricevuto la perseveranza per il motivo che Dio non gliela diede - Capitolo III. Dio non gli diede la perseveranza perché egli non la accettò - Capitolo IV. Come il diavolo peccò e volle essere simile a Dio - Capitolo V. Gli angeli buoni poterono peccare prima della caduta dei cattivi - Capitolo VI. In che modo i buoni furono confermati nel loro stato e i cattivi nella loro caduta - Capitolo VII. Se la volontà e il suo volgersi contro il dovere sia il male stesso che rende cattivi, e perché la creatura razionale non possa convertirsi per forza propria dal male al bene, come può volgersi dal bene al male - Capitolo VIII. Né la volontà né la sua inclinazione costituiscono il male - Capitolo IX. Lingiustizia è il male, ed è nulla - Capitolo X. Come mai il male sembra una realtà positiva - Capitolo XI. Non si può provare che il male e il nulla siano realtà solo perché ci sono le parole «male» e «nulla», ma una quasi-realtà - Capitolo XII. Langelo non poté avere da sé la prima volizione. Inoltre, di molte cose si dice che possono per un potere che è di altri, e che non possono per il non potere di altri - Capitolo XIII. Langelo, avuta solo la volizione della felicità, non poteva non volerla né poteva volere altro, e la sua volontà, qualunque cosa volesse, non poteva essere né giusta né ingiusta - Capitolo XIV. Qualcosa di simile si avvererebbe se allangelo fosse stata data solo la volontà di rettitudine; e perciò gli fu data luna e laltra volontà, perché potesse essere giusto e felice - Capitolo XV. La giustizia è una realtà - Capitolo XVI. Lingiustizia non è se non mancanza della giustizia dovuta - Capitolo XVII. Perché langelo che ha abbandonato la giustizia non può riacquistarla - Capitolo XVIII. In che modo langelo cattivo si fece ingiusto e langelo buono si fece giusto. Langelo cattivo deve ringraziare Dio per il bene che ricevette e abbandonò non meno del buono che serbò i doni ricevuti - Capitolo XIX. La volontà, in quanto è un ente, è buona, e nessuna cosa è male - Capitolo XX. In che modo Dio faccia essere cattive le volizioni e le azioni, e in che modo esse siano ricevute da lui - Capitolo XXI. Langelo cattivo non poté prevedere con certezza che sarebbe caduto - Capitolo XXII. Langelo cattivo seppe di non dover volere ciò che volle peccando, e che doveva essere punito se avesse peccato - Capitolo XXIII. Langelo cattivo non doveva sapere che sarebbe stato punito se avesse peccato - Capitolo XXIV. Neppure langelo buono doveva saperlo - Capitolo XXV. Allangelo buono, anche se ormai non potesse peccare solo perché, vista la caduta del diavolo, sa che cosa gli toccherebbe, torna a onore il non peccare - Capitolo XXVI. Che cosa aborriamo quando udiamo la parola «male»; e chi fa le azioni che diciamo compiute dal vizio, visto che esse, e il male in genere, sono nulla - Capitolo XXVII. Donde venne il male nellangelo che era buono - Capitolo XXVIII. Il potere di volere ciò che non doveva fu sempre buono, e buono fu lo stesso volere quanto al suo essere
La concordia della prescienza, della predestinazione e della grazia di Dio col libero arbitrio
Questione I. La prescienza e il libero arbitrio - Questione II. Predestinazione e libero arbitrio - Questione III. Grazia e libero arbitrio
Nota alle traduzioni
Indice dei luoghi biblici
Indice dei nomi
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Collana: Biblioteca Filosofica Laterza
ISBN carta: 9788858115718
ISBN digitale: 9788842087847
Argomenti: Classici della filosofia antica e medievale, Storia del Cristianesimo
Opere filosofiche
a cura di S. Vanni Rovighi, premessa di P.B. Rossi
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Collana: Biblioteca Filosofica Laterza
ISBN: 9788858115718
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