Pensare la sinistra
Troppe volte si sente dire, a sinistra, che bisogna difendere i diritti acquisiti e le istituzioni che abbiamo ereditato dal passato. Vorremmo che si dicesse invece come dobbiamo cambiarle, anche a costo di scontentare qualcuno.
«Oggi più che nel passato, solidarietà, uguaglianza, lavoro sono obiettivi dai significati incerti, non conciliabili con la prassi e l’azione politica. L’immigrazione, la concorrenza internazionale, la necessità di accrescere il capitale umano e di migliorare la qualità delle istituzioni mettono quotidianamente i governi, i sindacati e i partiti di fronte a scelte difficili, spesso scambiate come compromessi necessari, ma in contraddizione con l’ideale ‘vero’ della sinistra, uno Stato ideale in cui esiste allo stesso tempo il massimo di equità e il massimo di benessere sociale. Le idee di giustizia e di equità devono rimanere le motivazioni fondamentali delle proposte e dei programmi della sinistra, pur sapendo che saremo sempre di fronte a scelte difficili e rinunce necessarie. Lo scopo di una sinistra moderna dovrebbe essere quello di uscire dalla perenne frustrazione di chi aspira a governare sulla base di obiettivi irrealizzabili per poi trovarsi, nel governo, a dover realizzare obiettivi pratici, senza riuscire a spiegare il nesso tra i primi e i secondi.»
Interventi di Marco Revelli, Michele Salvati, Geminello Preterossi, Laura Pennacchi, Luigi Ferrajoli, Ingrid Salvatore, Stefano Fassina, Piero Bevilacqua, Innocenzo Cipolletta, Claudio Petruccioli, Marcello Messori, Stefano Cingolani, Walter Tocci, Stefano Sylos Labini, Salvatore Biasco, Giacinto della Cananea, Laura Bazzicalupo, Carlo Bernardini, Alessandro Ferrara, Alessandro Leogrande, Stefano Lepri, Franco Debenedetti, Marco Politi, Silvana Sciarra, Jolanda Bufalini, Melina Decaro, Andrea Ripa di Meana, Claudia Mancina, Lorenzo D’Agostino, Corrado Ocone, Pietro Rescigno, Alfredo Ferrara, Oreste Massari.
Rassegna stampa
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