Indice Estratto

Edizione: 2008
Pagine: 200
Collana: Libri del Tempo [421]
Serie: Temi della comunicazione
ISBN carta: 9788842087984
ISBN digitale: 9788858124420
Argomenti: Scienze della comunicazione, Sociologia politica

La comunicazione delle pubbliche amministrazioni

Graziella Priulla

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Lo Stato italiano è esteso e costoso come tutte le democrazie europee, però è più debole e inefficace degli altri. Il senso di insopportabilità verso il 'mostro' amministrativo ce lo trasmettono i mass media, gli altri paesi, il nostro stesso vissuto. Eppure l'Italia vanta una normativa sulla pubblica amministrazione tra le più avanzate al mondo, che riconosce alla comunicazione - chiara, esauriente, supportata da una rete di strutture, servizi e figure professionali adeguati - un ruolo cruciale. Purtroppo alla modernità delle leggi si contrappone l'inerzia delle prassi. Graziella Priulla descrive uno scenario affollato di contraddizioni, tra punte di eccellenza e vaste aree di immobilismo.

Estratto

Edizione: 2008
Pagine: 200
Collana: Libri del Tempo
ISBN: 9788842087984

L'autore

Graziella Priulla

Graziella Priulla insegna Sociologia della comunicazione presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Catania. È autrice di saggi sull'informazione politica, sulle metafore pubblicitarie e sulla comunicazione d'emergenza.

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¹ La L. 59/1997, la L. 127/1997, la L. 191/1998, la L. 50/1999.

² La Feacp riunisce le associazioni di Italia, Francia, Spagna, Belgio francofono, Belgio fiammingo, Paesi Bassi, Regno Unito. È diventata interlocutrice privilegiata delle istituzioni europee nella definizione delle strategie tese ad attivare una nuova sfera pubblica, un maggior coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni nazionali.

³ Evito di usare ‘comunicazione istituzionale’, dizione che tende a confondere ulteriormente il campo: si parla oggi di comunicazione istituzionale in riferimento alla comunicazione «ufficiale» di qualsiasi organizzazione, per cui la denominazione viene applicata anche alla comunicazione dell’impresa privata.

⁴ Su questo tema cfr. Arena 1995, 2006.

⁵ Cfr. G. Mazzoleni, La comunicazione politica,Il Mulino, Bologna 2004, p. 34.

⁶ Chiaramente delineato dalla Costituzione (artt. 97 e 98), previsto nella L. 142/1990, il principio di separazione è ulteriormente sancito dai vari testi di riforma, dalla legge delega 421/1992, dalle L. 59 e 127/1997, dai D.Lgs. 80/1998, 387/1998, 267/2000, ed è severamente ribadito dal D.Lgs. 165/2001, in cui sono confluite tutte le norme sul pubblico impiego. La L. 145/2002 («legge Frattini») che ha introdotto per la dirigenza il principio dello spoil system,vincolandone le carriere alle sorti dei governi e introducendovi quindi un assoggettamento politico, ha segnato una vera e propria cesura rispetto al modello precedente. È noto che nel 2007 la Corte costituzionale, con la sentenza n. 103, ne ha censurato le forme più estreme, riscattando la dirigenza pubblica da un ruolo troppo subalterno.

⁷ Cfr. L. Anolli (a cura di), Psicologia della comunicazione, Il Mulino, Bologna 2002, p. 26.

⁸ Vi accenna Arena 2001: «fra informazione e comunicazione non c’è una cesura, un taglio netto [...] sono due attività complementari [...] il rapporto tra loro è dinamico [...]».

¹ Le stime di Unioncamere nel 2006 (4874) divergono da quelle di Confindustria (circa 6000). Ambedue concordano però nel giudizio: troppe, spesso inefficienti e soprattutto costose per i cittadini, che hanno visto salire le loro tariffe, dal 1996 al 2006, di più del 40%.

² Quanti sono i lavoratori pubblici? La risposta non è mai stata semplice, ma è ancor più complessa oggi, a seguito sia delle pseudo-privatizzazioni che della progressiva precarizzazione del lavoro.

³ Le retribuzioni mostrano grande variabilità tra i settori, dalla media di 165.000 euro lordi annui per i magistrati e 110.000 per i diplomatici, alle retribuzioni della scuola (24.000) e delle amministrazioni centrali (20.000). Se al reddito lordo sottraiamo il cuneo fiscale, la retribuzione netta del dipendente pubblico italiano risulta in media (dati 2005) di 23.477 euro all’anno, ben inferiore a quella degli altri paesi europei: l’88% di quella britannica, l’87% di quella tedesca, l’85% di quella spagnola, il 66% di quella francese. I precari, poi, guadagnano in media 900 euro al mese.

⁴ Dente 1995a, p. 17. Cfr. anche Battistelli 2002, Gualmini 2003 e B. Magnolfi, Dalla parte dei cittadini, Studio bibliografico pratese, Prato 1999.

⁵ Gualmini 2003.

⁶ P. Gagliardi, Le imprese come culture. Nuove prospettive di analisi organizzativa,ISEDI, Torino 1986.

⁷ E. Invernizzi, La comunicazione organizzativa, in G. Fabris (a cura di), La comunicazione d’impresa, Sperling & Kupfer, Milano 2003,p. 98. Cfr. anche E. Schein, Cultura d’azienda e leadership. Una prospettiva dinamica,Guerini, Milano 1990.

⁸ Direttiva del ministro della Funzione Pubblica Frattini, 2/2/2002.

⁹ Queste indicazioni sono tratte dal Rapporto sulla situazione e le tendenze della comunicazione pubblica in Italia (2000-2004),coordinato da S. Rolando e promosso dallo Iulm di Milano.

¹⁰ In Europa quasi tutti i governi hanno ormai gruppi di lavoro e piani dedicati al nation branding: un processo su cui purtroppo l’Italia sta perdendo terreno. Cfr. S. Anholt, L’identità competitiva, Egea, Milano 2007.

¹¹ Questa partizione, applicata da G. Grossi (Rappresentanza e rappresentazione, Franco Angeli, Milano 1985) all’immagine dei partiti politici, può valere per qualunque organizzazione visibile sulla scena pubblica. Cfr. Mancini 2002a, pp. 104 sgg.

¹² Nel 2002, i sondaggi mostravano che i cittadini italiani per lo più ignoravano il ruolo, le attività e la stessa esistenza del Dipartimento per la Funzione Pubblica. Esso reagiva con la proposta di un nuovo logo e di un cambio di denominazione.

¹³ Cfr. Grandi 1994 e 2001. In questo ultimo saggio al tema dell’identità è dedicato il par. 7.1.

¹⁴ A. Mutti, Reputazione,in «Rassegna italiana di sociologia», 4, 2007: la reputazione di un’organizzazione (non diversamente da quella di un individuo) è la stabilizzazione delle aspettative di una pluralità di agenti, relativamente a sue qualità positive o negative.

¹⁵ Cfr. Varni-Melis 2002. Cfr. anche F. Melelli, Sequenze di pubblica amministrazione nel cinema italiano, ricercasponsorizzata nel 2003 dalla Provincia di Perugia.

¹⁶ Non si tratta solo di stereotipi divulgativi. È noto che Michel Crozier, capovolgendo la definizione weberiana che descrive la burocrazia «classica» come idealtipo di amministrazione razionale, la vede come «sistema organizzativo incapace di correggersi in funzione dei propri errori e le cui disfunzioni sono diventate uno degli elementi essenziali del proprio equilibrio»: Crozier 1978, p. 217.

¹⁷ J. Zakazewska, Burocrazia,voce dell’Enciclopedia, vol.II, Einaudi, Torino 1977, pp. 310-311.

¹⁸ È al 35° posto su 46 paesi censiti nel 2003 dal World Competitiveness Yearbook, in quanto a ostacoli burocratici all’attività d’impresa. C’è stato comunque un miglioramento, poiché nel 1997 era al 46°.

¹⁹ Dati Swg per l’Anci, 2008.

²⁰ Direttiva della Funzione Pubblica del 2/2/2002.

²¹ Nel gennaio 2003 è stato approvato il Codice deontologico dei comunicatori pubblici.

²² A. Rovinetti, Comunicatori pubblici: i profili possibili, in Faccioli 2000, p. 231.

²³ Su questo tema è utile il testo Le competenze del comunicatore pubblico,curato dall’Associazione nel 2002.

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Un monito scelto dalla famiglia Laterza come esortazione alla tenacia e ad una costante crescita.

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