Premessa fantastorica
I. Conservazione e autenticità: unassociazione impropria
1. Le conseguenze dellassimilazione indebita del restauro architettonico al restauro degli oggetti darte 2. Nascita della categoria dei «conservazionisti» 3. Gli argomenti dei «conservazionisti» 4. La tara idealistica della cultura architettonica moderna: larchitettura sarebbe fatta di «immagini statiche», anziché essere un «linguaggio» 5. La lingua architettonica «non facit saltus» 6. La doppia opzione della cultura della conservazione: «nulla cambiare» oppure «aggiungere unopera moderna» 6.1. Primo metodo: nulla cambiare nel monumento - 6.2. Secondo metodo: consolidare i monumenti con luso di strutture occulte 7. Restauratori di architettura o architetti tout court? 8. Le carte del restauro 8.1. Il D.M.Fiorelli del 21 luglio 1882 e la sua circolare - 8.2. La Carta del Restauro italiana del 1932 - 8.3. Le «Istruzioni per il restauro dei monumenti» del 1938 - 8.4. La Carta di Venezia del 1964 e lautocritica dei «falsari darchitettura» - 8.5. La Carta del Restauro del 1972
II. La conservazione del significato architettonico
1. La tradizione del rispetto per la tradizione 1.1. Gli architetti rinascimentali tolleravano la buona architettura gotica, anzi la imitavano - 1.2. Il completamento della facciata di San Petronio a Bologna dal Cinquecento al Settecento - 1.3. I campanili di San Martino al Cimino: un «pastiche» firmato da Borromini - 1.4. Gli architetti barocchi e il «pastiche» gotico, da Fontana a Guarini a Vittone - 1.5. L«opportunismo gesuita» e il culto per il «pastiche» gotico tra Seicento e Settecento - 1.6. Il completamento «en pastiche» del duomo di Milano tra Settecento e Ottocento - 1.7. La tradizione del rispetto per la tradizione si spezza: il «restauro a rudere» 2. «Tutela passiva», a fronte della tutela degli architetti («tutela attiva») 2.1. Valadier e il Colosseo: un esempio eccellente di «tutela attiva» - 2.2. Leredità di Raffaele Stern per larco di Tito: colonne lisce e capitelli appena sbozzati - 2.3. I capitelli del Vignola e i capitelli dello Stern 3. Un esperimento didascalico: mettiamo in crisi il cosiddetto metodo dell«aggiunta come opera moderna» 3.1. I restauri del Partenone e dei propilei dellAcropoli di Atene 4. Il concetto di stato normale dellarchitettura 4.1. Il Congresso degli Ingegneri ed Architetti del 1883 - 4.2. Il tema principale della circolare Fiorelli: lindividuazione dello stato normale dellarchitettura - 4.3. Raccomandazioni della circolare Fiorelli per duplicare anche le tecniche antiche - 4.4. Meglio un duplicato ben documentato e ben fatto che unorrida lacuna, segno e simbolo della nostra impotenza interpretativa - 4.5. La questione dell«adulterazione» del testo, intervento dopo intervento - 4.6. Il «valore dellantichità» e il «valore della novità» di A. Riegl e la cultura di massa 5. Elogio della trasformazione 5.1. La conservazione del «significato architettonico» avviene grazie alla «trasformazione ben fatta» dei monumenti - 5.2. Un capitolo importante quanto trascurato in Italia: la preparazione delle maestranze - 5.3. Un buon modello per linsegnamento tecnico: l«École des Tailleurs de pierre» - 5.4. Psicopatologia della ricostruzione dei monumenti danneggiati o distrutti - 5.5. La ricostruzione dei monumenti italiani fino alla fine dellOttocento - 5.6. La ricostruzione dei monumenti distrutti dalla seconda guerra mondiale - 5.7. La ricostruzione dei monumenti distrutti dagli attentati terroristici - 5.8. La ricostruzione dei monumenti distrutti dai terremoti o dagli incendi - 5.9. Le ricostruzioni di alcuni monumenti di culto, o di classi di monumenti prima ignorati - 5.10. I motivi delle ricostruzioni - 5.11. Il testamento spirituale di Giovannoni
III. Dal restauro allarchitettura: verso un nuovo tradizionalismo
1. Buone carte e buoni manuali 1.1. Il Congresso di Fulda del 1980 e gli altri congressi in controtendenza rispetto alla Carta del Restauro del 1972 - 1.2. La Carta 1987 della Conservazione e del Restauro degli oggetti darte e di cultura - 1.3.Lallegato B: «Istruzioni per la condotta della conservazione, manutenzione e restauro delle opere di interesse architettonico» - 1.4. Fortuna alterna della Carta del 1987 in Italia e nel mondo - 1.5. I «Manuali del Recupero»: dizionari delle espressioni architettoniche vernacolari, ma anche di quelle classiciste sopravvissute, raccolte sul territorio - 1.6. Il rapporto tra vernacoli e lingua colta in linguistica e in architettura 2. Una nuova didattica per il restauro architettonico 2.1. «Riprogettare» il patrimonio antico - 2.2. Temi di «riprogettazione» di architetture monumentali - 2.3. Una didattica per un«edilizia residenziale» che dialoghi con le città antiche - 2.4. Il linguaggio tradizionalista e il linguaggio classicista 3. Un nuovo tradizionalismo architettonico esiste già nel mondo: basta non volerlo ignorare 3.1. La scuole di architettura tradizionalista oggi nel mondo - 3.2. La scuola londinese di architettura del principe del Galles - 3.3. Lattività di M.Culot: la Fondation Philippe Rotthier pour lArchitecture a Bruxelles e lInstitut Français dArchitecture a Parigi - 3.4. Classicismo, tradizionalismo e vera modernità - 3.5. Gli architetti devono riconquistare la dignità e la dimensione storica della loro professione
Note
Indice dei nomi
Indice dei luoghi