Premessa
I. Il linguaggio interno della macchina
II. I limiti della macchina
III. I pregiudizi della macchina
IV. Le ingannevoli risorse
V. La costruzione del buio
VI. Il codice di trasmissione
VII. Gli spigoli del tempo
VIII. Luci intermittenti e atomi temporali
IX. Le radici del movimento e del tempo
X. Il movimento e i suoi fantasmi
XI. I fantasmi e il loro movimento
XII. La cinematica delle rane e dei cavalli
XIII. Il disegno del movimento e il movimento del disegno
XIV. Velázquez, Galileo, Bohr. Trasparenza, successione, simultaneità
XV. Latenze, ritardi e inibizioni
XVI. I taglienti margini dello spazio...: «Blade...
XVII. ... e quelli del tempo: ... Runner»
XVIII. La fortuna, relativa, di chiamarsi Inibito
XIX. Herr Prof. E. Mach und Maestro A. Schönberg
XX. L'Armonia del Mondo e la Terza Maggiore, secondo Keplero
XXI. L'aurora del Tono e il suo tramonto (I)
XXII. L'aurora del Tono e il suo tramonto (II)
XXIII. La fondamentale (s)perduta e l'orecchio ritrovato
XXIV. Il fischio della Sirena saluta la partenza del Maestro Jean-Philippe Rameau
XXV. «Ah, iniziamo ad ascoltare!». Mefistofele a George Sand
XXVI. Unisoni, battimenti, dissonanze, consonanze. E buon senso
XXVII. Un sacrilegio a Lipsia
XXVIII. La chiocciola del Maestro Arnold Leverkuhn
XXIX. Le due corde vibranti di Pitagora: l'esterna visibile e l'interna invisibile
XXX. «Als Zarathustra 2001 Jahr alt war... und sprach zu ihr also...»
XXXI. Il grido del macaco perduto
XXXII. Gli errori sbagliati di Thelonious Monk
XXXIII. L'urlo concentrico di Antigone
XXXIV. Grida e sussurri, marmi e velluti
XXXV. I cuscini armoniosi del Prof. Clement Wallace Sabine
XXXVI. Le vigne musicali di Hans Scharoun e la cantina del Lingotto
XXXVII. ... e, ai fornelli, Monsieur Le Baron Jean-Baptiste-Joseph Fourier
XXXVIII. Sguardo dall'Acropoli. Gli dèi e una città in frantumi
XXXIX. Le Corbusier avrebbe pianto davanti al Partenone se le sue colonne non fossero state scanalate?
XL. Le province del visibile e dell'udibile. E l'altra parte
XLI. «... aussi subtil, aussi exact, aussi implacable que celui de l'acoustique...». Le Corbu, Encore, per cemento solo...
XLII. «... da più di due anni, ormai, evito ogni contatto umano». Ludwig van Beethoven, 1801
XLIII. «... Nessuno, compagni, Nessuno mi uccide...». Odissea, canto IX
XLIV. Così il Cavalier Francesco Borromini apprestava il suicidio del suo spazio
XLV. «Che pare che sia bucato, quel muro». Anonimo Magliabechiano
XLVI. «*, da questo punto le note con lo stelo rivolto in alto rappresentano l'immagine riflessa di Narciso». B. Britten, 1952
XLVII. La corteccia visiva: cubi, coordinate e demiurghi
XLVIII. Euclide, il sogno e lo smog
XLIX. La corteccia acustica, per frequenze e per colonne
L. La trottola di Prometeo, ossia l'opinione di Jacovitti sull'annosa questione dei colori complementari
Bibliografia generale
Bibliografia per capitoli