
Pensieri sulla cometa
Nota del curatore
Pensieri sulla cometa
Avviso al lettore
L'editore al lettore
Avvertenza per il lettore
1. Occasione dell'Opera
2. Con che metodo sarà scritta
3. I presagi delle comete non hanno alcun fondamento
4. Dell'autorità dei poeti
5. Dell'autorità degli storici
6. Agli storici piace moltissimo fare digressioni
7. Dell'autorità della tradizione
8. Per quale ragione non parliamo dell'autorità dei filosofi
9. Prima ragione contro i presagi delle comete: è molto improbabile che esse abbiano la virtù di produrre qualche cosa sulla terra
10. Se le comete ci inviino qualche altra cosa oltre la luce
11. Se la loro luce può distaccare qualche atomo
12. Quale può essere l'azione della loro luce
13. Alle esalazioni rimane difficile discendere quanto salire
14. Le esalazioni delle comete, anche se arrivassero fino alla terra non vi produrrebbero alcun effetto
15. Confutazione di quanti negano che questo sia impossibile o vorrebbero sostenere che le influenze non sono corpuscoli
16. Seconda ragione. Se le comete avessero veramente la virtù di produrre qualche cosa sulla terra, il loro effetto potrebbe essere tanto buono quanto cattivo
17. Terza ragione. L'astrologia, sui cui principi si fondano tutte le predizioni particolari delle comete, è la cosa più ridicola di questo mondo
18. Della considerazione che l'astrologia godeva presso gli antichi pagani
19. Della considerazione che gode l'astrologia fra i moderni in fedeli
20. Della considerazione goduta dall'astrologia fra i cristiani
21. Della considerazione goduta dall'astrologia in Francia
22. La cieca e generale fiducia nell'astrologia discredita l'autorità che si fonda soltanto sul consenso dei più
23. Quarta ragione. Anche se fosse vero che le comete son sempre state seguite da molte calamità, non si potrebbe tuttavia affermare che esse ne siano state il segno o la causa
24. Quinta ragione. È falso che negli anni successivi all'apparizione di qualche cometa siano avvenute maggiori calamità che negli altri periodi di tempo
25. Se ci sono giorni fausti e infausti
26. Qual era l'opinione dei pagani sui giorni fausti e infausti
27. In cui si confuta questa opinione dei pagani
28. Come mai accade che in certi giorni determinati si vincano battaglie
29. Cosa si deve rispondere a tutti quelli che cercano di provare i presagi delle comete, riportando esempi
30. Come in certi nomi non sia contenuta alcuna fatalità
31. Grande superstizione dei pagani a proposito dei nomi
32. In qual senso si possa preferire un nome ad un altro
33. Questa quinta ragione è decisiva contro i presagi delle comete
34. Osservazioni necessarie per coloro che vogliono rendersi conto di questo fatto
35. Confronto fra gli anni seguiti alle comete del 1665 e gli anni precedenti la cometa del 1652
36. Guerra fra Turchi e Veneziani
37. Guerra fra Spagnoli e Portoghesi
38. Guerra fra Inglesi e Olandesi
39. Guerra fra Francesi e Spagnoli
40. Sarebbe un buon affare per la Spagna abbandonare i Paesi Bassi
41. Il 1668 è stato un anno fortunato
42. Pacificazione della controversia fra gesuiti e giansenisti
43. Come considerare le sventure accadute durante questi stessi sette anni
44. Sventure avvenute in Europa dal 1646 al 1652
45. Sesta ragione. Il consenso generale dei popoli non ha alcun valore per provare le cattive influenze delle comete
46. Esempi di opinioni generali false
47. Quale la vera causa dell'autorità di un'opinione
48. In filosofia non si deve giudicare in base alla maggioranza dei consensi
49. Cercare le cause di ciò che non esiste è molto ridicolo
50. Superstizioni degli Antichi sulle eclissi
51. Superstizione dei Moderni per le eclissi
52. Le eclissi non possono produrre alcun male
53. Le eclissi non possono essere il segno di alcun male
54. In che senso un effetto naturale è segno di qualche cosa
55. Alcune riflessioni per sapere se una cosa sia un segno inviatoci da Dio
56. Applicazione alle comete di ciò che si è detto sulle eclissi
57. Settima ragione ricavata dalla teologia. Se le comete fossero un presagio di sventura, Dio avrebbe compiuto miracoli per rafforzare nel mondo l'idolatria
58. Le comete possono annunciare il male soltanto in quanto segni
59. Le comete possono essere segni del male futuro soltanto se formate miracolosamente
60. Quali le terribili conseguenze che si dovrebbero ammettere, se le comete fossero formate miracolosamente
61. I demoni fomentavano le superstizioni facendo prodigi
62. I pagani, quando si trovavano di fronte a dei prodigi, non facevano nulla che potesse placare la collera di Dio
63. I demoni presentavano come prodigi molti fenomeni naturali
64. Se io mi serva della testimonianza dei poeti per rafforzare la mia tesi
65. In che modo gli uomini avrebbero potuto considerare certi avvenimenti come prodigi, anche senza alcun intervento soprannaturale
66. I cosiddetti prodigi sono spesso fenomeni altrettanto naturali quanto lo sono le cose più comuni
67. Della straordinaria superstizione dei pagani
68. Artifici del demonio per fomentare la superstizione dei pagani
69. I pagani attribuivano la ragione delle loro disgrazie non ai propri vizi, ma all'avere trascurato qualche cerimonia
70. Applicazione delle osservazioni ora fatte alla ragione ricavata dalla teologia
71. Dell'orrore che Dio ha per l'idolatria
72. I motivi per i quali, prima della venuta di Gesù Cristo, le comete non potevano essere presagi, sussistono ancora
73. Dell'abominevole idolatria dei pagani moderni
74. Le comete presentano particolari caratteri dai quali risulta chiaramente che non sono segni
75. In che senso si può dire che Dio minacci coloro che non vuole colpire
76. I popoli che dopo l'apparizione delle comete hanno conservato la felicità, non hanno meritato questo favore per la loro penitenza
77. Le preghiere di un piccolo numero di anime buone non sono efficaci nelle false religioni così come lo sono nella vera religione
78. Digressione necessaria
79. Ottava ragione. L'opinione che ci fa considerare le comete come presagi di pubbliche calamità, è una vecchia superstizione pagana introdottasi e conservatasi nel cristianesimo, per una stima preconcetta dell'antichità
80. Della grande inclinazione che hanno gli uomini a conoscere il futuro e degli effetti che essa ha prodotto
81. Anche i politici hanno fomentato la superstizione dei presagi
82. Anche i panegiristi hanno contribuito a fomentare la superstizione dei presagi
83. A quanti scopi può servire una stessa cometa
84. Perché i cristiani hanno sulle comete lo stesso pregiudizio dei pagani
85. Come molte cerimonie pagane si introdussero nel cristianesimo
86. Anche le false conversioni dei pagani hanno indrodotto nel cristianesimo molti errori
87. Della tendenza, che gli uomini hanno di appartenere alla regione dominante e del danno che ne viene alla vera Chiesa
88. Riflessioni sulle attuali conversioni degli ugonotti
89. Prove di fatto del trapianto in seno alla religione cristiana degli errori dei pagani
90. Perché i santi Padri non hanno condannato coloro che credevano ai presagi delle comete
91. Si ha torto a biasimare chi non è disposto a credere con leggerezza al carattere miracoloso di certi effetti
92. In che modo la grazia guarisce il cuore
93. Quanto i cristiani siano infatuati dei presagi
94. Quanti sono gli storici che si lasciano trascinare dal meraviglioso: per esempio quelli di Carlo V
95. Quando si dice che le comete preannunciano la morte dei re, non si fa distinzione, come invece si dovrebbe fra quelli la cui morte reca un effettivo danno, e quelli invece la cui morte non arreca alcun male
96. Ancora sulle esagerazioni degli Spagnoli nell'elogiare Carlo V
97. Avvertimento agli storici francesi
98. Confutazione di quegli storici francesi secondo i quali la morte di Enrico IV sarebbe stata annunziata da presagi
99. Nuove prove dell'inclinazione dei cristiani a credere nei prodigi e nei presagi
100. Nuova osservazione per dimostrare come l'antichità e l'universalità di una opinione non siano un segno di verità
101. Prova convincente dell'errore che si commette a proposito dei presagi
102. Prima obiezione contro la ragione ricavata dalla teologia: Dio ha inviato comete perché i pagani potessero conoscere la sua provvidenza e non cadessero nell'ateismo
103. Prima risposta. Dio non compie miracoli per cancellare una colpa con un'altra colpa, l'ateismo con l'idolatria
104. Seconda risposta. Non è mai stato necessario impedire che l'ateismo prendesse il posto dell'idolatria, né d'altra parte le comete sarebbero capaci di impedirlo
105. Della straordinaria inclinazione dei pagani a moltiplicare il numero degli dèi
106. Terza risposta. Anche se vi fosse stato motivo di temere che l'ateismo prendesse il posto dell'Idolatria, non ci sarebbe stato bisogno dei miracoli per impedirlo
107. Gli effetti della natura potevano impedire il sorgere del l'ateismo
108. Anche la politica poteva impedirlo
109. Anche l'interesse dei sacerdoti poteva impedirlo
110. Quanto ai popoli piacesse credere che i prodigi non erano fenomeni naturali
111. Come il sacerdozio e l'autorità sovrana si siano talvolta trovati riuniti nelle stesse mani
112. Con quanta cura si punivano coloro che disprezzavano la religione
113. I demoni preferiscono l'idolatria all'ateismo
114. Quarta risposta. L'ateismo non è un male peggiore dell'idolatria
115. Prima prova. Alla natura di Dio l'imperfezione è contraria per lo meno quanto il non essere
116. Seconda prova. Per i Padri l'idolatria è il più grave di tutti i peccati
117. Terza prova. Gli idolatri sono stati in un certo senso dei veri atei
118. Quarta prova. La conoscenza di Dio serve solo a rendere più atroci i peccati di un idolatra
119. Quinta prova. L'idolatria più ancora dell'ateismo rende difficile la conversione degli uomini
120. Paragoni che provano questa quinta ragione
121. Raramente chi ha amato una cosa per lungo tempo riesce poi ad amare una cosa contraria
122. Sesta prova. Lo spirito e il cuore degli idolatri non sono migliori dello spirito e del cuore degli atei
123. Considerazioni sull'idea che i pagani si formavano di Dio
124. Riflessioni sugli aspetti ridicoli della religione pagana
125. Non bisogna giudicare la religione pagana da ciò che ne dicono i poeti
126. Disordini provocati dai poeti cristiani
127. Quale sia stato il culto pubblicamente professato dai pagani e quale il loro rispetto per la tradizione
128. Una religione va giudicata in base ai culti che pratica. Riflessioni sul libro del Vescovo di Condom
129. La disposizione di cuore degli atei paragonata a quella degli idolatri
130. I peggiori uomini vissuti fra i pagani non erano atei
131. Qual è l'effetto della conoscenza di un dio fra le nazioni idolatre
132. Gli idolatri hanno sorpassato gli atei nel delitto di lesa Maestà divina
133. Settima prova. L'ateismo non conduce necessariamente alla corruzione dei costumi
134. Il ragionamento con il quale si vuole provare che la conoscenza di un dio corregge le inclinazioni viziose degli uomini è contraddetto dall'esperienza
135. Perché c'è tanta differenza fra quello in cui si crede e quello che si fa
136. L'uomo non agisce secondo i suoi principi
137. Perché certe cerimonie sono regolarmente osservate
138. Si dimostra con un esempio che le opinioni non sono la regola delle azioni
139. Non si può dire che coloro i quali non vivono secondo le massime della loro religione, non credano nell'esistenza di Dio. Prima prova tratta dalla vita dei soldati
140. Seconda prova ricavata dai disordini delle Crociate
141. Riflessioni sull'accusa rivolta dagli infedeli ai cristiani: che cioè la loro religione serve solo a formare dei codardi
142. Terza prova tratta dalla condotta delle donne
143 - Quali princìpi possono venir dedotti da ciò che è stato or ora detto
144. Atei e idolatri sono spinti al male da uno stesso principio
145. Come questo principio conservi la sua validità tanto per gli idolatri quanto per gli atei
146. Secondo la buona teologia la corruzione della natura non è meglio corretta negli idolatri che negli atei
147. Quarta prova tratta dai demoni e dagli stregoni, nella quale si dimostra che anche le persone cadute negli abissi della perdizione sono convinte che Dio esiste
148. Quinta prova, che si può ricavare passando in rassegna i più comuni modi di vivere delle persone
149. Sesta prova, ricavata dalla devozione che, a quanto si dice molti scellerati hanno avuto per la Santa Vergine
150. Riflessioni su di un'opera del padre Rapin
151. Se è vero che ci sono molti atei alla corte dei principi
152. Riflessione particolare sui sentimenti di Luigi XIV
153. La corte non preserva né dalla superstizione né dagli errori popolari
154. Della superstizione di Alessandro
155. Disordini e zelo religioso alla corte di Francia in quest'ultimo secolo
156. Dello zelo dimostrato dai grandi Signori di Francia contro i protestanti
157. Argomento invincibile per provare la necessità della grazia
158. Ottava prova, tratta dalle frequenti comunioni
159. Conferma di quanto è stato detto nel capitolo precedente
160. Coloro che attribuiscono la corruzione dei costumi all'affievolirsi della fede, rendono meno grave la colpa anziché aumentarne l'atrocità
161. Congetture sui costumi di una società senza religione
162. La virtù di innumerevoli persone dipende dalle leggi umane. La lussuria ne è un esempio
163. Come gli uomini siano più sensibili all'onore che non le donne
164. Quali sono, di solito, le cause della castità delle donne
165. Quale danno arrechi alla nostra religione la lussuria che regna fra i cristiani
166. Da quale segno si può riconoscere che un azione e compiuta per amore di Dio
167. La vera ragione che rende un peccato più comune di un altro
168. Riflessione sull'abitudine che gli uomini hanno di dire male del prossimo
169. Se gli uomini abbiano ragione a credere che la lussuria sia un peccato più lieve dell'assassinio
170. Riflessione sulla malizia che tanto spesso è contenuta nella maldicenza
171. Perché la vendetta e l'avarizia sono passioni tanto comuni
172. Se una società di atei potrebbe darsi leggi di buon costume e di onore
173. La credenza che l'anima non sia immortale, non esclude il desiderio di rendere immortale il proprio nome
174. Dove si dimostra con esempi che gli atei non si sono distinti per la corruzione dei loro costumi
175. Le persone amanti dei piaceri non trovano nessuna soddisfazione nel dogmatizzare contro la religione
176. L'uomo non regola la vita sulle sue opinioni
177. Per quale motivo gli atei vengono rappresentati tanto malvagi
178. Se è possibile avere un'idea dell'onestà senza credere che ci sia un Dio
179. Come avviene che anche un ateo sia avido di gloria e di lode
180. Come l'esempio di Lucrezia e di altre donne dimostri chiaramente che la religione non era affatto la causa delle idee di onestà correnti fra i pagani
181. Nuova osservazione per dimostrare che gli uomini non vivono secondo i propri principi 342.
182. Il fatto che l'ateismo abbia avuto dei martiri, è una sicura prova che la negazione dell'esistenza di Dio non esclude le idee di gloria e di onestà. Riflessioni sulla condotta di Vanini
183. Esame dell'obiezione tratta dalla difficoltà di convertire un ateo
184. In che cosa consistono le difficoltà di credere
185. Riflessioni sulla condotta di Gesù Cristo verso i Sadducei e i Farisei
186. Dell'avversione degli Ebrei per l'idolatria
187. Se oltre l'inclinazione al male c'è qualche altra causa di incredulità
188. Quanto la religione pagana fosse adatta a fare degli atei
189. L'uomo, per quanto corrotto, non vuole che la religione comandi il peccato
190. Per quale ragione avviene tutto questo
191. Se professare apertamente la religione come fanno gli atei, può essere loro di qualche giovamento
192. Perché ci si è tanto dilungati su questo argomento
193. Riflessioni sul trattato di Plutarco, «Della superstizione»
194. Quinta risposta. Da nessun esempio risulta che Dio abbia inviato miracolosamente dei prodigi per convertire qualcuno all'idolatria
195. Quanto favorevoli, da un lato, all'idolatria e inutili, dall'altro, sarebbero stati i miracoli compiuti fra i pagani
196. Perché la conversione di un epicureo all'idolatria sarebbe inutile
197. Ci sono errori più grossolani di quello che nega la provvidenza
198. Riflessioni su quanto è accaduto a proposito delle 65 proposizioni condannate dal Papa
199. Riflessioni sul diverso modo di comportarsi contro i vizi contro gli errori
200. Ci sono errori che non costituiscono una colpa
201. Per quale ragione un errore è peggiore di un altro
202. Se Dio avesse compiuto dei miracoli per far conoscere la sua bontà ai pagani, avrebbe operato in favore dei falsi dèi
203. Seconda obiezione. Le comete non sono l'effetto di nessun miracolo. Dio può compiere dei miracoli fra gli infedeli. Dio vuol farsi conoscere agli uomini per mezzo delle comete. Gli atti di idolatria di cui le comete sono causa, renderanno inescusabili gli uomini
204. Prima risposta. Perché le comete possano effettivamente essere i segni di ciò che, dopo la loro apparizione, dovrà accadere, è assolutamente necessario che siano inviate per miracolo
205. Elenco di varie ipotesi che si possono assumere per dare una spiegazione delle comete
206. Nessuna ipotesi è in grado di provare l'esistenza di un legame naturale fra le comete e ciò che avviene sulla terra dopo la loro apparizione
207. In che senso le cause seconde sono subordinate fra loro o non lo sono
208. Chiarimenti di questa dottrina
209. Altri chiarimenti formulati in base al sistema delle cause occasionali
210. Questa teoria è confermata da ciò che avviene quando si verificano dei miracoli
211. Si applica ad altre ipotesi quanto si è detto a proposito della prima
212. Neppure la quarta ipotesi ammette un simile legame
213. Queste osservazioni sono confermate dalla contingenza delle azioni umane
214. La più piccola cosa può cambiare i più grandi avvenimenti storici
215. Come si può immaginare che le comete, pur senza essere miracoli, siano tuttavia un presagio
216. Confutazione di questo modo di concepire le comete
217. Seconda risposta. Se le comete fossero miracoli, esse apparterrebbero a un certo ordine di miracoli che Dio non compie mai nei paesi degli infedeli
218. Quali sono invece i miracoli che Dio compie fra gli infedeli?
219. Terza risposta. È falso che Dio si sia proposto di farsi conoscere ai gentili come il vero Dio mostrando loro delle comete
220. La vista di una cometa non ci pone in alcun modo in migliori condizioni per conoscere la natura di Dio
221. Alcune nazioni pagane non ammettevano assolutamente religioni straniere
222. Breve esame di quello che si può trarre dalle precedenti osservazioni
223. Se è lecito negare che Dio faccia una cosa solo perché non se ne scorge nessuna utilità
224. Riflessione sulla massima del pretore Cassio «cui bono»
225. Riflessione su come si interpreta l'indurimento del Faraone
226. Quarta risposta. È falso che i gentili si siano resi inescusabili quando alla vista delle comete non si sono convertiti al vero Dio
227. Le comete non sono tali da condurre gli uomini alla conoscenza del vero Dio
228. Terza obiezione. Le comete, pur essendo un fenomeno naturale, sono anche la causa naturale delle sventure che ci colpiscono dopo la loro apparizione
229. Risposta. Le comete non possono essere la causa efficiente delle disgrazie che si dice preannuncino
230. Niente di più degno per la grandezza di Dio che mantenere le leggi generali
231. Quanto siano ingiusti coloro che si lamentano della prosperità dei malvagi
232. Della differenza che, in rapporto a noi, intercorre fra miracoli ed effetti della natura
233. I caratteri propri dei veri miracoli non convengono mai alle comete
234. Se Dio abbia inviato beni e mali ai pagani al fine di convertirli
235. Nuove osservazioni, tratte dalle fortuite vicende delle cose umane, che dimostrano come le comete non siano affatto le cause dei mali futuri
236. Quanto siano insignificanti, talvolta, le cause dei più grandi avvenimenti
237. È impossibile che le comete abbiano qualche parte nelle passioni che determinano awenimenti tanto diversi
238. Per essere agitato da passioni l'uomo ha bisogno solo di se stesso. Quanto sono stati superstiziosi gli Ebrei
239. Riflessioni che dimostrano come per congetturare sulle conseguenze di una cometa, è inutile stare ad osservarla, basta solo considerare la situazione degli affari generali, le passioni e gli interessi dei principi. Applicazione di questo principio alle comete del 1618 e 1681
240. Esempi di alcuni uomini politici che hanno indovinato certi avvenimenti
241. Confutazione del presagio di Pasquier
242. Nel 1618 era facile prevedere una grande guerra in Europa
243. Lentezza e bigotteria della politica della Casa d'Austria
244. I conquistatori hanno sempre cercato di evitare la fama di persecutori
245. Quanto le persecuzioni religiose abbiano contribuito a indebolire la Casa d'Austria
246. Quali sono i presagi che si spacciano oggi. Situazione politica favorevole alle conquiste della Francia
247. Quali sono le circostanze favorevoli alla politica della Francia
248. Considerazioni sul presente stato dell'Europa
249. Come le Repubbliche abbiano in altri tempi sconfitto le Monarchie
250. Quanto la pace di Nimega sia stata vantaggiosa per la Francia
251. Riflessione sulla forma di governo oggi vigente in Germania
252. Attaccamento dei gesuiti agli interessi della Francia
253. Di alcune profezie che, a quanto si dice, promettono al Re grandi conquiste
254. Su quali pretesti potrebbe fondarsi il Re per approfittare delle favorevoli disposizioni che la fortuna gli offre
255. Quali le ragioni che inducono a non servirsi di simili circostanze favorevoli
256. Riflessioni su quanto è stato riferito a proposito della diffusione di certe profezie favorevoli alla Francia
257. Se l'Europa oggi, più di altre volte, abbia motivo di coalizzarsi
258. Se le coalizioni siano temibili
259. Errori commessi dagli alleati durante l'ultima guerra
260. Come alcune coalizioni abbiano conseguito notevoli risultati
261. Quanto sia incerta la presente situazione
262. Conclusione dell'opera
263. Riassunto di tutta l'opera
Bibliografia
Pagine: 526
Collana: Biblioteca Universale Laterza [429]
ISBN carta: 9788842046219
Argomenti: Classici della filosofia moderna
Pensieri sulla cometa
a cura di G. Cantelli
Denis Diderot
Pagine: 526
Collana: Biblioteca Universale Laterza
ISBN: 9788842046219
L'autore
Pierre Bayle
Pierre Bayle (1647-1706) è l'autore, tra l'altro, del famoso Dizionario storico-critico (tradotto per i nostri tipi). Spirito libero, fautore della tolleranza, non vincolato da alcun dogmatismo, sottopose a una critica serrata gli errori, i pregiudizi, le imposture del suo tempo. In quest'opera, prendendo spunto dall'apparizione di una cometa nel dicembre 1680, Bayle confuta con minute e puntuali argomentazioni i pregiudizi astrologici che ne seguirono e che furono tanto di moda nei salotti dell'Europa seicentesca.
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