Vaccini covid-19: proposta di un fondo di solidarietà fra UE ed Africa

Un appello di Massimo Florio e Giuseppe Remuzzi, promosso dal Corriere della Sera e dagli Editori Laterza

Pubblichiamo questo appello scritto da Massimo Florio e Giuseppe Remuzzi e promosso congiuntamente dal Corriere della Sera e dagli Editori Laterza.

Questo il link per partecipare e firmare.

[english version below]

PROPOSTA DI UN FONDO DI SOLIDARIETÀ FRA UNIONE EUROPEA ED AFRICA PER UN PROGRAMMA URGENTE SUI VACCINI COVID-19

7 Febbraio 2022

Massimo Florio * e Giuseppe Remuzzi **

  • I dati relativi alla somministrazione di vaccini contro il virus Sars Cov-2 nei paesi a basso reddito (definizione Banca Mondiale) sono allarmanti: solo il 10% della popolazione ha ricevuto almeno una dose.
    In Africa su 1,37 miliardi di abitanti in 55 stati dell’Unione Africana, comprendenti anche vari paesi a reddito intermedio, quasi il 90% della popolazione non è completamente vaccinato, e in paesi come il Burkina Faso, il Burundi, il Camerun, il Chad, l’Etiopia, il Madagascar, il Malawi, il Mali, il Niger, la Nigeria, la Repubblica Democratica del Congo, la Somalia, il Sud Sudan e la Tanzania le dosi somministrate sono meno di 10 per 100 abitanti ed in alcuni di questi paesi non arrivano neppure a 5 ogni 100 abitanti.
  • I dati sulla diffusione della pandemia in Africa sono incerti e quelli disponibili ad oggi (circa 11 milioni di casi e oltre 241mila decessi (dati Africa CDC) potrebbero essere sottostimati per mancanza in molti paesi di sistematicità delle diagnosi, tracciamento dei contagi, sequenziamento delle varianti. Non si può escludere che una bomba ad orologeria pandemica possa esplodere dalle coste del Mediterraneo fino all’Africa Australe, per quanto l’età media giovane possa essere un fattore protettivo dalla malattia grave.
  • Come dimostra il caso Omicron, il virus Sars Cov-2 nel replicarsi su larga scala in popolazioni non vaccinate crea mutazioni potenzialmente in grado di parzialmente evadere le difese immunitarie anche delle popolazioni vaccinate. Per contiguità geografica e legami storici, l’Unione Europea contribuendo alla vaccinazione dell’intera popolazione dell’Africa, non solo dimostrerebbe una concreta solidarietà, ma metterebbe maggiormente in sicurezza anche la popolazione degli Stati Membri.
  • Gli strumenti di solidarietà in essere, quali il meccanismo COVAX ed accordi bilaterali fra singoli paesi, non stanno funzionando in misura adeguata. A dispetto dei grandi annunci, le dosi somministrate nel 2021 nei paesi che ne hanno più bisogno sono state molto limitate. Proponiamo che il Governo Italiano insieme ad altri governi degli Stati Membri della UE chieda urgentemente al Consiglio dell’Unione Europea tramite la Presidenza di turno della Francia (semestre 1 Gennaio-30 Giugno 2022) di mettere in agenda un piano straordinario di solidarietà Europa-Africa per la campagna vaccinale, creando un fondo dedicato, per un importo pari a circa 8 Euro per ogni cittadino africano, per un totale di 10 miliardi di Euro.
  • Tale fondo dovrebbe finanziare direttamente i piani vaccinali dei paesi dell’Africa su tre assi:
  1. Disponibilità di vaccini: il quadro sta velocemente cambiando, rispetto allo scorso anno. A titolo di esempio si segnala l’importanza dell’iniziativa di vaccino open source Corbevax sviluppato da Peter Hotez, Maria Elena Bottazzi ed altri scienziati del Baylor College of Medicine (Texas). Questo vaccino, per il quale i ricercatori hanno rinunciato a depositare brevetti, è approvato in emergenza in India (dove la produzione è già iniziata) ed altrove. Ne è quindi possibile la produzione ovunque vi siano capacità e infrastrutture adeguate. Qualora questa strada non si rivelasse percorribile fino in fondo in tempi brevi (o si scelga di non essere vincolati a una sola opzione) si dovrebbe pensare comunque all’acquisto di almeno due miliardi di dosi di vaccini a prezzi accessibili. I contratti dovrebbero privilegiare in tutto o in parte vaccini adatti ad essere prodotti in paesi emergenti, in collaborazione con imprese farmaceutiche che si impegnino al completo trasferimento tecnologico e/o ad investimenti diretti in Africa, dove già esiste una potenziale base produttiva sia per vaccini a mRNA che di altro tipo (eventualmente con licenze di produzione o con la temporanea sospensione dei brevetti).
  2. Contributo alla logistica di stoccaggio locale e distribuzione capillare dei vaccini, finanziando sia le organizzazioni già presenti sul territorio sia eventualmente inviando un contingente di personale volontario sotto l’egida dell’Unione Europea (laddove le risorse locali non possano essere reperite e formate in tempi brevi) e dotando tutto il personale sia dei dispositivi di protezione individuale, sia dei mezzi di trasporto e di supporto all’attività vaccinale.
  3. Finanziamento di un’ampia campagna di informazione della popolazione, con il coinvolgimento delle comunità locali e di esperti di comunicazione sanitaria nei singoli paesi, che conoscendo a fondo i contesti possano aiutare le autorità sanitarie a realizzare il piano vaccinale.
  • Il Fondo Europeo di Solidarietà con l’Africa che proponiamo non dovrebbe sostituirsi alla partecipazione della Unione Europea e dei singoli paesi ad altri meccanismi solidali, dovrebbe essere addizionale, gestito direttamente dalla Commissione Europea insieme ai singoli paesi africani, in consultazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed altri soggetti.
  • Più a lungo termine, il Parlamento Europeo (Science and Technology Options Assessment STOA Panel), ha promosso recentemente uno studio che propone una infrastruttura pubblica sovranazionale di iniziativa della Unione Europea per la ricerca e sviluppo di vaccini e farmaci, pensando alle prossime pandemie e ad altri rischi sanitari. Proponiamo che tale progetto, di cui auspichiamo l’adozione, rivolga una particolare attenzione alla collaborazione con i ricercatori del continente africano e a meccanismi che affrontino il prezzo proibitivo dei farmaci, particolarmente quelli per le malattie rare, che arrivano a costare anche 400 mila dollari per paziente per un anno di trattamento.

 

*Professore ordinario di scienza delle finanze, Università degli studi di Milano. Per Laterza ha scritto La privatizzazione della conoscenza.

**Direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e professore di nefrologia per “chiara fama”, Università degli studi di Milano. Per Laterza ha scritto La salute (non) è in vendita.

 

Tra i primi firmatari: 

Andrea Boitani, economista, Università Cattolica
Innocenzo Cipolletta, economista
Silvio Garattini, Presidente Istituto ‘Mario Negri’
Donato Greco, infettivologo
Lucio Luzzatto, ematologo
Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica
Roberto Saviano, giornalista e autore
Gianluca Vago, patologo, già Rettore dell’Università di Milano

 

Fonti*:

 

*Per le fonti online l’accesso è del 7 Febbraio 2022

 

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PROPOSAL FOR A SOLIDARITY FUND BETWEEN THE EUROPEAN UNION AND AFRICA FOR AN URGENT COVID-19 VACCINE PROGRAMME

7 February 2022

Massimo Florio* and Giuseppe Remuzzi**

  • The data concerning the administration of vaccines against SARS-CoV-2 virus in low-income countries (World Bank definition) are alarming: only 10% of the population has received at least one dose. Of the 1.37 billion inhabitants of the 55 African Union countries, which also include some middle-income countries, almost 90% have yet to be fully vaccinated. In countries like Burkina Faso, Burundi, Cameroon, Chad, Ethiopia, Madagascar, Malawi, Mali, Niger, Nigeria, Democratic Republic of Congo, Somalia, South Sudan and Tanzania, fewer than 10 doses per 100 inhabitants have been administered. In some of these countries the rate is lower than 5 doses per 100 inhabitants (Our World in Data, Oxford).
  • The data on the spread of the pandemic in Africa are unclear and the figures available so far (roughly 11 million cases and over 241,000 deaths, Africa CDC data) may underestimate the true figure due to a lack of systematic diagnosis, infection tracing and variant sequencing in many We cannot rule out the possibility that a pandemic time-bomb could explode from the Mediterranean coast down to Southern Africa, although the low average age of the population may be a protective factor against serious disease.
  • As the Omicron variant case shows, when it replicates on a large scale among non-vaccinated populations, the SARS-CoV-2 virus creates mutations that are potentially capable of partially evading immunity, even in the vaccinated population. Given its geographical proximity and historical ties, the European Union could demonstrate concrete solidarity and offer the population of its own Member States greater protection by contributing to the vaccination of the entire African population.
  • Existing solidarity tools, such as the COVAX mechanism and bilateral agreements between countries, are not working well enough. In spite of momentous announcements, in 2021 the number of doses administered in the countries that needed them the most was very We propose that national governments urgently ask the Council of the European Union through the rotating presidency of France (1 January to 30 June 2022 semester) to include an extraordinary Europe-Africa solidarity plan for a vaccination campaign in its agenda. The plan would involve creating a dedicated fund, amounting to about €8 per African citizen, for a total of €10 billion.
  • This fund should directly finance African countries’ own vaccination plans through three axes:
    1. Vaccine availability: the range of vaccines available on a global scale is evolving rapidly. A good example is the Corbevax open-source vaccine initiative developed by Peter Hotez, Maria Elena Bottazzi and other scientists from Baylor College of Medicine (Texas) who waived any intellectual property rights. This vaccine has been emergency-approved in India (and elsewhere) where production has already started. It is, therefore, possible to manufacture it wherever capacity and infrastructures Should this option prove not to be available in the short term (or if there is a preference not to be bound to a single option), African countries should be allowed to purchase at least two billion doses of vaccines at affordable prices. The contracts with suppliers should favour, completely or at least in part, vaccines that are suitable for manufacture in emerging countries. Priority should be given to pharmaceutical companies that are committed to completing technology transfers and/or direct investments in Africa where a potential production base already exists for both mRNA and other types of vaccines (possibly with production licenses or with the temporary suspension of patents).
    2. Local storage logistics and widespread distribution of the vaccines: the organisations already on the ground should receive funding and a contingent of volunteers could be dispatched, under the aegis of the European Union (where local resources cannot be found and trained fast enough). All personnel must be equipped with personal protective equipment and means of transport and support for vaccination
    3. Extensive information campaign for the population: this should be financed with the involvement of local communities and health communication experts in individual countries who, with their in-depth knowledge of the contexts, can help local health authorities to implement the vaccination
  • The European Solidarity Fund for Africa that we propose should not replace the European Union’s and individual countries’ participation in other solidarity mechanisms. It should be an additional measure, managed directly by the European Commission with individual African countries, in consultation with the World Health Organization, the African Union and other international
  • For the longer term, the European Parliament (Science and Technology Options Assessment STOA – Panel) recently launched a study proposing a supranational public infrastructure as a European Union initiative for research into and the development of vaccines and drugs, to plan for future pandemics and other health We suggest that this project, which we hope will be adopted, should focus particularly on collaboration with researchers from the African continent and on mechanisms that address the prohibitive cost of drugs, particularly for treating rare diseases, which can cost as much as US$ 400,000 per patient per year.

 

*Professor of Public Economics, Jean Monnet Centre of Excellence, University of Milan

**Director, “Mario Negri” Institute for Pharmacological Research and Professor of Nephrology, University of Milan

 

Sources:***

 

*** Online sources were accessed on 7 February 2022