Dentro la fiera delle falsità sui danni al clima

Roberto Saviano legge Stella Levantesi

I primi a vedere il pericolo del riscaldamento globale furono coloro che poi hanno fatto di tutto per negarlo

Roberto Saviano | Corriere della Sera | 18 maggio 2021

Si può negare tutto, si può negare anche qualcosa di evidente e di dimostrato, lo sappiamo. Si può negare l’evidenza di una pandemia, si possono negare le prove inconfutabili dell’esistenza delle mafie, si può persino arrivare a negare lo sterminio di milioni di persone.

Se così non fosse, le teorie del complotto non avrebbero un così grande spazio. Tutto può essere negato, ma si può fare in maniera credibile? Si può negare la realtà con successo? I bugiardi del clima di Stella Levantesi, in uscita il 20 maggio per Laterza, dimostra che non solo si può fare con successo, ma che negare una realtà in maniera sistematica e attiva non è più solo un atto di negazione, ma di negazionismo. Non si tratta solo del rifiuto di accettare, «il negazionismo è strategico, è intenzionale, è pubblico». Levantesi costruisce un percorso che illustra una delle più grandi manovre di occultamento della storia, quella che i negazionisti del cambiamento climatico hanno messo in atto per nascondere il legame tra loro stessi e il riscaldamento globale ed evitare ad ogni costo politiche ambientali. Attenzione, non solo hanno nascosto il legame, ma hanno nascosto il legame che loro stessi, per primi, avevano individuato. Sapete chi per primo ha ricercato e ottenuto risultati che davano l’allarme sull’uso dei carburanti fossili? La più grande compagnia petrolifera mondiale, la Exxon. Già negli anni Ottanta la ricerca interna all’azienda aveva osservato la necessità di «una grande riduzione della combustione dei carburanti fossili» perché «ci sono alcuni eventi potenzialmente catastrofici che devono essere considerati». Queste sono parole dei loro scienziati, tratte dalle analisi da loro sostenute. La ricerca della ExxonMobil era all’avanguardia, fu proprio questa azienda tra le prime ad avere le prove inconfutabili dell’esistenza del riscaldamento globale e, perciò, non si può «appellare all’ignoranza» quando spende decine di milioni di dollari per finanziare politici, campagne e lobby al fine di ostacolare un’azione di protezione ambientale.

Ne I bugiardi del clima scopriamo — attraverso indagini già verificate e una corposa documentazione — come le aziende di petrolio, gas e carbone hanno osservato per prime che la loro attività, bruciare combustibili fossili, causava un aumento delle emissioni e quindi un aumento della temperatura. L’abilità dei negazionisti è stata quella di trasformare un tema scientifico in uno politico, spiega Stella Levantesi: «“Rendere la scienza più politica” è esattamente ciò che i negazionisti vogliono», perché solo così il tema del cambiamento climatico può essere messo in discussione, solo così un fenomeno scientifico può diventare strumento di propaganda e manipolazione. È stato sufficiente rendere i dati discutibili, interpretabili sul piano politico.

Bisogna fare chiarezza su un punto: la negazione è diversa dal negazionismo. La negazione — è assai bene spiegato nel libro — è un processo di rifiuto, la volontà di allontanare, cancellare, un dato vero che non si riesce e non si vuole accettare. Il negazionismo non è semplicemente il rifiuto della realtà, ma anzi ne costruisce una alternativa. Alla radice, la negazione e il negazionismo «si sono sviluppati per usare il linguaggio con il fine di ingannare gli altri e sé stessi». Ma la differenza più grande consiste nel fatto che il negazionismo è una questione pubblica. Il negazionismo non è un meccanismo «passivo», è una decisione strategica volontaria, fatta di tattiche, manipolazione e politica.

Oggi il tema del clima ha molto poco a che fare con la scienza e molto più con la politica, e questo è il risultato della «campagna di disinformazione». I bugiardi del clima sono riusciti nell’impresa apparentemente impossibile di ostacolare la regolamentazione del settore fossile e continuare a guadagnare con la loro attività. Per questo, anche se conosciamo cause e conseguenze del riscaldamento globale da più di cinquant’anni, siamo molto indietro con l’azione per il clima.

Finanziamenti e propaganda sono stati fondamentali. I negazionisti hanno ingaggiato «i maestri della manipolazione», esperti in comunicazione che hanno saputo fare dell’inganno la propria forza. Il negazionismo climatico non è una «corrente di pensiero», scrive Levantesi, «è un vero e proprio sistema organizzato, un’architettura sorretta da solidi pilastri strategici, sostenuta da un’efficace comunicazione e costruita sulle fondamenta di potere e denaro». Una delle cose in cui il libro riesce bene è disarticolare questo sistema organizzato, mostrarlo con chiarezza. I capitoli sono un reportage dentro un ginepraio fittissimo di storie che raccontano tutto quello che non sappiamo su come le industrie di gas, petrolio e carbone, insieme ai loro alleati della «macchina del negazionismo», ci hanno ingannati.

Persino la psicologia dei negazionisti diventa oggetto di analisi, chiave di comprensione. Perché i negazionisti fanno ciò che fanno? La risposta non ha soltanto motivazioni economiche, ma anche psicologiche e sociologiche. Ha a che fare con i valori, l’identità, il tenore dell’uomo bianco al potere di perdere tutto. Proprio perché in questo campo la dinamica psicologica è la più insidiosa e perché «la macchina» è così radicata, il negazionismo è difficile da contrastare.

Come si combatte questo fenomeno? I fatti non bastano, bisogna comprendere i processi e imparare a riconoscere le strategie. I bugiardi del clima è uno strumento fondamentale perché scende in profondità nell’inganno negazionista, e non teme l’estrema scomodità del tema, anzi la accoglie. Stella Levantesi ha l’obiettivo di dare strumenti al lettore, i più argomentati ed efficienti possibili. Questo testo è pieno di vicende inaspettate, tutte emerse nel dibattito degli ultimi vent’anni e raramente raccolte in un quadro d’insieme. I bugiardi del clima racconta che secondo un documento del 1998 di uno dei protagonisti della «macchina negazionista», l’American Petroleum Institute, la «vittoria» (dei negazionisti) sarebbe stata raggiunta solo nel momento in cui «coloro che promuovono il Trattato di Kyoto sulla base della scienza esistente sembrano aver perso di vista la realtà». Questo è un passaggio cruciale, la manipolazione dei bugiardi del clima si spinge fino a capovolgere i fatti, per cui chi aveva compreso che il riscaldamento globale era reale e causato dall’uomo diventa, invece, qualcuno che ha «perso di vista la realtà».

Il libro aspira a mappare il negazionismo del cambiamento climatico per comprendere come siamo arrivati fino a qui, e come poter andare avanti senza continuare a commettere sempre gli stessi errori. I bugiardi del clima sembra in parte un thriller, ma non lo è — è un’inchiesta sulla realtà. Stella Levantesi ha uno stile chiaro, governato dall’unica necessità di verificare pagina dopo pagina la sua argomentazione, per questo la narrazione non ammicca mai alla polemica politica. Lo sguardo dell’autrice è fisso sui dati scientifici, sul comportamento delle grandi compagnie. Lo stile è tutto dentro lo spazio del saggio di inchiesta storica che va a ricostruire con due strumenti metodici l’assalto delle compagnie alla scienza: un linguaggio rigoroso che in alcuni punti chiede al lettore la rilettura di alcuni passaggi e dall’altro una forte bibliografia che permette di avere tutto il materiale a disposizione per valutare il percorso fatto ed accedere alla riflessione del libro.

I bugiardi del clima è un testo che ha la capacità di leggere e scoprire le relazioni e le interconnessioni, il peso della responsabilità individuale rispetto a quella delle aziende, il dualismo insito nella nostra società, la separazione tra uomo e natura, i fallimenti del capitalismo, il ruolo della letteratura nella crisi climatica. È una bussola in una realtà dove tutto è messo in dubbio, dove manca la fiducia, dove il confine tra fatto e invenzione è sbiadito e confuso e dove si fa fatica a distinguere la verità dalla menzogna.

Pensare che ci sia un dibattito sul clima è un errore, ce l’hanno fatto credere i negazionisti che, con successo e per decenni, hanno continuato a «minare le fondamenta» della scienza del clima, a manipolare i dati, a confondere l’opinione pubblica e finanziare campagne politiche. Ma smascherare i bugiardi del clima, comprenderne il percorso, imparare a riconoscerne i meccanismi, significa proprio sottrarsi a questo inganno.

 

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