A tu per tu con i classici

Un nuovo appuntamento fisso con Alessandro Laterza

A tu per tu con i classici: un ciclo di dialoghi con autrici e autori di casa Laterza per attraversare temi, voci, opere della cultura greca e romana.

È ormai da tempo che il tema della rilevanza dei classici ricorre nel dibattito culturale. Dispute animose si sono accese sul senso di apprendere a scuola il greco e il latino nell’età della globalizzazione. Molti sono gli argomenti messi in campo, con nette contrapposizioni. È vero che lo studio del greco e latino ha un peculiare valore formativo? O si tratta di uno sterile esercizio di memorizzazione di imponenti apparati di grammatica normativa? La letteratura, la storiografia, la filosofia, la scienza antica contengono alcune basi fondamentali della nostra cultura? oppure sono un fardello da alleggerire per correre verso le nuove frontiere della modernità?

Senza negare la rilevanza di queste discussioni, A tu per tu con i classici ne prende tuttavia le distanze.

Assume che Grecia e Roma contengano un repertorio di inizi, di punti di partenza da cui si dipanano gran parte delle realizzazioni intellettuali della cultura europea. Non c’è dubbio, per esempio, che questioni cruciali come quello del rapporto tra linguaggio e realtà appartengono oggi al campo di indagine della linguistica ed anche delle neuroscienze; è altresì certo che il tema è stato posto con forza per la prima volta in un grande dialogo socratico di Platone, il Cratilo. E se il complesso disciplinamento del confine tra norma e diritti individuali è oggi presidiato dalle scienze giuridiche è fuori discussione che mai ha avuto potente rappresentazione come nell’Antigone di Sofocle.

Ma, nello stesso tempo, per fare alcuni esempi, l’universo dei sentimenti e delle relazioni sessuali, la concezione della militanza civile e della cosa pubblica, sono irrimediabilmente lontani dalla sensibilità contemporanea.

La soluzione a questa appariscente, incomponibile, dicotomia si trova nella combinazione di due fattori. L’aderenza ai testi, in ragione del contesto in cui sono stati prodotti, senza forzature. La libertà di trarne le riflessioni più larghe e anche contradditorie. Perché è giusto rispettare la filologia ma è anche affascinante tradire e tradurre le testimonianze del passato secondo gli accordi delle sensibilità attuali. Giano che abbiamo preso come icona del ciclo è l’antichissimo dio latino degli inizi e dei passaggi: un dio bifronte che, con una buona dose di licenza ermeneutica, possiamo immaginare proteso, allo stesso tempo, verso il passato e verso il futuro.

 

Qui i precedenti appuntamenti, con Giorgio Ieranò e Andrea Marcolongo, e Luciano Canfora: