Valerio Eletti - Manuale di editoria multimediale
Appendice 3: E-book, e-ink ed e-paper di Katia D’Eramo

La nascita dell’«e-book» e lo sviluppo dei dispositivi di lettura

Già cento anni fa ci si interrogava sul declino della carta stampata. Matteo Cuomo, scrittore napoletano, si chiedeva come sarebbe stato il libro del 2000, e Thomas Edison, l’inventore della lampadina e del fonografo, pronosticava una grande rivoluzione nel campo dei libri: «la carta sarà sostituita da foglietti di nichel, spessi un duemillesimo di millimetro. Un libro avrà uno spessore di due centimetri e potrà contenere quarantamila pagine»16. L’idea del libro elettronico è nata di fatto nel 1968, insieme a quella del personal computer, dalla mente di Alan Kay17 che ideò, nei laboratori del centro di ricerca Xerox a Palo Alto, il primo computer portatile. Il Dinabook, così fu chiamato il prototipo, nella visione di Kay doveva essere piccolo e trasportabile, una sorta di «libro dinamico». Negli anni Settanta questo prototipo ispirò sia i progetti di sviluppo del personal computer dello stesso Kay sia quelli di altri pionieri dell’informatica. Sempre dal Dinabook scaturì, nelle successive interfacce grafiche dei primi Pc, il concetto di «finestre» che si aprono e si chiudono come le pagine di un testo stampato.

Da quel momento in poi, nel progettare dispositivi hardware finalizzati a permettere una confortevole lettura su schermo, si cercano di ottenere le stesse caratteristiche che hanno permesso il successo del libro a stampa, ovvero la maneggevolezza, l’elevata portabilità, la qualità visiva, la resistenza del materiale. La ricerca e lo sviluppo di apparecchi hardware per la lettura è avvenuta lungo tre direttrici18:

1. dispositivi monofunzionali, finalizzati cioè esclusivamente alla lettura e alla consultazione di libri;

2. dispositivi per l’accesso a distanza dell’informazione (news tablet);

3. dispositivi per il personal computing tascabile, come i palmari.

Le prime realizzazioni di congegni hardware dedicati si hanno già negli anni Ottanta.

La Franklin Electronic Publishers realizzò il primo e-book nel 1986. Si trattava di una specie di agenda elettronica, utilizzata per il genere reference, che consentiva di ricercare, ascoltare, consultare e leggere dizionari ed enciclopedie. Il target era prevalentemente quello degli uomini d’affari e dei professionisti. Questo primo esempio di e-book non fu in grado di attrarre l’interesse dei grandi editori, ma il fatturato che generò consentì ugualmente alla Franklin di costruire un piccolo catalogo e di ritagliarsi una precisa nicchia di mercato, senza alcun concorrente fino alla metà degli anni Novanta, quando comparvero i primi computer palmari.

La Sony scese in campo intorno al 1990 con il Data Discman, una sorta di walkman per la conservazione dei dati, ma benché tale dispositivo avesse ottenuto inizialmente un discreto successo in Giappone, le unità del Sony Data Discman vendute nei cinque anni successivi furono 800.000 in tutto.

Questi primi device dedicati non ebbero dunque un grande successo, né sul mercato né presso l’industria libraria. Si trattava del resto di electronic reference book, adatti cioè solo a una lettura breve, tipica della consultazione di un dizionario o di un’enciclopedia. Le aziende che li avevano realizzati non avevano potuto concepirli come strumenti idonei a un tipo di lettura lunga e impegnativa, a causa delle gravi limitazioni imposte dalla tecnologia allora esistente. Tali dispositivi erano penalizzati da schermi di bassa qualità, comandi troppo complessi, batterie di breve durata e il loro design era poco accattivante. Inoltre, non suscitarono l’interesse dei grandi editori, anche perché non offrivano di fatto alcun vantaggio reale all’industria libraria.

Solo a partire dal 1998, anno in cui è stato prodotto dalla Società Nuvomedia il Rocket eBook19, si è assistito a una lieve inversione di tendenza, anche perché solo allora, sulla scia di Internet, nel mercato statunitense prende piede una certa penetrazione del libro elettronico.

Dal 2000 anche in Europa si sono iniziati a produrre nuovi prototipi e a commercializzare quelli già creati in Nord America.

La seconda linea di tendenza, quella dei news tablet20, suscita pareri contrastanti. Alcuni ritengono che sia una strada poco promettente, mentre altri, al contrario, la più proficua in assoluto. C’è infatti chi sostiene che l’intera progettazione e produzione di hardware dei primi dieci anni del Ventunesimo secolo sarà diretta in tal senso.

Al momento, i dispositivi esistenti sono ancora piuttosto costosi e orientati in prevalenza a una fascia di mercato professionale. Ciononostante, i fattori che si riveleranno cruciali per il loro successo e la loro diffusione su larga scala risultano ormai abbastanza chiari, ossia l’implementazione di tecnologie per i display basate sull’impiego di polimeri flessibili21 e la diffusione della connettività wireless.

La terza direttrice, quella del mobile computing, costituisce in un certo senso lo sfondo su cui si va a inserire il fenomeno dell’e-book. La diffusione dei dispositivi mobile è incominciata verso la metà degli anni Novanta e si ritiene che saranno utilizzati su larga scala appena si integreranno con i telefoni cellulari di terza generazione. Sono strumenti multifunzionali, che permetteranno all’utente di svolgere varie operazioni e utilizzare funzioni attualmente deputate ai tradizionali personal, di connettersi alla rete ad alta velocità da qualunque luogo e in ogni momento, grazie all’impiego delle tecnologie di trasmissione wireless, e di leggere un qualsiasi e-book.

In sostanza, in questi ultimi anni stanno maturando gli elementi che consentiranno l’apertura di un mercato reale dell’e-book. I motivi li riassumiamo qui di seguito.

Per prima cosa i notevoli progressi compiuti dal punto di vista della miniaturizzazione e dell’integrazione dei componenti hardware hanno consentito la realizzazione dei computer «tascabili» (i sub-notebook), che ormai sono paragonabili ai tradizionali desktop per funzionalità e capacità, e soprattutto dei dispositivi palmari. In altre parole, grazie a tali sviluppi sono attualmente disponibili una serie di apparecchi, mono o multifunzionali, di gran lunga migliori rispetto ai primi prototipi sotto il profilo dell’ergonomia e della versatilità, in grado di consentire un’esperienza di lettura molto più confortevole rispetto a quella che avviene tramite lo schermo di un personal computer tradizionale.

Contemporaneamente si è avuto un certo sviluppo di sistemi per la creazione, la distribuzione e la fruizione dei contenuti in formato digitale, e la messa a punto di piattaforme tecnologiche per garantire la protezione del copyright dell’opera d’ingegno in versione elettronica (Drm: Digital Right Management), punto quest’ultimo di cruciale importanza per convincere gli editori a rendere disponibili alcuni titoli del loro catalogo in formato e-book.

Infine, si faceva un grande passo avanti con il perfezionamento delle tecniche per la visualizzazione su schermo dei caratteri: le tecnologie di sub-pixel font rendering22, come Cleartype di Microsoft e Cooltype di Adobe.

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