Valerio Eletti - Manuale di editoria multimediale
Appendice 7: Software per lo sviluppo di titoli multimediali: nozioni di base di Mirko Calvaresi

1. Software per la gestione del prodotto multimediale

Appartengono a questa categoria i cosiddetti multimedia authoring tool che hanno sostituito ormai da tempo i linguaggi di programmazione tradizionali (C, C++, Visual Basic, Java) nella realizzazione di prodotti multimediali.

I linguaggi di programmazione tradizionali, infatti, sebbene molto potenti, dimostrano una scarsa flessibilità nel trattamento dei vari media digitali e richiedono comunque un tempo di sviluppo più lungo, così come un debugging più complesso, rendendo nella maggior parte dei casi il processo produttivo più farraginoso, e più difficile l’adattamento del prodotto finale su piattaforme e sistemi operativi diversi.

I software per la realizzazione di un CdRom, invece, sono ambienti che comprendono molte funzionalità per la gestione di formati digitali diversi, per creare interazioni, riprodurre il flow chart del prodotto, ecc., attraverso la mediazione della propria interfaccia. Caratteristica generale è quella di prevedere anche la possibilità di programmazione di logiche più complesse di quelle offerte di default attraverso il supporto di linguaggi di programmazione proprietari che, solitamente, consentono ampie possibilità di espansione e di adattamento del prodotto a pressoché tutte le esigenze.

L’affermazione di un pacchetto rispetto a un altro si basa essenzialmente sulla intuitività dell’interfaccia, sul supporto che offre ai media specifici o ai formati digitali proprietari, sulle potenzialità del linguaggio, sulla documentazione di corredo. Conta, inoltre, la disponibilità di una comunità di sviluppatori capaci di uno scambio di know how, come la messa a disposizione – da parte della stessa casa produttrice – di risorse didattiche, tutorial, spazi di discussione, oltre che seminari di aggiornamento riguardo il software, feedback su dubbi e suggerimenti, e la certificazione dei saperi.

La straordinaria affermazione di Macromedia si deve anche a una lungimirante politica di marketing relazionale condotta verso l’universo degli sviluppatori2, che ha consentito un veloce ed efficace processo di condivisione di conoscenze.

Storicamente, i due maggiori software per la realizzazione di prodotti multimediali sono stati «Macromedia Director» e «Asimmetrix Toolbok» (attualmente distribuito dalla Click2Learn3). Vediamoli un po’ più in dettaglio.

1.1. Toolbook

Toolbook è un software particolarmente indicativo dello sviluppo della struttura di navigazione dei CdRom: esso infatti utilizza la metafora del libro (book), la stessa che ha informato l’interfaccia dei primi prodotti ipermediali all’inizio degli anni Novanta.

Un libro Toolbook è diviso in pagine sulle quali sono collocati vari oggetti (bottoni, immagini, campi di testo) che possiedono alcune proprietà che definiscono il loro aspetto e il loro comportamento. Il funzionamento di un’applicazione Toolbook è determinato dalle azioni dell’utente (eventi): quando si verifica un evento (quale il clic del mouse o la pressione di un tasto) viene inviato un messaggio all’oggetto destinatario; qualora questo abbia informazioni specifiche in risposta allo specifico evento, le esegue, altrimenti segue una specifica gerarchia di eventi impostati.

Le istruzioni interne vengono fornite attraverso un linguaggio di programmazione denominato «OpenScript», flessibile e molto facile da apprendere, anche se il programma offre una serie di strumenti che generano il codice necessario all’evento in modo autonomo.

Nell’attuale versione, Toolbook ha accentuato la connotazione di software dedicato all’e-learning, in particolare alla realizzazione di corsi on line, poiché consente di convertire l’applicazione creata in tecnologia Dhtml (Html, Javascript, Applett Java).

1.2. Director

Il tool che però ha sicuramente segnato lo sviluppo off line è Macromedia Director. Giunto ormai alla sua nona release, questo prodotto è lo standard di riferimento professionale per lo sviluppo di CdRom multimediali.

Alla sua affermazione hanno contribuito in modo determinante la metafora principale dell’interfaccia, basata sui concetti di timeline e di stage.

Il primo, in particolare, attribuisce a Director la connotazione di software time driven, ovvero gestisce le interazioni e le sezioni presenti all’interno del flow chart del prodotto multimediale come eventi disposti lungo una linea temporale. Tutti gli oggetti sono contenuti all’interno di fotogrammi (frame): il file prodotto (non a caso denominato movie) è un filmato la cui testina si avvolge e riavvolge in entrambi i sensi di questa linea temporale.

Lo stage è l’area visibile del filmato, ove sono rappresentati gli sprite, elementi di libreria riutilizzabili per tutto il movie.

La libreria è l’espressione dei concetti portanti del quadro d’insieme (il framework) di Macromedia: riusabilità e modularità. Essa raccoglie, infatti, tutti gli elementi che compongono il filmato, siano essi immagini, video, suoni, ma anche comportamenti e azioni. Gli elementi vengono trascinati dalla libreria allo stage ogni volta che ce ne sia bisogno, con la possibilità di modificarne in vario modo le proprietà.

Director è ovviamente dotato di un linguaggio proprietario di scripting: Lingo. Si tratta di un linguaggio dotato di una serie impressionante di funzioni specifiche per il trattamento di tutti gli aspetti del prodotto multimediale: riprodurre modelli fisici complessi, realizzare in modo semplice interazioni avanzate per il programmatore, impostare le proprietà di riproduzione dei contenuti audio/video, gestire la memoria della piattaforma.

1.3. Flash

È indubbio però che il software che ha portato Macromedia, la società di San Francisco nata nel 1992, a diventare in pochi anni leader indiscusso nella fornitura di software per lo sviluppo web/multimediale è il notissimo «Macromedia Flash». Nato inizialmente (nel 1997) come prodotto per la creazione di animazioni vettoriali destinate al web, è divenuto ormai uno standard imprescindibile non solo per l’on line, ma in larga parte anche per l’off line. L’enorme diffusione di Flash è certo dovuta ad alcune caratteristiche che condivide appieno con Director (tra cui l’impostazione time driven), ma il suo vero valore aggiunto si può individuare nell’enorme compressione dei filmati4. Ciò consente, con pochi KiloByte, di raggiungere un livello di dinamicità e possibilità di modulazione grafica ignote ai tradizionali strumenti Html/Dhtml. Oramai Flash viene utilizzato per un ventaglio di applicazioni molto ampie che vanno dalla costituzione dei banner, sino ai giochi on line, passando ovviamente per la progettazione e realizzazione di interi siti o CdRom.

Anche nella realizzazione di prodotti off line, molte delle animazioni e sezioni interattive vengono realizzate in Flash, attraverso il supporto del proprio linguaggio di scripting, Actionscript, strutturalmente molto simile al linguaggio proprio del web, il Javascript5.

Il successo di Flash come sistema autore per l’on line è dovuto poi anche alla larga dotazione del plug in necessario alla riproduzione dei filmati Flash: il «Flash player». Il player è infatti pre-installato nella maggior parte dei computer, in quanto è incluso, tra gli altri, in tutte le copie di Windows 98, Windows ME, Netscape Navigator, sistemi operativi Apple Macintosh, America Online, WebTV e Real Player; viene inoltre distribuito attraverso un gran numero di partner chiave, come Microsoft, Netscape e Aol.

La caratteristica principale di Flash è la sua flessibilità: dotato di una serie di strumenti specifici sia per il disegno che per la programmazione, coinvolge un largo spettro di professionalità, dal disegnatore all’animatore, passando per il programmatore tradizionale; è anzi il caso di ricordare che lo stesso Flash ha contribuito addirittura a creare alcune figure specifiche che vengono raccolte sotto la categoria comune di Flash designer (nel gergo degli sviluppatori italiani: i flashisti).

La sesta release (quella più attuale al momento della stesura di questo testo) del programma e del relativo player rappresenta un punto di svolta nella storia del software poiché introduce delle sostanziali modifiche e delle innovazioni che prefigurano nuove ambizioni e direttive di sviluppo. Due quelle di particolare rilievo: la programmazione «lato server» e l’integrazione per il supporto dei filmati audio/video.

Macromedia ha rilasciato, infatti, sia «Flash Communication Server», che viene utilizzato per la creazione di sessioni di streaming audio-video o interazioni complesse come giochi multiutente, sia «Flash remoting» per l’accesso diretto alle sorgenti dati. Quest’operazione lascia intravedere la volontà di espandere l’utilizzo del file Flash, considerato fino ad ora un’applicazione prevalentemente client (scaricata ed eseguita in locale dal browser), verso la comunicazione client/server. In altre parole, l’intento è quello di consentire a siti realizzati in interfaccia Flash di accedere in tempo reale a dati, inglobare chat, e così via, rendendo agevole e veloce ciò che adesso richiede la combinazione di tecnologie diverse (da una parte quelle d’accesso ai dati, dall’altra quelle di streaming video), con un appeal grafico molto maggiore.

Questa implementazione è dovuta anche all’integrazione di funzioni avanzate di gestione del video, che consentono di produrre filmati con altissimo grado di compressione. Il potenziamento delle caratteristiche di programmazione di Flash rende conto dell’enorme strada fatta da questo software rispetto agli esordi.

Vale la pena segnalare come ormai Flash sia distribuito anche sui dispositivi mobili (computer palmari, cellulari d’ultima generazione), puntando a supportare in futuro molte delle nuove periferiche minori. Infine, a testimoniare l’universalità raggiunta, notiamo come siano state introdotte in questo software funzioni per supporto di utenti disabili con handicap visivi, anche se la completa accessibilità del contenuto rimane in questi casi ancora un obiettivo da raggiungere.

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2. Software per il trattamento di media specifici