Sociologia – Comunicazione

Sociologia del giornalismo
Sergio Splendore

Pagine: 240

SCHEDA LIBRO

 

 

Comunicare
Persone, relazioni, media
Giovanni Boccia Artieri – Fausto Colombo – Guido Gili

Pagine: 224

SCHEDA LIBRO

 

 

L’architetto e l’oracolo
Forme digitali del sapere da Wikipedia a ChatGPT
Gino Roncaglia

Pagine: 256

SCHEDA LIBRO

 

 

Hackers
Storia e pratiche di una cultura
Federico Mazzini

Pagine: 200

SCHEDA LIBRO

 

 

La maschera dei classici
Leggere i maestri della teoria sociale
Alessandro Pizzorno
a cura di G.P. Cella

Pagine: 352

SCHEDA LIBRO

 

Storia contemporanea

Lessico della storia culturale
a cura di Alberto Mario Banti – Vinzia Fiorino – Carlotta Sorba

Pagine: 292

SCHEDA LIBRO

 

 

Senza intellettuali
Politica e cultura in Italia negli ultimi trent’anni
Giorgio Caravale

Pagine: 168

SCHEDA LIBRO

 

 

Le date che fanno la storia
Patrick Boucheron

Pagine: 480

SCHEDA LIBRO

 

 

11 maggio 1860
Luigi Mascilli Migliorini

Pagine: 208

SCHEDA LIBRO

 

 

Terra irredenta, terra incognita
L’ora delle armi al confine orientale d’Italia 1914-1918
Fabio Todero

Pagine: 264

SCHEDA LIBRO

 

 

Terra italiana
Possedere il suolo per assicurare i confini 1915-1954
Andrea Di Michele

Pagine: 264

SCHEDA LIBRO

 

 

La resistenza lunga
Storia dell’antifascismo 1919-1945
Simona Colarizi

Pagine: 272

SCHEDA LIBRO

 

 

Mussolini racconta Mussolini
a cura di Mimmo Franzinelli

Pagine: 336

SCHEDA LIBRO

 

 

Storia passionale della guerra partigiana
Chiara Colombini

Pagine: 240

SCHEDA LIBRO

 

 

I carnefici del Duce
Eric Gobetti

Pagine: 192

SCHEDA LIBRO

 

 

Un manager del Terzo Reich
Il caso Hans Biebow
Anna Veronica Pobbe

Pagine: 224

SCHEDA LIBRO

 

 

Trieste ’45
Raoul Pupo
nuova edizione

Pagine: 408

SCHEDA LIBRO

 

 

Gadda, Montale e il fascismo
Pier Giorgio Zunino

Pagine: 408

SCHEDA LIBRO

 

 

L’Italia e la sua Costituzione
Una storia
Raffaele Romanelli

Pagine: 488

SCHEDA LIBRO

 

 

La diplomazia del terrore
1967-1989
Valentine Lomellini

Pagine: 232

SCHEDA LIBRO

 

 

La destra italiana
Da Guglielmo Giannini a Giorgia Meloni
Paolo Macry

Pagine: 160

SCHEDA LIBRO

 

 

La Cina rossa
Storia del Partito comunista cinese
Guido Samarani – Sofia Graziani

Pagine: 312

SCHEDA LIBRO

 

 

Storia degli Stati Uniti
Oliviero Bergamini
nuova edizione

Pagine: 312

SCHEDA LIBRO

 

 

 

 

 

Storia medievale e moderna

Le date che fanno la storia
Patrick Boucheron

Pagine: 480

SCHEDA LIBRO

 

 

Marckalada
Quando l’America aveva un altro nome
Paolo Chiesa

Pagine: 168

SCHEDA LIBRO

 

 

Sulle orme del sacro
I santuari dell’Europa occidentale. IV-XVI secolo
André Vauchez

Pagine: 336

SCHEDA LIBRO

 

 

Lessico della storia culturale
a cura di Alberto Mario Banti – Vinzia Fiorino – Carlotta Sorba

Pagine: 292

SCHEDA LIBRO

 

 

 

Storia antica

Le date che fanno la storia
Patrick Boucheron

Pagine: 480

SCHEDA LIBRO

 

 

Catilina
Una rivoluzione mancata
Luciano Canfora

Pagine: 408

SCHEDA LIBRO

 

 

Io, Nerone
Andrea Carandini
con Nicolò Squartini

Pagine: 292

SCHEDA LIBRO

 

 

Il riposo dell’imperatore
L’otium da Augusto alla tarda antichità
Massimiliano Papini

Pagine: 448

SCHEDA LIBRO

 

 

I Greci e i Romani ci salveranno dalla barbarie
Giusto Traina

Pagine: 136

SCHEDA LIBRO

 

 

La prima guerra mondiale della storia
Dall’assassinio di Cesare al suicidio di Antonio e Cleopatra (44-30 a.C.)
Giusto Traina

Pagine: 272

SCHEDA LIBRO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fitopolis, la città vivente

Da troppo tempo ci siamo posti al di fuori della natura, dimenticandoci che rispondiamo agli stessi fondamentali fattori che controllano l’espansione delle altre specie. Abbiamo concepito il luogo dove viviamo come qualcosa di separato dal resto della natura, contro la natura. Ecco perché da come immagineremo le nostre città nei prossimi anni dipenderà una parte consistente delle nostre possibilità di sopravvivenza.

Stefano Mancuso presenta Fitopolis, la città vivente

Storia del mare: un podcast

La storia del mare, dal più remoto principio sino ad oggi. Una storia che comincia in un infinito passato, quasi quattro miliardi di anni fa, raccontando una geologia antica e gli inizi della vita, i pesci primitivi, i dinosauri, sino ai primi ominidi che si affacciavano davanti a un mare che a lungo sarebbe stato barriera invalicabile e fondamentale fonte di vita. Poi di episodio in episodio, ecco le prime colonizzazioni, le prime barche, i primi porti, le civiltà…
Parlare del mare oggi, però, è anche e soprattutto dover fare i conti, alla fine, con il riscaldamento progressivo delle sue acque, l’inquinamento e lo sfruttamento indiscriminato delle sue risorse.

Storia del mare, disponibile su RaiPlay Sound, è un podcast in 14 puntate ideato e prodotto dagli Editori Laterza per RaiPlay Sound, e scritto e condotto da Alessandro Vanoli in dialogo con storici e storiche come Giusto Traina, Laura Pepe, Amedeo Feniello, Imma Eramo, Alessandro Marzo Magno, Antonio Musarra, Paolo Chiesa, David Salomoni, Luigi Mascilli Migliorini, Fabio Di Ninno. Ad accompagnare Alessandro Vanoli in questo viaggio anche la straordinaria voce, in tre episodi, di Vinicio Capossela.

 

 

 

 

 

 

Mal di Sicilia

«Attrazione e avversione: tra questi due sentimenti cresce il mal di Sicilia. Ne sono affetti isolani e stranieri, chi fugge per necessità e chi approda per caso sul triangolo compreso tra Capo Lilibeo, Capo Peloro e Capo Passero. Su questo triangolo galleggiante come una foglia nel Mediterraneo tutto è dicibile e la realtà si guarda bene dal misurarsi con il caos che la governa.»

Francesco Terracina racconta Mal di Sicilia

 

 

 

Il mondo antico in 20 stratagemmi

Il cavallo di Troia, le terre di Didone, il ratto delle Sabine, il tappeto di Cleopatra…
La storia antica è costellata di fatti e vicende in cui la soluzione di problemi e la vittoria sui concorrenti si ottengono grazie a un guizzo di intelligenza. Imbrogli, trucchi e raggiri che ci raccontano le sorprendenti sfaccettature del carattere e del mondo dei nostri antenati.

Imma Eramo racconta Il mondo antico in 20 stratagemmi

 

 

Eusebio e l’Ingegnere di fronte allo spasimo bellicista

Alberto Fraccacreta | Alias | 3 settembre 2023

In Eros e Priapo la posizione di Carlo Emilio Gadda su Mussolini è abbastanza chiara: il «kuce» è variamente appellato «scacarcione sifoloso», «spiritato basedòwico», «provolone imbischerito», «Maccherone Ingrognato», «Batrace luetico» e via dicendo. Lo stesso Ventennio coincide, per l’Ingegnere, con una sorta di catabasi, descensus ad inferos, in cui è sprofondato il paese guidato dal «Caino Giuda Maramaldo»: la fumea caliginosa si alza e vibra anche nel Maradagàl di Gonzalo Pirobutirro o nella Roma dell’«ubiquo ai casi» don Ciccio Ingravallo. Scenario stigio – simile a un luttuoso stampo annidato nell’inconscio collettivo – che avvolge persino la Firenze della Primavera hitleriana di Eugenio Montale: là «un messo infernale» si aggira con «i mostri nella sera l della loro tregenda», mentre comincia a riaffacciarsi la sperata palingenesi, il «respiro di un’alba» «bianca ma senz’ali di raccapriccio», donata dal sacrificio cristiano-cliziano.

Gadda e Montale avevano vissuto sul campo, con spirito patriottico, la Grande Guerra: lo scrittore fu fatto prigioniero sull’Isonzo e deportato a Celle; il poeta ebbe il ruolo di sottotenente in Valmorbia, «terra dove non annotta». Ma qual era stato il loro atteggiamento nei confronti del fascismo, nella successiva epoca dello «spasimo bellicista»? Di stentorea condanna, si è detto, soprattutto nel biennio 1938-1939, con qualche vacillamento agli albori. E dunque con un’avversione conquistata nel tempo. Sul modello dei parallelismi plutarchei Pier Giorgio Zunino, già ordinario di Storia contemporanea all’Università di Torino, ricostruisce in Gadda, Montale e il fascismo le analoghe vicende del lombardo e del genovese, raccontando gli entusiasmi nazionalistici bruciati, la crescente «apatia» e, infine, l’aperta ostilità al «sudicio Poffarbacco». «Per vie misteriose le vite di Gadda e di Montale – osserva l’autore nell’introduzione – ebbero modo di incrociarsi mostrando di avere in comune più di qualche tratto (…). Qui se ne additerà per intanto uno decisivo, e cioè la diuturna lotta per tentare di preservare spazi di autonomia a favore della loro vocazione letteraria rispetto alle necessità di vita che li costrinsero di frequente ad accettare lavori che nulla avevano a che fare con ciò che chiamavano lo “studio”, cioè la tradizione culturale che essi consideravano la premessa essenziale della loro attività letteraria. (…) Sotto diversi riguardi il confronto con il fascismo fu il comune basso continuo che animò due vite che cercarono, quale più quale meno, di affrancarsene».

Se Gadda in Argentina sembra non disdegnare la trazione antibolscevica del fascismo «visto da lontano», in contrasto con il neutralismo del «bojaccio» Giolitti (salvo poi ricredersi nel periodo romano con il regime «visto da vicino»), Montale firma già nel ‘25 il Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Croce. (Nei ricordi di Eugenio figura lo stentoreo «Te lo sei meritato» del padre Domenico – detto Domingo – al ceffone ricevuto da uno squadrista per non aver salutato con rispetto il «cencio nero». Peraltro, in una lettera del ‘23 a un amico scrive: «La rivoluzione sono disposta a farla dentro di me tutti i giorni; ma fuori preferisco non bere olio di ricino o buscare legnate»).

Eugenio fu assunto come direttore del Gabinetto Vieusseux nel ‘29 dal podestà di Firenze, il conte Senatore Giuseppe della Gherardesca, perché sprovvisto della tessera del PNF. Verrà rimosso nel ‘38 per lo stesso motivo. Nel ‘33 era scoppiato il thunderbolt con l’italianista americana dalle «pupille d’acquamarina», Irma Brandeis che in poesia diventerà Clizia, visiting angel, «messaggera accigliata», tornata in Europa un’ultima volta prima della Seconda guerra mondiale proprio nel ‘38 per coordinare le operazioni di raduno degli ebrei a Lussino e a Parigi. Esistenze in rotta di collisione, dissonanze che toccano qui il punto focale. Zunino sottolinea come per Gadda e Montale «i giorni bui dell’autunno 1938» creino la mitologia di un antifascismo più concettuale che d’azione: con l’aria infetta che aleggia nella Cognizione del dolore e nel Pasticciaccio. E la durissima epigrafe del poeta barocco francese d’Aubigné ad aprire Finisterre (pubblicata in Svizzera nel ‘43): «Le loro mani servono soltanto a perseguitarci».