Il fondamento della morale
«... avverso al mito del progresso, all'illusione di raggiungere la felicità umana per la via positiva dell'azione storica, Schopenhauer non si stanca di ripetere che il 'gran mistero dell'etica' non può esser sciolto senza respingere per sempre l'illusione che chiude ogni uomo nella sua particolare esistenza, nella sua solitudine esistenziale». Cesare Vasoli
Come per l'opera principale di Schopenhauer, anche per questo saggio il successo arrivò tardi. Presentato a un concorso bandito nel 1837 dalla Reale Società di Danimarca, esso non solo non vinse il premio, ma venne decisamente riprovato dagli accademici danesi per le gravi offese recate a «parecchi grandissimi filosofi degli ultimi tempi» (vale a dire Hegel, Fichte e Schelling). Cosa c'era dunque che rendeva il pensiero di Schopenhauer così inviso alla cultura del suo tempo? Probabilmente gli stessi motivi che più tardi, cambiando l'atmosfera culturale, lo resero tanto influente nella seconda metà dell'Ottocento, e poi nel Novecento.
Come per l'opera principale di Schopenhauer, anche per questo saggio il successo arrivò tardi. Presentato a un concorso bandito nel 1837 dalla Reale Società di Danimarca, esso non solo non vinse il premio, ma venne decisamente riprovato dagli accademici danesi per le gravi offese recate a «parecchi grandissimi filosofi degli ultimi tempi» (vale a dire Hegel, Fichte e Schelling). Cosa c'era dunque che rendeva il pensiero di Schopenhauer così inviso alla cultura del suo tempo? Probabilmente gli stessi motivi che più tardi, cambiando l'atmosfera culturale, lo resero tanto influente nella seconda metà dell'Ottocento, e poi nel Novecento.