Indice Estratto

Edizione: 2022, II rist. 2022
Pagine: 208
Collana: Saggi Tascabili Laterza [451]
ISBN carta: 9788858145197
ISBN digitale: 9788858149065
Argomenti: Attualità culturale e di costume, Pedagogia e didattica, Scuola

La scuola bloccata

Andrea Gavosto

Versione Cartacea
Versione Ebook

€ 15,00

Bookdealer AMAZON IBS

€ 9,99

AMAZON IBS

Oggi in Italia uno studente su due non raggiunge un livello adeguato di competenze al termine degli studi. Il sistema scolastico continua a essere solcato da profonde disuguaglianze territoriali, sociali e di genere. La scuola richiede cambiamenti sostanziali su ciò che si insegna, su come si insegna e su chi lo insegna. Perché è così difficile innovarla?

Sfoglia

Indice Estratto

Edizione: 2022
Pagine: 208
Collana: Saggi Tascabili Laterza
ISBN: 9788858145197

Approfondisci ed esplora

articolo

Materie di base, altre a scelta. Idee per sbloccare l’istruzione

Paolo Conti legge Andrea Gavosto

L'autore

Andrea Gavosto

Andrea Gavosto, economista, dal 2008 dirige la Fondazione Agnelli, che da allora ha concentrato le attività di ricerca sui temi dell’istruzione in Italia. Ha pubblicato numerosi saggi di economia del lavoro e dell’istruzione.

Scopri l'autore

Rassegna stampa

su la Lettura - Corriere della Sera (24-04-2022) Leggi

Materie di base, altre a scelta. Idee per sbloccare l\'istruzione
di Paolo Conti
su La Stampa (30-04-2022) Leggi

\"La scuola di oggi è disorientata, i professori possono cambiarla\"
di Flavia Amabile
su Affari&Finanza - la Repubblica (03-05-2022) Leggi

Cosa si studia e come si studia
di Oscar Giannino
su Avvenire (17-05-2022) Leggi

Più famiglia e formazione dei docenti. La ricetta di Gavosto per la scuola
di Paolo Ferrario

¹ Salvo diversa indicazione, quando parliamo di sistema scolastico o semplicemente di scuola, intendiamo il ciclo di 13 anni che si apre in I primaria e si conclude in V secondaria di secondo grado con l’esame di Stato (maturità). Nel libro non si parlerà quindi, se non occasionalmente, di asili nido (0-3 anni) né di scuole dell’infanzia (3-6) né di istruzione terziaria (università e Its). Fanno parte del sistema sia le scuole statali sia quelle paritarie.

¹ Secondo l’Ocse, il reddito di un diplomato di scuola superiore in Italia è del 20% più elevato rispetto a quello di chi non è giunto alla maturità; diventa del 37% fra un laureato e un diplomato (Oecd, 2021, Tav. A5.1). Lungo l’arco di vita il maggior beneficio assicurato da una laurea rispetto a un diploma è pari per un uomo a 203.300 dollari (corretto per le differenze di costo della vita nei diversi paesi), rispetto ai 266.800 medi europei; per una donna a 192.600 dollari, rispetto ai 207.500 europei (Oecd, 2021, Tavv. A5.1 e A5.2). Il rendimento cumulato è calcolato al netto dei costi, diretti e indiretti, sostenuti per l’istruzione e delle imposte e contributi pagati.

² Il tasso di rendimento interno che equipara costi e benefici del conseguimento di un titolo di laurea in Italia è del 9% per un uomo, del 14% per una donna. Come osservano Abbiati et al. (2017), le stime del rendimento di una laurea per il futuro vanno prese cum grano salis, poiché fanno riferimento prevalentemente a laureati del vecchio ordinamento quadriennale; dal 2004, anno di introduzione del cosiddetto 3+2, il premio salariale dei laureati è sceso significativamente (del 21%).

³ Si veda ad esempio Visco (2014).

⁴ A meno che le aziende non riescano a limitare la pressione della concorrenza, ricorrendo a qualche forma di protezione pubblica o ad accordi anti-competitivi: in ambito europeo, dove la Commissione europea svolge anche una funzione antitrust, è però del tutto implausibile che il settore privato possa sfuggire indefinitamente e su vasta scala alla concorrenza interna o internazionale.

⁵ Si veda, fra i molti, Hanushek e Woessmann (2015).

⁶ Meno evidente del legame fra istruzione e crescita è quello con l’innovazione e l’imprenditorialità: anche in questo caso, si può ipotizzare che scuola e università non forniscano gli strumenti più adatti per coltivare idee innovative e imprenditoriali. Si veda Biasi et al. (2021) per una rassegna.

⁷ Si vedano la rassegna di Oreopoulos e Salvanes (2011) e il sito dell’Istat (http://www4.istat.it/it/archivio/211216) per i dati relativi alla speranza di vita.

⁸ Per un esame dettagliato, oltre al sito del ministero dell’Istruzione (https://www.miur.gov.it/web/guest/sistema-educativo-di-istruzione-e-formazione), si rimanda a Crispolti e Carlini (2021).

⁹ Secondo la classificazione internazionale Isced (International Standard Classification of Education) 2011, sviluppata dall’Unesco.

¹⁰ La legge 107 del 2015 prevede che il 33% dei bambini in quella fascia di età possa accedere ai nidi, a fronte di una media nazionale del 25,5%. Si veda Istat (2020).

¹¹ I nati entro il 1° maggio dell’anno successivo possono anticipare l’inizio della scuola a settembre (i cosiddetti “anticipatari”) e quindi a cinque anni e mezzo, in base alla decisione della famiglia e con il consenso (non sempre pacifico) del dirigente scolastico. Anche questo fu un compromesso, raggiunto sotto la ministra Moratti, fra istanze diverse: in particolare, le scuole paritarie che storicamente raccolgono i “primini”, come sono comunemente noti, erano contrarie per timore di essere estromesse dal mercato. Il fenomeno è molto più diffuso al Sud che al Nord.

¹² Gli indirizzi liceali sono: artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scienze umane nella variante psico-pedagogica e in quella economico-sociale, scientifico con le opzioni scienze applicate e sportiva. Gli istituti tecnici prevedono due principali settori: economico, distinto in amministrazione, finanza e marketing da un lato e turismo dall’altro; tecnologico, distinto in 1) meccanica, meccatronica ed energia, 2) trasporti e logistica, 3) elettronica ed elettrotecnica, 4) informatica e telecomunicazioni, 5) grafica e comunicazione, 6) chimica, materiali e biotecnologie, 7) sistema moda, 8) agraria, agroalimentare e agroindustria, 9) costruzioni, ambiente e territorio. Gli istituti professionali di Stato sono caratterizzati da undici indirizzi: agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane; pesca commerciale e produzioni ittiche; industria e artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico. Si veda: https://www.miur.gov.it/web/guest/scuola-secondaria-di-secondo-grado.

¹³ Indirizzi diversi della secondaria di secondo grado possono essere aggregati nella stessa istituzione, l’istituto superiore.

¹⁴ Dal 2006 non necessariamente nella stessa materia, a condizione che nella laurea triennale si siano sostenuti determinati esami. I corsi di laurea di Giurisprudenza e Medicina sono ancora organizzati in base a un unico ciclo quinquennale.

¹⁵ Oggi esistono 117 Its, che nel 2020-21 hanno diplomato circa 5.200 studenti, un numero che impallidisce rispetto a percorsi simili nel resto dell’Europa continentale. L’obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza è di giungere a 10.500 diplomati all’anno nel 2026, a fronte di un investimento di 1,5 miliardi di euro.

16 Ministero dell’Istruzione, Portale unico dei dati della scuola, https://dati.istruzione.it/opendata/progetto/.

17 Istat (2021a).

¹⁸ Istat (2021b). Si veda anche Fondazione Giovanni Agnelli (2020). La pandemia Covid-19 ha determinato un’ulteriore flessione della natalità nel 2020 e nel 2021, con un numero di nati per la prima volta inferiore ai 400.000: è ancora presto per stabilire se si tratti di un “vuoto d’aria” temporaneo, dovuto ai timori relativi all’andamento economico o alla stessa malattia, che sarà recuperato nei prossimi anni, oppure di un gradino permanente in discesa, destinato a peggiorare ulteriormente le stime della popolazione scolastica nei prossimi decenni.

¹⁹ Si vedano Fondazione Giovanni Agnelli (2020), Fig. 3.1, e le proiezioni della popolazione europea a cura di Eurostat, https://ec.europa.eu/eurostat/web/population-demography/population-projections/database.

20 Si veda Fondazione Giovanni Agnelli (2020), pp. 104-108.

²¹ Oecd (2021, Tav. D2.2).

²² Il concetto di “competenza” entra ufficialmente nella scuola italiana con il decreto ministeriale 139 del 2007: il testo richiama le otto competenze chiave della Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 per la preparazione alla vita adulta, al lavoro e al lifelong learning, che fanno seguito alla riflessione dell’Ocse con il progetto DeSeCo del 1997. Il 22 maggio 2018 il Consiglio europeo ha ridefinito le competenze chiave, ampliandone alcuni ambiti (come nel caso di imparare a imparare, che ora include anche le competenze personali e sociali) e specificandole in modo più preciso in altri (come la comunicazione nella madrelingua che diventa competenza alfabetica funzionale). Oggi le competenze chiave sono: 1) competenza alfabetica funzionale; 2) competenza multilinguistica; 3) competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria; 4) competenza digitale; 5) competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare; 6) competenza in materia di cittadinanza; 7) competenza imprenditoriale; 8) competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.

²³ Si veda ad esempio https://nostrascuola186054220.wordpress.com/2021/03/20/manifesto-per-la-nuova-scuola/, appello sottoscritto da noti intellettuali, sia pure poco esperti di scuola, come Carlo Ginzburg, Dacia Maraini, Massimo Recalcati, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky.

²⁴ Si veda Mastrocola e Ricolfi (2021).

²⁵ Si veda ad esempio Della Sala (2016).

²⁶ Si vedano ad esempio il sito del World Economic Forum o quello di Burning Glass Technologies Plc.

²⁷ Si veda a questo proposito Fondazione Giovanni Agnelli (2018).

²⁸ Si veda in proposito Cerini e Rucci (2020).

²⁹ Per un esame del tema della valutazione si vedano Fondazione Giovanni Agnelli (2014) e le referenze ivi incluse e Bombardi e Checchi (2020).

³⁰ Entrambi a cura della International Association for the Evaluation of Educational Achievement (Iea).

³¹ Oecd (2019a, 2019b, 2019c). L’ultima indagine è riferita al 2018. Le prove sono triennali, con una rotazione del focus principale, che nell’ultima edizione ha riguardato la capacità di lettura.

³² In II e V primaria, III secondaria di primo grado, II e V secondaria di secondo grado, o, seguendo la prassi della classificazione per grado dello stesso Invalsi, nei gradi 2, 5, 8, 10 e 13. La prova di inglese non è prevista nel grado 2.

³³ In primo luogo, le prove Iea e Pisa sono applicate a un campione statisticamente rappresentativo di scuole (al cui interno sono poi selezionate le classi oggetto della rilevazione), mentre le prove Invalsi sono universali, nel senso che riguardano tutti gli studenti di quel grado. Tuttavia, almeno fino all’adozione dei test al computer nel 2019, l’ampia diffusione di comportamenti fraudolenti (cheating) da parte dei rispondenti o dei docenti, che suggerivano le risposte agli studenti o le modificavano nel processo di trasmissione all’Invalsi, ha obbligato a considerare come attendibile solo il campione del 10% delle risposte in cui era presente un osservatore esterno, anziché l’intero universo. In secondo luogo, sia i test dell’Iea (Iea, 2020) sia quelli Pisa si basano sulla metodologia dell’Item Response Theory (Irt), che tiene conto, oltre che dell’abilità dei rispondenti, della difficoltà delle domande, mentre fino a poco tempo fa l’Invalsi si è limitato a misurare la percentuale di risposte corrette e solo recentemente ha adottato l’Irt. In terzo luogo, i test internazionali consentono da tempo di confrontare le indagini allo stesso grado in anni diversi (scaling orizzontale) o lo stesso gruppo di studenti in gradi diversi (scaling verticale), mentre l’Invalsi garantisce il legame orizzontale per la I media, la II e la V superiore solo dal 2017-18; quello verticale per la primaria (legame II-IV) solo dal 2020-21.

³⁴ Si veda il resoconto in Schleicher (2020).

³⁵ Si veda Barbieri e Gavosto (2016).

³⁶ Si veda, ad esempio, Fondazione Giovanni Agnelli (2012).

³⁷ Si veda Gavosto e Romano (2021b).

³⁸ Secondo la Banca Mondiale e l’Ocse la crescita di apprendimenti media in un anno normale è di 0,4 deviazioni standard (una misura della variabilità dei risultati) che, tradotta in dati Invalsi, equivale a 16 punti.

³⁹ Si veda Gavosto e Romano (2019).

⁴⁰ Per quel che riguarda la capacità di lettura in IV primaria, nel 2016 i bambini italiani hanno totalizzato 548 punti; per quel riguarda matematica e scienze, sempre in IV primaria, nel 2019 gli alunni italiani hanno ottenuto rispettivamente 515 e 510: in entrambi i casi si tratta di valori significativamente al di sopra della media internazionale. Soprattutto in scienze, nel corso dell’ultimo decennio il vantaggio italiano si è però assottigliato.

Età	Livello	Isced 2011	Ciclo	Studenti1	Docenti2
0-2	Prima infanzia	0		354.641
3-5	Scuola dell’infanzia	0	1	1.383.810	86.262
6-10	Primaria	1	1	2.549.255	239.415
11-13	Secondaria di 1° grado	2	1	1.677.446	150.691
14-18	Secondaria di 2° grado3	3	2	2.748.240	240.115
19-21	Laurea triennale	6	3	1.106.316	56.053
22-23	Laurea magistrale4	7	3	686.894
				10.506.602	772.536