Valerio Eletti - Manuale di editoria multimediale
Appendice 8: La produzione industriale di CdRom e Dvd di Arianna Palluzzi

1. Le fasi della produzione industriale

Le fasi di produzione industriale del supporto si possono schematizzare come in Tabella, che prendiamo a riferimento per i commenti che seguono, tenendo conto del fatto che sono indicate in maiuscolo le fasi principali della produzione.

Vediamo fase per fase.

Rappresentazione schematica delle fasi di produzione del supporto

INPUT

Supporto del Cliente

FASE 1

PRE-MASTERIZZAZIONE

Prodotto della Fase 1

Gold disc inciso

FASE 2

MASTERIZZAZIONE

Prodotto della Fase 2

Master di nichel

FASE 3

REPLICAZIONE

Prodotto della Fase 3

Compact disc metallizzato

FASE 4

STAMPA ETICHETTA

Prodotto della Fase 4

Compact disc stampato

FASE 5

CONFEZIONE

OUTPUT

Prodotto finito da immettere sul mercato

La fase di pre-masterizzazione3

Si tratta della fase iniziale della lavorazione del Cd. La base di partenza è il supporto fornito dal cliente, detto gold disc, un Cd-R (Cd Registrabile). Nella sala di pre-master viene fatto un controllo preliminare di:

– audio: si controlla il tempo totale di durata dell’audio, il numero dei brani e il loro ordinamento, la qualità;

– rom: vengono effettuati le prove di installazione e navigazione e il controllo antivirus. Qui di regola non si svolge alcuna funzione di editing su ciò che è stato fornito dal cliente ma, quando è richiesto, si può procedere a una fase di authoring in collaborazione con il cliente stesso. Questa fase è utile a definire il sistema di navigazione del prodotto, i collegamenti ipertestuali, gli eventuali materiali aggiuntivi, con l’obiettivo di offrire all’utente finale un prodotto ricco ma fruibile in modo agevole.

Successivamente, dopo la realizzazione della replica, nella sala di pre-master avviene il confronto «bit to bit» tra campioni dei dischi replicati e il gold disc originale: un controllo molto approfondito per rilevare eventuali errori e permetterne la tempestiva correzione. Questo è il controllo più completo ma, nel corso della lavorazione, ne vengono effettuati anche altri: uno nella clean room, dove avviene il processo galvanico, e un altro nel reparto di replica (che vedremo nelle pagine che seguono), dove c’è un macchinario detto Koch che controlla, nei Cd replicati, il rispetto dei parametri Sony-Philips contenuti nei vari Red book, Yellow book, ecc.4.

Il processo di masterizzazione

Il processo è diviso in due fasi principali.

La prima fase è la realizzazione del cosiddetto glass master. Vediamo molto sinteticamente la sequenza che caratterizza questa prima parte del processo. Il glass master prende forma dal cosiddetto cristallo pulito: il processo si appoggia infatti su di un disco di cristallo di estrema purezza; sul cristallo perfettamente pulito viene quindi depositato un sottile strato (170 micron5) di lacca fotosensibile. Quindi un raggio laser va a colpire la lacca fotosensibile seguendo una traccia a spirale che parte dal centro del disco e si dirige verso il bordo esterno (fotoesposizione della lacca al laser, ovvero registrazione). La parte esposta viene asportata con una soluzione sviluppatrice (lo sviluppo) creando dei microfori (pit) di dimensione dell’ordine del micron (la superficie non forata viene detta invece land). Si passa infine alla metallizzazione: la deposizione di uno strato di argento dello spessore di circa 1200 Å6.

La seconda fase del processo è la cosiddetta galvanica7: si tratta della formazione del master in nichel, quello che costituirà la «matrice» su cui verranno fisicamente replicate le copie finali, che andranno poi distribuite sul mercato. Vediamone la sequenza. Per prima cosa, sul disco precedentemente metallizzato viene fatto accrescere uno strato di nichel di circa 300 micron (la formazione del master detto «padre»); quindi si procede alla separazione del master padre, ovvero del master di nichel, da tutto il resto (disco in vetro, lacca incisa, argento). Si passa poi alla formazione della «madre»: sopra il master in nichel precedentemente formato («padre») si fa accrescere un altro strato di nichel, creando la sua immagine complementare, appunto la cosiddetta «madre». L’ultima azione di questo processo è la separazione tra madre e padre; il «padre», separato meccanicamente dalla «madre», viene passato al reparto replicazione per la successiva produzione vera e propria dei Cd, mentre la «madre» viene archiviata per eventuali rifacimenti o ristampe.

Il processo di replicazione

La replicazione viene fatta attraverso un’apposita pressa che presenta da una parte (in un apposito alloggiamento) il master, ovvero il «padre», e dall’altra un pre-essiccatore contenente policarbonato8 in granuli, il materiale plastico che ricoprirà il Cd una volta replicato. Questo materiale viene scaldato in un apposito cilindro fino ad arrivare a una temperatura superiore al punto di fusione (320°C). Nella fase della replica vera e propria, la pressa si chiude e i dati del master vengono stampigliati (registrati) sul disco in policarbonato: all’uscita dalla pressa si ha così il disco trasparente, dove è già stata creata l’incisione. Sopra il disco di policarbonato trasparente viene quindi depositato uno strato sottile di alluminio (metallizzazione) al fine di permettere la futura riflessione del raggio laser del lettore di Cd. E, per proteggere l’incisione, sopra lo strato di alluminio viene distribuito un velo di lacca cosiddetta U.V.9: è la fase finale di questo processo, appunto la laccatura.

La stampa dell’etichetta

L’ultimo passo che porta al Cd finito è il printing dell’etichetta tramite processi di stampa che possono essere serigrafici, offset o tampografici. I Cd possono essere stampati in linea (tampografia e serigrafia) o fuori linea (offset, serigrafia e flexo)10.

La confezione del prodotto

Per ogni prodotto il packaging è il primo elemento con il quale l’acquirente viene a contatto: esso ha dunque un’importanza fondamentale nell’attrarre, affascinare, comunicare valori, stimolare all’acquisto. Per far questo, il packaging, oltre che bello, deve essere anche adatto al prodotto, alle sue caratteristiche e al canale distributivo.

Nel caso del Cd, un packaging funzionale deve essere leggero, solido, economico da produrre, facilmente immagazzinabile, non ingombrante. La forma più diffusa di packaging per Cd (il cosiddetto jewel box, di cui avremo modo di parlare nelle pagine che seguono) è una scatolina piatta e trasparente con un’apertura a cerniera in grado di ospitare sul davanti il booklet (il libricino d’accompagnamento, con testo e foto o disegni, che fa anche da copertina), e sul retro la inlay card (il foglio che raccoglie di solito le informazioni di legge) posta sotto il tray, il vassoietto in plastica (di norma nera) che ospita il Cd con il suo caratteristico aggancio circolare al centro.

husband cheated catch a cheat go
read here read here men who have affairs
click why people cheat in relationships my wife cheated now what
click open women who cheat
using levitra and viagra together viagra 2011 cost canada website
unfaithful husbands why do husbands cheat why do women cheat with married men
cialis coupon cialis coupon cialis coupon
abortion pill abortion pill abortion pill

2. Il «packaging»

3. Il Dvd